26 marzo 2025

Sopra e sotto il comodino - Letture primaverili...ma non troppo


Marzo è arrivato e la primavera bussa alle porte con le gemme che spuntano sui rami, i fiori che ingentiliscono i prati e gli alberi, le 50 sfumature di verde dei campi. Chissà se le mie letture sono state influenzate da questa atmosfera di rinascita?

Vita avventurosa di un'acciuga cantabrica di Lucio Di Ciccio - L'Orma editore - 180 pagine

Potevo esimermi dal comprare questo ebook dal titolo così curioso? Io, che sono cresciuta con Sandokan e il Corsaro Nero. Impossibile!

In una lunga confessione al suo boia, giudice e carceriere il marinaio Giovanni ripercorre la sua vita picaresca: prima in fuga dal suo porto natio, poi a fare il panettiere sul Bosforo, per finire in Patagonia passando per un nave tedesca e lasciando dietro di sé figli abbandonati e cuori infranti tranne uno..
Una lettura veloce, divertente, con quel tocco di irreale che non guasta.


Ho visto questo titolo inviato dalla casa editrice a qualche booktuber e mi ha incuriosito. Fortunatamente la mia biblioteca ce l'aveva disponibile al prestito.
Il libro è un omaggio alla grande letteratura ottocentesca di Tolstoj e Dostovskij sia per l'accurata descrizione dell'aristocrazia di quel tempo che per le storie di amori drammatici. L'omaggio si estende alla tipologia di scrittura utilizzata dall'autrice che palesemente si rifà ai capolavori russi.
Non si tratta di un brutto libro, anzi! Però gli amori travagliati poco m'interessano, soprattutto quando non c'è altro che possa accendere la mia curiosità; confesso di aver letto saltato qualche paragrafo di quanto in quanto. Inoltre, la parte della rivoluzione russa è limitata a poche pagine nel finale, mentre avrei sperato che fosse più presente visto anche il forte impatto che ha avuto sull'aristocrazia. C'è da dire che il titolo dice "prima" della rivoluzione e non durante... 
Consigliato a chi ha simpatizzato per Anna Karenina. 

Il dio dei boschi di Liz Moore - Trad. di Ada Arduini -  NNEditore - 544 pagine

Io ho regalato questo libro e il mio compagno l'ha ricevuto per Natale: forse uno dei casi letterari dello scorso anno.
Confesso che ho approcciato questo romanzo con aspettative piuttosto alte sentivo parlare di capolavoro, di thriller letterario. Al termine della lettura posso dire che il mio parere - per quel poco che vale - è più tiepido. Sicuramente una buona lettura scritto in modo piacevole, non banale ma non un capolavoro. 

Liz Moore usa l'escamotage della scomparsa, in momenti diversi, dei due figli della ricca e potente famiglia Van Laar, proprietaria di un campeggio estivo, per raccontare le diseguaglianze sociali presenti negli Anni' 60 e '70 negli Stati Uniti, diseguaglianze che, mi sa, sono ben presenti ancora adesso. 
Coloro che hanno i soldi sono tutti, specialmente i personaggi maschili, indistintamente odiosi, arroganti, prepotenti ed egoriferiti (se viene in mente qualche altro aggettivo spregevole, si può tranquillamente applicare alla cricca dei Van Laar), circondati da coloro che hanno una vita più modesta (giardinieri, cuochi, personale del campeggio, poliziotti...), ma:

 "cosa farà ora, si domanda Judy (l'ispettrice di polizia), se lei e suo padre perdono il campo estivo? [...] e si risponde da sola: staranno benissimo. Gli Herwitt - come Judy, Louise Donnadieu, e perfino Denny Hayes - non hanno bisogno di contare su nessuno, a parte se stessi. 
Sono i Van Laar, e le famiglie come loro, che dipendono sempre dagli altri."

Se i ricchi maschi sono quasi un'identità unica, le figure femminili si stagliano forti, pur nelle loro incertezze e nei loro difetti, rivendicando il loro diritto ad essere considerate alla pari dei maschi, ad avere la possibilità di uscire dalla strada che altri hanno disegnato per loro, reclamano il diritto di avere delle opinioni, di poter fare un lavoro, di essere considerate per quelle che sono. Così come per le differenze di classe, anche per la questione di femminile, si  tratta di situazioni che possono essere traslate nella contemporaneità. Questo credo che sia il punto di forza del libro: parlare di oggi attraverso un thriller che si legge molto facilmente.
Leggerò presto altro di Liz Moore.

Il Conte di Montecristo di Alexandre Dumas letto da Moro Silo.

CAPOLAVORO. Signori, la seduta è tolta!

Cosa si può dire di diverso. Nulla. 

Dopo aver visto la serie tv trasmessa di recente sulla Rai mi è venuta voglia di rileggere, o meglio riascoltare, il Conte di Montecristo. Ho il difetto di dimenticarmi abbastanza velocemente i dettagli dei libri che leggo per cui mi sono tuffata tra le pagine di Dumas quasi come se fosse la prima volta. Che meraviglia! E sì, la serie televisiva, pur essendo un buon prodotto televisivo, ha delle grosse differenze rispetto al libro. Chapeau a Moro Silo che ha letto ed interpretato questo tomone alla perfezione.

