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25 agosto 2019

Un fine settimana al Passo del Bernina

Ciao a tutti!
di recente ho nuovamente preso il trenino rosso del Bernina per trascorrere un fine settimana nella bella Engadina.
Qui il post di quando ci sono andata la prima volta, le emozioni sono sempre le stesse e i paesaggi sempre belli.



Questa questa volta mi sono goduta il maestoso paesaggio facendo, prima il giro del lago di St. Moritz, poi andando a piedi alla stazioncina di Celerina attirata dalle rovine del campanile della chiesa S. Gian.

Infine, dormendo nell'antico Ospizio del Bernina situato in prossimità dell'omonimo passo con camera con vista sul Lago Bianco e sul ghiacciaio che scende dal Piz Cambrena. 
Una sistemazione da togliere il sonno, nel senso che si rimane incantati alla finestra ad osservare il mutare della luce con il trascorrere delle ore, senza dimenticarsi dell'alba!



La vera sorpresa è stata svegliarsi la domenica con il cielo terso, tersissimo senza neanche una nuvola! 

Quale migliore occasione per prendere la funivia del Diavolezza che porta a quota 2978 m al cospetto del ghiacciaio del Morteratsch racchiuso tra le alte vette del Piz Palu e del Piz Bernina.



Siamo saliti con una delle prime corse della funivia quando il brusio dei turisti non si sente ancora e non gareggia a sovrastare la maestosità delle cime.
Uno spettacolo per gli occhi e per la mente, ma anche un colpo al cuore perché gli effetti del riscaldamento globale sull'arretramento del fronte glaciale si fanno vedere, 
eccome!


Dal piazzale della funivia parte un sentiero che porta in un'oretta al Munt Pers: uno splendido balcone panoramico verso le alte cime delle Alpi Retiche. 
Il percorso richiede un po' di attenzione perché si è in quota e
se manca il fiato e il cuore batte forte in gola, oltre alla mancanza di allenamento, è l'altitudine che inizia a farsi sentire. 


Non paga di essere in mezzo ai monti e in barba ai consigli di ortopedici e fisioterapisti, passo dopo passo, costeggiando il lago Bianco siamo giunti all'alpe Grum dove c'è stata l'ultima occasione per rimanere incantati davanti ai ghiacciai prima di prendere il trenino per rientrare in Italia.

Alla prossima!
elipisto

17 marzo 2019

Alla scoperta delle Blue Mountains

Ciao a tutti!

A 2 ore di treno da Sydney, ancor di meno in auto, si è catapultati in mezzo al verde in un bellissimo sito Unesco: 
le Blue Mountains.

Immaginate di arrivare in un posto nuovo, di cui avete solo qualche vaga notizia, e fino all'ultimo la bellezza del luogo non si svela davanti ai vostri occhi. 
Con le Blue Mountains succede così.

Katoomba - il principale paese del parco - si trova in posizione elevata a circa un paio di kilometri rispetto alla tappa obbligatoria del "Three Sisters Lookout",
man mano che ci si avvicina il sipario lentamente si apre sul panorama che si espande tutto attorno, fin quasi sotto ai piedi.
Ebbene sì, il punto panoramico si trova sul ciglio della scarpata che è una delle caratteristiche delle Blue Moutains: una catena montuosa formata da una parte di rocce erose che si erge al di sopra di vallate ricche di eucalipti e alberi di felci.


Le mie parole non sono assolutamente in grado di esprimere il senso di meraviglia che si ha di fronte a tale spettacolo e, probabilmente, neanche le foto riescono a cogliere l'ampiezza del panorama. 
Ci si sente piccoli e spersi, ma fortunati a poter essere qui.


Le Blue Mountains, per fortuna, non sono unicamente le Three Sisters. 

Ci sono diversi modi per esplorare questa bellissima zona ricca di cascate, foreste, grotte.
Noi abbiamo optato per una bella e facile escursione percorrendo parzialmente il sentiero denominato 
Prince Henry Cliff Walk 
che parte dal visitor centre. 
Il meteo non è stato certo dei migliori e per tutto il tempo siamo rimasti avvolti dalle nuvole in cui, a malapena, si vedevano le cime degli alberi sopra le nostre teste. 
Sarà stata la tranquillità o l'atmosfera surreale di camminare senza riferimenti, 
ma mi sono goduta ogni singolo istante.


















Il giorno successivo il sole è tornato a splendere e la visibilità è passata da un livello "cippa lippa" ad un livello "wow".
Non c'era neanche una nuvola ad offuscare il sole e abbiamo goduto appieno dei panorami offerti dal sistema di funivie e del trenino dello Scenic World.

