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26 marzo 2025

Sopra e sotto il comodino - Letture primaverili...ma non troppo


Marzo è arrivato e la primavera bussa alle porte con le gemme che spuntano sui rami, i fiori che ingentiliscono i prati e gli alberi, le 50 sfumature di verde dei campi. Chissà se le mie letture sono state influenzate da questa atmosfera di rinascita?

Vita avventurosa di un'acciuga cantabrica di Lucio Di Ciccio - L'Orma editore - 180 pagine

Potevo esimermi dal comprare questo ebook dal titolo così curioso? Io, che sono cresciuta con Sandokan e il Corsaro Nero. Impossibile!

In una lunga confessione al suo boia, giudice e carceriere il marinaio Giovanni ripercorre la sua vita picaresca: prima in fuga dal suo porto natio, poi a fare il panettiere sul Bosforo, per finire in Patagonia passando per un nave tedesca e lasciando dietro di sé figli abbandonati e cuori infranti tranne uno..
Una lettura veloce, divertente, con quel tocco di irreale che non guasta.


Ho visto questo titolo inviato dalla casa editrice a qualche booktuber e mi ha incuriosito. Fortunatamente la mia biblioteca ce l'aveva disponibile al prestito.
Il libro è un omaggio alla grande letteratura ottocentesca di Tolstoj e Dostovskij sia per l'accurata descrizione dell'aristocrazia di quel tempo che per le storie di amori drammatici. L'omaggio si estende alla tipologia di scrittura utilizzata dall'autrice che palesemente si rifà ai capolavori russi.
Non si tratta di un brutto libro, anzi! Però gli amori travagliati poco m'interessano, soprattutto quando non c'è altro che possa accendere la mia curiosità; confesso di aver letto saltato qualche paragrafo di quanto in quanto. Inoltre, la parte della rivoluzione russa è limitata a poche pagine nel finale, mentre avrei sperato che fosse più presente visto anche il forte impatto che ha avuto sull'aristocrazia. C'è da dire che il titolo dice "prima" della rivoluzione e non durante... 
Consigliato a chi ha simpatizzato per Anna Karenina. 

Il dio dei boschi di Liz Moore - Trad. di Ada Arduini -  NNEditore - 544 pagine

Io ho regalato questo libro e il mio compagno l'ha ricevuto per Natale: forse uno dei casi letterari dello scorso anno.
Confesso che ho approcciato questo romanzo con aspettative piuttosto alte sentivo parlare di capolavoro, di thriller letterario. Al termine della lettura posso dire che il mio parere - per quel poco che vale - è più tiepido. Sicuramente una buona lettura scritto in modo piacevole, non banale ma non un capolavoro. 

Liz Moore usa l'escamotage della scomparsa, in momenti diversi, dei due figli della ricca e potente famiglia Van Laar, proprietaria di un campeggio estivo, per raccontare le diseguaglianze sociali presenti negli Anni' 60 e '70 negli Stati Uniti, diseguaglianze che, mi sa, sono ben presenti ancora adesso. 
Coloro che hanno i soldi sono tutti, specialmente i personaggi maschili, indistintamente odiosi, arroganti, prepotenti ed egoriferiti (se viene in mente qualche altro aggettivo spregevole, si può tranquillamente applicare alla cricca dei Van Laar), circondati da coloro che hanno una vita più modesta (giardinieri, cuochi, personale del campeggio, poliziotti...), ma:

 "cosa farà ora, si domanda Judy (l'ispettrice di polizia), se lei e suo padre perdono il campo estivo? [...] e si risponde da sola: staranno benissimo. Gli Herwitt - come Judy, Louise Donnadieu, e perfino Denny Hayes - non hanno bisogno di contare su nessuno, a parte se stessi. 
Sono i Van Laar, e le famiglie come loro, che dipendono sempre dagli altri."

