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04 maggio 2015

LVIII tappa - Vi racconto una foto: la solitudine del monaco.

Ciao a tutti!
da inizio anno ho scritto unicamente post di libri o quasi...
non va bene!

Oggi torniamo a parlare di viaggi in senso lato.

Immancabile nel set del bravo turista/viaggiatore/esploratore
c'è una macchina fotografica:
che sia la fotocamera del cellulare o la più ingombrante reflex 
si vuole catturare l'attimo perfetto da ricordare e da raccontare,
con un minimo di ambizione si vuole portare a casa uno scatto degno di Steve McCurry o del National Geographic o, come nel mio caso,
 si spera che sulla quantità ci siano delle foto gradevoli da vedere per colori e composizione. 

In Birmania (QUI quanto ho già postato) ho scattato tante, troppe foto, 
ma ce ne è una che mi piace molto.
Questa.



Io mi imbarazzo sempre molto a fotografare persone,
sarà che non amo comparire in foto a mia volta,
soprattutto mentre sono impegnata in attività quotidiane e ordinarie.

Questo monaco era appena uscito dalla sala di pranzo dove aveva consumato l'unico pasto giornaliero concesso dalla vita monastica.

Lo sguardo pensieroso,
un po' triste,
l'espressione persa e un po' corrucciata
  segna la distanza tra i turisti impegnati ad ottenere un ricordo,
scattando foto a raffica, 
noncuranti di invadere spazi privati o di mantenere un contegno rispettoso e 
la normalità,
 l'umiltà di persone impegnate nella loro quotidianità in un mondo in cui le priorità sono diverse dalle nostre. 

Ringrazio lo zoom della mia macchina che mi ha permesso di rubare questo ritratto e anche questo scorcio.


Comunque, anche se non ho sparaflashato il monaco con la mia macchina foto,
mi sento un po' in colpa per aver invaso la sfera privata di un individuo.

Questo mio imbarazzo, unita al fatto che non voglio appoggiare tradizioni che deformano il corpo umano, ha fatto sì che io non abbia una sola foto delle famose "donne giraffa",
ma mi sia portata a casa un po' di sciarpine intessute dalle loro abili mani. 


E voi? vi sentite in imbarazzo a fotografare le persone come la sottoscritta oppure avete un approccio più aperto?

Alla prossima!
elipisto

05 febbraio 2015

Un breve riepilogo

Ciao a tutti!

Stavo cercando di riepilogare quello che ho postato sulla Birmania 
sia qui che sulla pagina FB.

Qua sul blog ho messo on line:

Sulla pagina Facebook ci sono alcune fotogallery 

e anche qualche video
La preghiera delle monache

Nella mia mente ci sono altri post ancora da scrivere e altre foto da selezionare,
ma tra quello che passa nella mia testa e quello che finisce sulla carta 
c'è di mezzo un oceano.

Alla prossima!
elipisto


29 gennaio 2015

LVII tappa - Pindaya e la Shwe Oo Min Pagoda

Ciao a tutti!


In un paese dove la religiosità della popolazione è diffusa 
grotte e caverne sono considerati luoghi sacri.

Così accade a Pindaya con la 
Il ragno simbolo di Pindaya

Shwe Oo Pagoda.

La struttura che si vede accostata alla montagna
 quasi come se fosse sospesa e unicamente 
 trattenuta dalla ragnatela intessuta dal ragno che abitava la caverna e che rapì una principessa trattenuta tra le sue grinfie fino al provvido arrivo dal principe di turno che uccise l'enorme ragno con un arco e salvò la principessa, 
è l'ingresso della grotta e stazione di arrivo dell'ascensore.

Varcata la soglia lo sguardo viene attratto dalla profusione di oro e di statue che ricoprono le pareti della caverna fin su in cima quasi al culmine della volta della sala.

Dietro alla grossa statua posta all'ingresso si diparte una dedalo di passaggi 
su e giù, 
a destra e a sinistra 
serpeggiando tra statue di ogni dimensione che sono accatastate in un caos a suo modo ordinato.


Ogni statua ha una sua dedicazione da parte di fedeli birmani o asiatici o europei o americani che ordinano agli artigiani/artisti del posto una statua che andrà a riempire un ulteriore spazio della caverna. 





Le statue sono ovunque a riempire ogni minimo anfratto. 

La situazione potrebbe risultare un po' pacchiana,

eccessiva ma,
 la spiritualità e la sacralità del luogo
che si percepiscono stemperano la profusione di oro.