All'avvicinarsi della primavera ho letto di un condannato all'impiccagione, di un amore tragico, di bambini scomparsi e di amore e vendetta. No, direi che le mie letture seguono stagionalità proprie.

Non avrò letto libri a "tema primavera" ma, ho fatto delle buone letture che è la cosa più importante.

Alle prossima!

Elisa



19 marzo 2025

Destinazione 71° 10' 21" Nord - 25° 47' 04" Est


PROLOGO    

Estate 1973 - Una giovane coppia raggiunge Capo Nord in viaggio di nozze. Viaggio che sarà raccontato, negli anni successivi, alla figlia nata l'anno successivo.

ATTO PRIMO - 28 giugno 2024 - Mattino - Interno di un bungalow in un campeggio ad Alta

Si sente qualcuno sbadigliare

- Buongiorno, sei sveglio
- Sì. Che ore sono?

- Le 6.

- Dalla luce sembra che sia mezzogiorno.

- Le previsioni per oggi danno bello, domani dovrebbe essere più variabile.

- Allora facciamo la tirata fino a CapoNord

- SIIIIII

ATTO SECONDO - Stesso giorno - Esterno lungo la E69 -Scampoli di discorso

- Certo che la strada è proprio bella.

- Ci fermiamo a fare la foto?

- Attento alla renna che attraversa la strada

- Siamo arrivati. Dai non c'è neanche troppa coda.

- Sìììì!!! Siamo arrivati

- Vestiti che fa freddo


Ebbene sì, dopo tanti anni ho realizzato un sogno. Un sogno nato ancor prima che venissi al monto in quanto i miei genitori, nel lontano 1973 si spinsero nell’estremo Nord in viaggio di nozze.

Cinquantun anni dopo è stata la mia volta. Sicuramente, nel 2024, è più facile organizzare e partire per andare in Norvegia e i social hanno tolto un po’ di aura di “impresa” al raggiungimento del Nordkapp; potrei dire di aver visto e toccato - solo con la punta delle dita - il Mare di Barents che suona più selvaggio.



Siamo sinceri Capo Nord, in realtà, è un enorme piazzale sassoso su una scogliera, ma oltre non c’è nulla, il continente europeo è finito. Affacciarsi alla balaustra che delimita la scogliera è a suo modo emozionante, non so se per il raggiungimento di un sogno o per l’idea di essere arrivata ai confini del mondo. Io mi sono emozionata e ho voltato le spalle al Nord con filo di malinconia. 

Guardando verso Nord

Arrivare a Nordkapp non è nulla di complicato: basta seguire la bella e scenografica E69, fare attenzione alle renne e ai ciclisti, pagare il biglietto di ingresso (attenzione che c'è quello per il parcheggio e quello per il museo/visitor centre) però, ehi oltre non si può andare, oltre ci sono solo le Svalbard (altro sogno nel cassetto), qualche isola russa e poi il Polo Nord.


Se è vero che Capo Nord è un piazzale sassoso affollato di camper, bus turistici, persone urlanti la strada che da Alta punta su a Nord attraversa paesaggi spettacolari: scorci sul mare, scogliere, radure brulle. Mano a mano che si va verso Nord l'ambiente si fa sempre più brullo e inospitale, qua vivono i Sami e qualche villaggio di pescatori. Non oso pensare come possa essere vivere (o sopravvivere) quassù in inverno con il freddo, le tempeste e il buio. 

Le mie parole sono insufficiente, così come le foto, ad esprimere la meraviglia e la gioia di raggiungere Nordkapp in una giornata di sole in cui il verde dell'erba si staglia nell'azzurro del cielo e il confine tra il blu del mare è netto all'orizzonte. 









*Sì lo so che il “vero” Capo Nord è raggiungibile solo a piedi con una passeggiata di circa 20 km A/R e, ad essere precisi, Capo Nord si trova su un’isola e non sulla terraferma. A questo giro ho fatto la turista media, quella che si fa fare la foto al monumento. 

Mi sa proprio che il 28 giugno 2024 non sarà una data che mi scorderò facilmente.

Alla prossima!

elipisto

03 marzo 2025

Sopra e sotto il comodino: Febbraio 2025

 Ciao! ecco un'infilata di letture tra boschi, giardini e città incantate.

Prima lettura o meglio ascolto terminato a febbraio: Tornare dal bosco di Maddalena Vaglio Tanet.

Una maestra si sente responsabile per il suicidio di una sua allieva. Martino è un bambino che da Torino è stato costretto a trasferirsi nel Biellese per respirare aria buona e curare la propria asma. Le due vicende si intrecciano in un percorso di crescita e consapevolezza, arricchite dalle vicende famigliari. 