Se i ricchi maschi sono quasi un'identità unica, le figure femminili si stagliano forti, pur nelle loro incertezze e nei loro difetti, rivendicando il loro diritto ad essere considerate alla pari dei maschi, ad avere la possibilità di uscire dalla strada che altri hanno disegnato per loro, reclamano il diritto di avere delle opinioni, di poter fare un lavoro, di essere considerate per quelle che sono. Così come per le differenze di classe, anche per la questione di femminile, si  tratta di situazioni che possono essere traslate nella contemporaneità. Questo credo che sia il punto di forza del libro: parlare di oggi attraverso un thriller che si legge molto facilmente.
Leggerò presto altro di Liz Moore.

Il Conte di Montecristo di Alexandre Dumas letto da Moro Silo.

CAPOLAVORO. Signori, la seduta è tolta!

Cosa si può dire di diverso. Nulla. 

Dopo aver visto la serie tv trasmessa di recente sulla Rai mi è venuta voglia di rileggere, o meglio riascoltare, il Conte di Montecristo. Ho il difetto di dimenticarmi abbastanza velocemente i dettagli dei libri che leggo per cui mi sono tuffata tra le pagine di Dumas quasi come se fosse la prima volta. Che meraviglia! E sì, la serie televisiva, pur essendo un buon prodotto televisivo, ha delle grosse differenze rispetto al libro. Chapeau a Moro Silo che ha letto ed interpretato questo tomone alla perfezione.

All'avvicinarsi della primavera ho letto di un condannato all'impiccagione, di un amore tragico, di bambini scomparsi e di amore e vendetta. No, direi che le mie letture seguono stagionalità proprie.

Non avrò letto libri a "tema primavera" ma, ho fatto delle buone letture che è la cosa più importante.

Alle prossima!

Elisa



03 marzo 2025

Sopra e sotto il comodino: Febbraio 2025

 Ciao! ecco un'infilata di letture tra boschi, giardini e città incantate.

Prima lettura o meglio ascolto terminato a febbraio: Tornare dal bosco di Maddalena Vaglio Tanet.

Una maestra si sente responsabile per il suicidio di una sua allieva. Martino è un bambino che da Torino è stato costretto a trasferirsi nel Biellese per respirare aria buona e curare la propria asma. Le due vicende si intrecciano in un percorso di crescita e consapevolezza, arricchite dalle vicende famigliari. 

Questo titolo mi aveva incuriosito per il titolo (amo i boschi) e per la copertina...leggere la trama è, talvolta, sopravvalutato. Purtroppo, il mio ascolto è stato distratto (normalmente non accade) per cui quello che posso dire è che la storia mi ha fatto una piacevole compagnia, ma non mi ha segnato e, probabilmente, tra qualche mese il ricordo svanirà. 


La città e le sue mura incerte di Murakami Haruki (trad. di Antonietta Pastore).

Sarà riuscita l'ultima fatica di Murakami e farmi innamorare delle sue opere? 
Risposta breve: sni. 
Risposta più articolata: nei romanzi di Murakami non c'è nulla che non possa piacermi: realismo magico (uno dei miei scrittori preferiti è Gabriel Garcìa Marquez), riflessioni sul senso del tempo, sulle costrizioni della società e, almeno in questo romanzo, ci sono pure le biblioteche, non sono neanche una lettrice che pretende di avere tutto spiegato. Ma. Ma, non ha fatto "click". Intendiamoci, non è un brutto libro, anzi scorre via velocemente, ma non mi risuona. Peccato, anche se forse è il titolo dell'autore giapponese che mi è piaciuto di più tra quelli che ho letto.

"Sì, mi sono detto, ma può darsi che la realtà non sia una sola. La realtà è forse qualcosa che noi dobbiamo scegliere tra tante possibilità."

Forse, per dare una parvenza di serietà a questo blog dovrei dire di cosa parla il libro ma, come ho scritto per la lettura precedente, leggere le trame è, talvolta, sopravvalutato e con Murakami non è così fondamentale che, bene o male, per quella che è la mia esperienza, le tematiche trattate in questo titolo sono presenti in toto o in parte in altre opere, ad esempio 1Q84 o Norwegian wood.