La visita è stata una piacevole sorpresa: io pensavo di trovarmi ad un misto tra americanata/trappola per turisti/buffonata
 e non avrei pensato di emozionarmi in tal modo.

Pindaya vale sicuramente la deviazione,
inoltre, la strada la è fiancheggiata da piacevoli paesaggi che rendono meno monotone le lunghe ore percorse in pulmino.


QUI la fotogallery completa.

Alla prossima!
elipisto

15 gennaio 2015

LVI tappa - Bagan

Ciao a tutti!
i miei buoni propositi di inaugurare l'anno con un bel post su Bagan si sono dissolti all'alba del 2 gennaio!
Però siamo ancora a gennaio e finalmente provo a raccontare le emozioni di due mesi fa
ma, come sempre, le parole risultano sempre essere inadeguate.




 Bagan è stato il motivo che mi ha spinto ad andare fino in Myanmar ed uscire dai comodi confini europei.


Appena arrivati siamo saliti su una delle tante costruzioni piramidali che punteggiano la piana per guardarci attorno.

Una meraviglia ed un'emozione indescrivibili.

Guglie rosse in ogni direzione ad interrompere la monotonia della piana,
a nascondere chissà quali segreti
a custodire leggende a volte romantiche, 
più spesso truculente.


Gli edifici sparpagliati come lanciati da una mano di un seminatore
sono in realtà ciò che rimane degli oltre 4000 templi costruiti tra il XI e il XIII sec. d.C
che impressionarono la vista e la fantasia di un viaggiatore esperto quale Marco Polo.
Tayoke Pyay temple

La visita si può svolgere utilizzando motorini o biciclette elettriche (chiamate e-bike), oppure, se si è in un viaggio organizzato ci si sposta con il proprio pulmino.
Non c'è purtroppo un servizio navetta che colleghi i diversi siti.

Noi avevamo il pulmino che ci ha scarrozzato a destra e a manca 
con l'ultima corsa serale per arrivare alle piramidi più alte da scalare per contemplare il tramonto.

Pur essendo simili,
certe volte molto simili,
ogni pagoda nasconde una leggenda,
una storia,
una statua,
che la rende unica e diversa dalle altre.






Per me ricordarsi i nomi è impossibile e, dopo poco,
 i ricordi si confondono e 
le immagini si sovrappongono, 
ma l'atmosfera che si respira, 
la consapevolezza di aver realizzato un sogno 
bhé quelle sono sensazioni uniche!




Ma non di soli templi è fatta la visita a Bagan,
c'è un grosso e ricco mercato e ci sono diverse attività artigianali
tra cui la lavorazione della lacca. 
Ma si tratta di una pausa tra un tempio, una pagoda o un monastero.

Le giornate si svolgono in attesa del momento immortalato in migliaia di scatti:
il tramonto.
Si assiste ad una vera corsa ad accaparrarsi il posto in prima fila;
mentre ai piedi delle piramidi birmane si assiste al ritorno dai campi dei contadini estranei alla frenesia dei turisti,
sulle terrazze superiori è un susseguirsi di click e di scatti.
Io non potevo e non volevo esimermi.






Sulla pagina Facebook c'è una selezione maggiore delle foto scattate al calar del sole (QUI


Alla prossima!
elipisto

20 dicembre 2014

LV tappa - Lago Inle


Ciao a tutti!

avrei voluto mettere nero su bianco le mie "avventure birmane" già da tempo,
ma vita lavorativa e universitaria mi hanno fagocitato senza pietà.

L'approdo al nostro resort
Il lago Inle o Inlay è fra le destinazioni più turistiche di tutta la Birmania,
allo stesso livello se non di più della piana di Bagan. 
Qui ci sono i ristoranti dedicati ad accogliere le frotte di turisti,
romantici resort sul lago,
venditori agguerriti con tanto di tabelle di conversione dollaro/kyat: 
base di partenza su cui contrattare.

Soprattutto il lago Inle è un posto abitato e vissuto da popolazioni che si sono adattate a vivere sull'acqua in accoglienti e ampie palafitte e noi turisti siamo semplici spettatori con un pizzico di voyeurismo sulle vite altrui.

I diversi villaggi sparsi nel lago pullulano di attività che vanno dalla pesca 
- i pescatori che spingono su un remo in uno strano gioco di equilibri e praticità sono una delle immagini che più si associano alla Birmania -




Gli orti galleggianti



all'artigianato dell'argento, alla tessitura di seta e filati ricavati dal bambù e 
all'agricoltura.