Questo titolo mi aveva incuriosito per il titolo (amo i boschi) e per la copertina...leggere la trama è, talvolta, sopravvalutato. Purtroppo, il mio ascolto è stato distratto (normalmente non accade) per cui quello che posso dire è che la storia mi ha fatto una piacevole compagnia, ma non mi ha segnato e, probabilmente, tra qualche mese il ricordo svanirà. 


La città e le sue mura incerte di Murakami Haruki (trad. di Antonietta Pastore).

Sarà riuscita l'ultima fatica di Murakami e farmi innamorare delle sue opere? 
Risposta breve: sni. 
Risposta più articolata: nei romanzi di Murakami non c'è nulla che non possa piacermi: realismo magico (uno dei miei scrittori preferiti è Gabriel Garcìa Marquez), riflessioni sul senso del tempo, sulle costrizioni della società e, almeno in questo romanzo, ci sono pure le biblioteche, non sono neanche una lettrice che pretende di avere tutto spiegato. Ma. Ma, non ha fatto "click". Intendiamoci, non è un brutto libro, anzi scorre via velocemente, ma non mi risuona. Peccato, anche se forse è il titolo dell'autore giapponese che mi è piaciuto di più tra quelli che ho letto.

"Sì, mi sono detto, ma può darsi che la realtà non sia una sola. La realtà è forse qualcosa che noi dobbiamo scegliere tra tante possibilità."

Forse, per dare una parvenza di serietà a questo blog dovrei dire di cosa parla il libro ma, come ho scritto per la lettura precedente, leggere le trame è, talvolta, sopravvalutato e con Murakami non è così fondamentale che, bene o male, per quella che è la mia esperienza, le tematiche trattate in questo titolo sono presenti in toto o in parte in altre opere, ad esempio 1Q84 o Norwegian wood.

La confraternita dei giardinieri - Come un gruppo di uomini uniti dalla passione per le piante rivoluzionò la botanica e i giardini d'Europa di Andrea Wulf

Questi sono i testi di non fiction/saggi divulgativi che mi piacciono: ambientati in quel periodo in cui la Scienza spazzava i preconcetti antichi - altrimenti detto Illuminismo - e dove c'era tutto (o quasi) da scoprire, catalogare, sistematizzare. Doveva essere un bel periodo in cui vivere se si era uomini appartenenti ad una certa classe sociale. 
Il testo riprende le vicissitudini di un manipolo di botanici, giardinieri, ricchi borghesi che nel corso della seconda metà del 1700 hanno rivoluzionato i giardini inglesi.

L'ampliamento delle varietà botaniche presenti nei vivai va di pari passo con l'ampliarsi dell'impero britannico, prima con l'afflusso delle sementi dalle colonie americane, poi da tutto ciò che era "compagnia delle indie", per finire con il continente australiano scoperto da poco.
Come impostazione mi ha ricordato un altro testo di narrativa che avevo apprezzato: La conquista della meteorologia di Peter Moore edito Nutrimenti, chiaramente focalizzato su quello che ha portato a comprendere i fenomeni alla base delle previsioni del tempo.

Nuoto libero di Julie Otsuka (Trad. Silvia Pareschi)

Titolo comprato lo scorso mese e, cercando, di non lasciar depositare troppa polvere sulle copertine l'ho preso in mano subito dopo aver finito di leggere Murakami.
Già dalle prime pagine compare la cifra stilistica dell'attrice: il punto di vista collettivo, l'uso del noi per descrivere un gruppo di persone dall'interno. Modalità di scrittura che avevo molto apprezzato nel titolo precedente che avevo letto dell'attrice, ossia "Venivamo tutte per mare". Però nel caso di questo titolo lo spunto narrativo è quello di un gruppo di persone che usufruisce di una piscina privata e fronteggia la comparsa di crepe. Sinceramente, uno spunto un po' debole e, secondo il mio gusto portato avanti un po' troppo a lungo. 
La seconda metà del libro si focalizza su una delle nuotatrici - Alice - che fronteggia una forma di demenza con il progressivo alternarsi di cose che ricorda e che non ricorda. Con frasi brevi, ripetizioni volute, cambi di punti di vista, la perdita del contatto con la realtà è ben reso. 
Per chi ha a che fare con persone in una qualche condizione neurologica degenerativa può essere doloroso. 
Per chi legge un po' di inglese ho trovato quest'intervista molto interessante:

A febbraio, tra offerte e qualche buono, sono entrati nella mia libreria ben 3 ebook: 
  • Wellness di Nathan Hill che dopo averlo regalato sono curiosa di leggerlo pure io
  • La variante di Lüneburg di Paolo Maurensing perché è da anni che mi incuriosisce
  • La camera azzurra di George Simenon perché non ho ancora letto il titolo tra i più famosi della sterminata produzione dello scrittore belga.
E con questo posso considerare chiuso il mese di febbraio. 

Alle prossime letture!

Elisa

Sopra e sotto il comodino - Letture primaverili...ma non troppo

Marzo è arrivato e la primavera bussa alle porte con le gemme che spuntano sui rami, i fiori che ingentiliscono i prati e gli alberi, le ...