La confraternita dei giardinieri - Come un gruppo di uomini uniti dalla passione per le piante rivoluzionò la botanica e i giardini d'Europa di Andrea Wulf

Questi sono i testi di non fiction/saggi divulgativi che mi piacciono: ambientati in quel periodo in cui la Scienza spazzava i preconcetti antichi - altrimenti detto Illuminismo - e dove c'era tutto (o quasi) da scoprire, catalogare, sistematizzare. Doveva essere un bel periodo in cui vivere se si era uomini appartenenti ad una certa classe sociale. 
Il testo riprende le vicissitudini di un manipolo di botanici, giardinieri, ricchi borghesi che nel corso della seconda metà del 1700 hanno rivoluzionato i giardini inglesi.

L'ampliamento delle varietà botaniche presenti nei vivai va di pari passo con l'ampliarsi dell'impero britannico, prima con l'afflusso delle sementi dalle colonie americane, poi da tutto ciò che era "compagnia delle indie", per finire con il continente australiano scoperto da poco.
Come impostazione mi ha ricordato un altro testo di narrativa che avevo apprezzato: La conquista della meteorologia di Peter Moore edito Nutrimenti, chiaramente focalizzato su quello che ha portato a comprendere i fenomeni alla base delle previsioni del tempo.

Nuoto libero di Julie Otsuka (Trad. Silvia Pareschi)

Titolo comprato lo scorso mese e, cercando, di non lasciar depositare troppa polvere sulle copertine l'ho preso in mano subito dopo aver finito di leggere Murakami.
Già dalle prime pagine compare la cifra stilistica dell'attrice: il punto di vista collettivo, l'uso del noi per descrivere un gruppo di persone dall'interno. Modalità di scrittura che avevo molto apprezzato nel titolo precedente che avevo letto dell'attrice, ossia "Venivamo tutte per mare". Però nel caso di questo titolo lo spunto narrativo è quello di un gruppo di persone che usufruisce di una piscina privata e fronteggia la comparsa di crepe. Sinceramente, uno spunto un po' debole e, secondo il mio gusto portato avanti un po' troppo a lungo. 
La seconda metà del libro si focalizza su una delle nuotatrici - Alice - che fronteggia una forma di demenza con il progressivo alternarsi di cose che ricorda e che non ricorda. Con frasi brevi, ripetizioni volute, cambi di punti di vista, la perdita del contatto con la realtà è ben reso. 
Per chi ha a che fare con persone in una qualche condizione neurologica degenerativa può essere doloroso. 
Per chi legge un po' di inglese ho trovato quest'intervista molto interessante:

A febbraio, tra offerte e qualche buono, sono entrati nella mia libreria ben 3 ebook: 
  • Wellness di Nathan Hill che dopo averlo regalato sono curiosa di leggerlo pure io
  • La variante di Lüneburg di Paolo Maurensing perché è da anni che mi incuriosisce
  • La camera azzurra di George Simenon perché non ho ancora letto il titolo tra i più famosi della sterminata produzione dello scrittore belga.
E con questo posso considerare chiuso il mese di febbraio. 

Alle prossime letture!

Elisa

06 febbraio 2025

Sopra e sotto il comodino: Le altre letture di gennaio 2025

 Ciao!

dai dai che almeno due post di fila li riesco a pubblicare. Ecco altri 4 libri letti a gennaio. QUI le prime letture dell'anno 

La panne. Una storia ancora possibile di Friedrich Dürrenmatt

Signore e signori abbiamo il primo 5 stelle dell'anno! Lo scorso anno mi sono appassionata ai "libri shottini", ossia quei racconti brevi ma perfetti. La panne rientra perfettamente in questa categoria: in sole 87 pagine viene raccontata una vicenda da suo inizio fino al suo culmine. Lo spunto di trama è quello di un rappresentante che con l'auto in panne è costretto a trascorre la serata ospite di un ex giudice, di un ex
pubblico ministero, di un ex avvocato e di un ex boia...in pratica un tribunale informale. In poche pagine Dürrenmatt riflette sulla giustizia "naturale" in contrapposizione alla giustizia "burocratica". 
Mi sa che recupererò altro di lui. 

