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28 febbraio 2020

Essere turisti a casa propria: L'abbazia di Chiaravalle

Ciao a tutti!
Da un paio di anni casa mia è diventata anche la Lombardia, regione che conoscevo poco e da "brava" piemontese vedevo con sospetto e diffidenza, d'altronde si sa che "Torino inventa e Milano ruba le idee! Ci hanno provato pure con il Salone del Libro!" 
Stereotipiti e frasi fatte a parte, perché non dare nuova linfa a questa piccola rubrica condividendo le scoperte che faccio? 
Proviamoci e vediamo quanto dura.

Una delle prime cose che hanno solletticato la mia curiosità è il campanile che, poco dopo la stazione di Rogoredo, si staglia quasi a bloccare l'avanzare del cemento, d'altronde è ai confini del Parco Agricolo Sud Milano ossia una corona di verde a contrastare il cemento urbano.


Il campanile, dalla forma ottagonale, è conosciuto ai milanesi con il nome di "Ciribiciaccola" ed è, probabilmente, la caratteristica maggiore dell'Abbazia di Santa Maria di Chiaravalle fondata nel lontano 1135 da Bernando di Chiaravalle. 
La chiesa, essendo stata edificata tra il 1150 e il 1160, rappresenta uno dei primi esempi di architettura gotica in Italia, ma all'interno del complesso religioso ci sono influenze rinascimentali di nomi come Bramante e Luini, mentri gli affreschi del transetto e del presbiterio sono dei fratelli Delle Rovere conosciuti come Fiammenghini.


Il complesso venne abbandonato nel 1798 durante il periodo napoleonico; negli anni successivi una parte di esso, tra cui parte del Chiostro del Bramante, venne distrutto per fare spazio alla linea ferroviaria Milano-Pavia... quando si dice "lungimiranza e progresso".
I monaci vi ritornarono nel 1952 contribuendo a portare avanti i lavori di restauro.

Per apprezzare al meglio la storia, il rapporto con Milano, i cicli pittorici ed avere la possibilità di visitare il chiostro e la sala capitolare ci sono delle interessanti visite guidate che partono ogni ora. 


Bisogna essere grati ai monaci, non solo perché bonificarono parte della pianura padana, ma per sfruttare i surplus di produzione del latte, inventarono la formula segreta del Grana Padano che ancora oggi solletica il nostro palato. 

E' una frase fatta, ma Chiaravalle è un'oasi di pace e di tranquillità in mezzo alla frenesia di una grande città come Milano a ricordarci che ci può essere una vita con valori e ritmi diversi. Ha quasi dell'incredibile essere di fianco ad una delle arterie milanesi più trafficate, ossia la temibile Tangenziale Est e sentirsi in pace con il mondo e avere le spalle alleggerite dal peso dello stress. Tutte sensazioni espresse in modo assolutamente banale e scontato, ma assolutamente veritiere.

Io ho visitato l'abbazia una calda giornata estiva e ho piacevolmente approfittato nel refrigerio e conforto offerto dalla piccola bottega del complesso dove è possibile acquistare, oltre al gelato artigianale, dell'ottima birra trappista così si coniuga il piacere spirituale a quelle più godereccio!



Ovviamente, le informazioni non sono farina del mio sacco, ma le ho reperite su Wikipedia e sul sito del Monastero di Chiaravalle.

Nelle vicinanze c'è l'abbazia di Mirasole, prima o poi vado a vedere com'è!
Alla prossima!
elipisto

20 ottobre 2012

XI tappa - Milano - Museo della scienza e della tecnica

Ciao a tutti!

In un giorno di ferie e complici le offerte Trenitalia ho deciso di andare in quel di Milano per visitare 
il Museo della scienza e della tecnica (http://www.museoscienza.org/
in cui ero incappata per caso mentre mi recavo al vicino Cenacolo in un giorno di fine agosto dell'estate precedente.
Interno del sottomarino: comodo
 e confortevole

L'esterno: la torretta da cui esce il
periscopio e il boccaglio
per la presa d'aria 
Probabilmente, dall'agosto del 2005 il museo è un po' più noto per il fatto di ospitare il sottomarino Toti che, per essere trasportato da Cremona, dove era ormeggiato, a Milano dovette superare molte difficoltà di carattere logistico organizzativo: le strade urbane e il traffico milanese non sono di certo l'ambiente nel quale un sottomarino riesca a muoversi agevolmente.

Postazione radar
Qui è possibile trovare l'epopea del trasferimento del Toti e qualche notizia tecnica.

Il museo non è solo il Toti ma è molto, molto altro.

Seguendo il filo logico dell'evoluzione dei manufatti che ci circondano si passa dai prototipi del genio visionario per eccellenza: Leonardo da Vinci, alle nanotecnologie, senza dimenticare l'impatto sulle nostre vite delle industrie dei metalli, della chimica e della produzione di energia andando dal carbone al nucleare. Con incursioni sulla storia dei trasporti via rotaia e sulla creazione di strumenti musicali.

Ho apprezzato la sezione dedicata alla comunicazione forse perché a me più comprensibile oppure perché più interattiva: ho schiacciato tutti i pulsanti possibile, girato tutte le manopole e provato a mandare un SOS con il telegrafo Morse!

Opinioni finali: il museo, probabilmente per gusti personali,non mi ha entusiasmato ma sono riuscita a trascorrerci circa 4 ore.
 Ho trovato il percorso di visita suggerito difficile da seguire: spesso e volentieri mi trovavo a ripercorrere i miei passi in quanto mi ero persa un pezzo di museo! 
I prototipi di Leonardo me li aspettavo più grandi e avevo l'aspettativa di poterli in qualche modo vederli in funzione.
Ho apprezzato la sezione relativa al riciclaggio e all'ambiente e allo sforzo fatto per rendere comprensibile a chiunque l'importanza del riciclaggio e di un comportamento più consapevole.

Alla prossima tappa!

elipisto

Sopra e sotto il comodino - Letture primaverili...ma non troppo

Marzo è arrivato e la primavera bussa alle porte con le gemme che spuntano sui rami, i fiori che ingentiliscono i prati e gli alberi, le ...