Si tratta di un modo intelligente di riutilizzare "le infrastrutture" utilizzate dai minatori per spostare il carbone estratto. 
A bordo di moderni "vagoncini" si percorre una ripida galleria scavata nella nuda roccia (pendenza di circa 52%) arrivando nel bel mezzo della foresta temperata ricca di eucalipti, felci, alberi altissimi che si può scoprire seguendo un facile percorso ad anello su diverse passerelle create per non rovinare il fragile  ecosistema, ricordiamoci che siamo all'interno di un sito Unesco.

Si risale con una funivia uscendo dalla foresta fino araggiungere nuovamente il punto di partenza. Da qui si è pronti per salire sullo Scenic Skyway: un'altra funivia che attraversa una rientranza della parete rocciosa letteralmente appesi nel vuoto! 
Inoltre, per rendere l'esperienza ancora più adrenalinica (il tutto in assoluta sicurezza) parte del fondo della cabina è trasparente e lo sguardo spazia in ogni direzione.


Lo Scenic Word è la classica attrazione turistica, ma il biglietto vale per tutta la giornata e per un numero illimitato di corse per cui si può scorazzare tranquillamente.
Il mio consiglio è di giocare d'anticipo e scendere nella foresta con il primo trenino per poter godere dell'ambiente e dei suoni anticipando l'arrivo delle orde dei turisti.


Ci sono altre cose da vedere alle Blue Mountains e non ci si stufa di sprofondare nell'orizzonte ma, ahimé, il tempo a nostra disposizione è terminato e dobbiamo prendere il treno per tornare a Sydney.





Alla prossima!
elipisto

09 aprile 2018

Hoi An: giorno e notte


Lampade colorate ondeggianti nella brezza serale ad illuminare debolmente le strade ricche di botteghe straripanti di mercanzia, frementi riflessi sulle placide acque del fiume Thu Bon.
Potrebbe essere la descrizione di un villaggio cinese dell'inizio del secolo scorso, in realtà, è la caratteristica di Hoi An, piccolo gioiellino vietnamita che attira frotte di turisti proprio per la sua atmosfera; la fortuna attuale deriva dalla sfortuna di essere caduta, sul finire del XIX secolo, nell'oblio a causa dell'insabbiamento del fiume su cui si affacciava il frequentato porto frequentato da navi cinesi e, in parte, nipponiche.
I commercianti  giungevano nella (allora) cittadina portuale sospinti dai venti monsonici per ritornare nelle terre natie grazie ai venti contrari. Durante i 4 mesi di permanenza venivano affittati edifici sul lungofiume utilizzati come case private e magazzini per le merci.


Gallo "ruspante"...
Alle botteghe si alternano gli ingressi alle diverse congregazioni o case riunioni dei cittadini cinesi - costruite a partire dal XVII secolo - ricche di draghi e sontuosi bonsai in cui aleggia il profumo dell'incenso per far salire al cielo le richieste di fortuna e denaro; alcuni di questi edifici sono ancora frequentati dai vietnamiti di origine cinese.

E' bello passeggiare al di fuori delle due/tre vie centrali - piene di negozi di souvenir e di botteghe in cui farsi cucire un abito su misura - dove il ritmo rallenta e la folla diminuisce e i galli razzolano sui marciapiedi, ah no quello succede indipendentemente dalla presenza dei turisti! 


Con il calare del sole l'atmosfera si fa più romantica e suggestiva: l'illuminazione pubblica è quasi interamente fornita dalla luce soffusa e filtrata delle migliaia di lanterne appese tra gli edifici, ma bisogna non attardarsi troppo che vengono spente con la chiusura dei locali; nella Hoi An "moderna" sorta dall'altra parte del fiume i locali hanno più orari e gusti "occidentali".

Hoi An venne riscoperta all'inizio del secolo scorso e, dal 1999, è entrata a far parte del patrimonio dell'umanità dell'Unesco con più di 800 edifici considerati storici e pertanto protetti e preservati. L'ingresso e la visita ai diversi siti è sottoposta ad un ticket di ingresso del costo di 120.000 Dong (meno di 5 Euro!!!!) che permette la visita di 5 posti tra i 21 selezionati. Circa l'85% del biglietto viene utilizzato per il restauro e la conservazione del patrimonio architettonico e artistico della città vecchia (maggiori informazioni in inglese QUI)

Fortunatamente, le frotte dei turisti non sono ancora riusciti a piegare l'autentica anima vietnamita che  la si può ritrovare nel vivace mercato, ma questa è un'altra storia che racconterò prossimamente.

Le mie foto non sono in grado di esprimere la pienezza dell'atmosfera, soprattutto quella mattutina o serale quando ci sono meno turisti in giro, per cui ecco una selezione del centinaio di foto che ho scattato.
La quiete del mattino


 
Spirali di incenso














Alla prossima!
elipisto

Sopra e sotto il comodino - Letture primaverili...ma non troppo

Marzo è arrivato e la primavera bussa alle porte con le gemme che spuntano sui rami, i fiori che ingentiliscono i prati e gli alberi, le ...