L'ordine nascono - La vita segreta dei funghi di Merlin Sheldrake

Altra lettura da 5 stelle. Un saggio divulgativo sul regno dei funghi che sono ovunque sopra e sotto terra, dentro e fuori di noi. 
Uno dei saggi meglio fatti che mi è capitato di leggere; nella mia personale classifica è al livello de "La sesta estinzione" di Elizabeth Kolbert, premio Pulizer per la saggistica nel 2025. 
Interessante, informativo, inquietante a pensare cosa sono in grado di fare e di far fare questi organismi viventi. La lettura mi ha occupato molto tempo perché le informazioni, ancorché, di non difficile comprensione erano abbastanza nuove per me: la mia conoscenza era limitata al fatto che i funghi fanno parte di un regno a parte, i licheni sono la simbiosi tra alghe e funghi e che i pejote sono funghi allucinogeni. I funghi sono molto di più: reti interconnesse, vie di trasporto di nutrimenti, rete di allarme, soggetti manipolatori e che si innescano nel cervello delle formiche...e se lo fanno con le formiche chissà che possono combinare. 


Come gli alberi le foglie di Gianni Biondillo

Un romanzo sulla Prima Guerra Mondiale e sui Futuristi raccontato su due piani temporali e narrativi che si intrecciano.
Il titolo si rifà chiaramente alla poesia di Ungaretti:

Soldati
"Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie"

Ma la guerra al fronte non è la guerra eroica, pulita che teorizzano a cui aspiravano i Futuristi, ma è quella dove "i soldati in trincea cadevano a terra falcidiati, a mucchi, a mazzi, come sugli alberi le foglie quando arriva l'autunno. In piena primavera".

Il filo narrativo delle vicende belliche e della vita sul fronte è tenuto dalla figura di Antonio Sant'Elia, architetto comasco che è entrato nella corrente del Futurismo per la sua idea di città, ma di cui non asseconda le posizioni interventiste. Le vicende di Sant'Elia si intreccia con i futuristi milanesi: Marinetti, Boccioni, Balla, Russolo. 
Questo intreccio, sul finire del libro, si fa più confusionario e diventa tutto un po' troppo. Se si ha letto "Un anno sull'altopiano" di Lussu (che fa pure un cameo),  oppure "Niente di nuovo sul fronte occidentale" di E. Remarque e se si ha visitato qualche museo che ospita opere futuristiche alla fine non si scopre nulla, anzi ho avuto quella sensazione, per me fastidiosa,  di non capire il confine tra finzione letterarie e biografia/anedottistica. 
In generale, è una buona lettura con una penna non banale che sperimenta registri diversi come quando imita la scrittura sincopata e onomatopeica dei Futuristi.


Kramer contro Kramer di Avery Corman

Edizione recuperata nel punto bookcrossing vicino casa. Kramer contro Kramer sapevo che fosse un film pluripremiato, ma come spesso succede la storia è tratta da un libro uscito nel 1977.
Il matrimonio di una coppia giunge al termine con Joanna che, stretta nel ruolo di moglie e madre, non sopporta più la vita coniugale e scappa lasciando il figlio alla custodia del padre Ted che "si considerava un simpatizzante femminista. Si sforzava di "fare la sua parte" [..]La gestione della casa però spettava a lei. Lui la aiutava con Billy; gli faceva il bagno, lo portava fuori qualche ora durante il weekend. Però era Joanna la responsabile: era lei che doveva provvedere ai suoi vestiti, alla sua dieta […]. Lui era il papà, ma la mamma era lei. Lui desiderava aiutarla. Gli sembrava giusto aiutarla. Era quello che faceva: aiutava, e basta. Fondamentalmente, Billy rimaneva un problema di Joanna."
Da qui inizia la parte che più mi è interessata ossia la maturazione di Ted in un padre presente e responsabile. 
Leggendo questo romanzo ho capito, o meglio ho avuto la conferma, che come lettrice non apprezzo le relazioni tra adulti (spesso appartenenti al ceto medio) se non inserite in una trama di più ampio respiro. 