Il raccolto dall'acqua

Sì avete capito bene: agricoltura.
L'acqua viene coltivata, o meglio funge da supporto agli orti galleggianti formati da diversi strati di fango e di giacinti d'acqua alternati a formare uno lunga zolla  ancorata al fondale tramite aste di bambù e coltivate con pomodori, zucche 







Come si è svolta la nostra visita?
Ovviamente a pelo d'acqua!
Abbiamo noleggiato due delle numerose barche che rumorosamente scorrazzano per il lago trasportando turisti di qua e di là.


Che cosa si visita sul lago?
Pagode 
monasteri 
mercati
attività artigianali.

Ogni pagoda, monastero o mercato pur essendo simili tra di loro, sono diversi nella loro singolarità.
Takhaung Mwetaw pagoda


Della Takhaung Mwetaw pagoda,
la prima raggiunta via acqua,




 mi hanno colpito la ricchezza delle decorazioni e il silenzio ricco del suono delle campanelle poste in cima alle centinaia di guglie,
lo so è irriverente,
 ma veniva voglia di giocare a nascondino!


Anche i mercati sono raggiungibili via acqua e il parcheggio risulta essere molto affollato e districare le barche può risultare laborioso.



Le esperienze migliori della visita sul lago Inle sono state due:

1) grazie alla nostra guida siamo entrati nella casa di due signore che tessono in modo artigianale sul un piccolo telaio domestico, 
signore che ci hanno accolto come ospiti d'onore riempendoci di frutta fresca buonissima e di un aromatico tea verde, 
va da sé che non ci siamo tirati indietro nel diminuire considerevolmente le loro scorte di sciarpine.

2) navigare in mezzo alle palafitte 
avanzando lentamente 
lasciando che la vita scorresse di fianco a noi, 
spiando gli atti quotidiani di gente che ha con l'acqua un rapporto di simbiosi.









Su Facebook man mano carico altre foto.
Alla prossima!
elipisto

07 dicembre 2014

LIV tappa - Mani birmane



Il bamboo viene intrecciato con il crine di cavallo per dare sostegno alla ciotola che verrà laccata.

Mani 
che lavorano.
Mani
che accarezzano.
Mani
forti e delicate.
Mani 
che creano
Mani 
che soffrono.
Mani 
che pregano.



Questo è quanto ho appuntato velocemente sul mio taccuino di viaggio perché
in Birmania la realtà è (ancora) cristallizzata in un'epoca distante nel tempo in cui tutto,
ma proprio tutto,
 viene fatto a mano
con un'accuratezza e precisione che, 
noi popolazioni abituate a computer e macchinari, 
abbiamo perso.
Si creano le ciotole da sottoporre al processo di laccatura

Abbiamo visitato diverse botteghe artigianali
e, tutte le volte, venivo affascinata da quello che riuscivano a creare 
quelle mani poderose e delicate con l'aiuto di pochi strumenti oltre alla manualità
Dal fiore di loto si estrae un prezioso filato, ovviamente,
il processo è manuale

Tante volte, osservando le condizioni di lavoro talvolta esasperate,
mi sono chiesta come fosse possibile essere rimasti così "indietro" senza apportare degli alleggerimenti a processi lavorativi che si ripetono immutati da sempre.
Lavoratori in una bottega di produzione di foglie d'oro rese sottilissime in
seguito ad un estenuante lavoro di battitura manuale.


Anche le strade sono costruite sistemando i blocchi di pietra ad uno ad uno per poi essere cosparsi di
bitume che vien fatto in quei barili in un'atmosfera da girone dantesco.

Poi, mi sono ricordata che quando si incontrano culture diverse dalla nostra 
occorre togliersi gli occhiali dei nostri preconcetti e della superiorità che, in qualche modo, attribuiamo al nostro modo di vivere
e chiederci cosa faremmo noi se fossimo nati e cresciuti in una realtà simile.


Contadine

Si miete il riso

Mondine


Questa è la prima cosa che racconto quando mi chiedono del viaggio e della Birmania,
non pagode, Buddha, monaci, paesaggi
ma persone e una realtà diversa da quella a cui sono abituata.


Alla prossima!
elipisto
p.s sulla pagina FB ho caricato altre foto "birmane" 
(clicca qui per vederle)



Sopra e sotto il comodino - Letture primaverili...ma non troppo

Marzo è arrivato e la primavera bussa alle porte con le gemme che spuntano sui rami, i fiori che ingentiliscono i prati e gli alberi, le ...