Gennaio si conclude con ben 8 libri letti: ho ricominciato la vita da pendolare e, forse, sono riuscita a limitare il tempo sprecato a scrollare i social. 
Il bilancio è positivo: un paio di letture da 5 stelle, ma soprattutto nessuna delusione. 

Chiaramente, in barba ai buoni propositi di rivolgermi alla biblioteca sono entrati 3 volumi: due di seconda mano e uno recuperato al solito bookcrossing vicino casa. 
Il Libraccio ha rifornito la mia libreria di Nuoto libero di Julie Otsuka di cui avevo apprezzato "Venivamo tutte per mare" e Le spietate di Claudia Cravens perché ad un western al femminile non si dice di no; infine, ho recuperato Louisiana di Maurice Denuzière perché ho un ricordo di averlo letto o, almeno, di averlo visto nella libreria dei miei genitori e l'ho voluto avere.

Alle prossime quattro letture che, credo si farà attendere che sto leggendo libri corposi e la vita da adulta mi sta "tirando la giacchetta".

Adesso dovrei fare la cosiddetta "call to action" ossia coinvolgere il lettore di questo post ad interagire ma dato che a leggere questo blog siamo in due evito di chiedere come sono andate le tue, sì tu che passi di qua, di letture 😜

Alla prossima!

elisa




11 agosto 2022

Letture ai tempi del covid

 Il primo starnuto dopo due anni e mezzo è stato quello che annunciava l'arrivo del Covid. Per fortuna l'ospite indesiderato non è stato troppo invadente e ha lasciato il tempo di leggere ma, tra la concentrazione ballerina e il caldo che fa evaporare il cervello, sono andata alla ricerca di letture più leggere accantonando temporaneamente quello che stavo leggendo. 

Prima lettura: Micro di M. Crichton/R. Preston

Nei meandri dell'ereader ho trovato questo titolo di cui non sapevo nulla, ma Crichton scrive romanzi di "avventura" (come offendere la memoria dell'autore in una sola parola) per cui ho iniziato a leggere.

La trama in breve: in un ufficio di un avvocato vengono trovati 3 cadaveri che riportano solo dei piccolissimi tagli. La Naningen Micro-Technologies ha sede nella zona industriale di Honolulu e si occupa di microtecnologie mediche con lo scopo di scoprire e brevettare nuovi principi farmacologici di cui la natura è piena. La Naningel ha bisogno di nuovi scienziati per le sue attività e recluta sette giovani dottorandi esperti di veleni, insetti, feromoni che si trovano catapultati nel cuore della foresta a lottare per la propria vita, questa volta al fondo della catena alimentare della fauna hawaiana. 

Questo è stato il mio primo approccio a Crichton e, probabilmente, non è la scelta consigliabile perché è stato completato da Richard Preston a causa della morte dell'autore, non che mi sia accorta di una differenza di penna. 

Impressioni di lettura: All'inizio la storia prende parecchio perché volevo sapere come i sette giovani si sarebbero adattati alla vita della foresta, dopo è stato un lungo cadere nella crudeltà della natura che lo è in quanto tale e non per raziocinio (come accade al supercattivo di turno). Confesso che alcune cose le ho lette molto velocemente che quando si vedono i documentari di animali che uccidono altri animali fa un'impressione diversa da quando la stessa situazione vede come elemento debole della catena alimentare la specie umana. Alla fine i cosiddetti "plot twist" sono un po' improbabili e ci vuole tanta sospensione della credulità. Secondo me può piacere, non a caso, a chi è appassionato di Jurassic Park, diciamo che la prima parte è più simile a al film di Spielberg, la seconda alle ultime uscite del franchising.

Seconda lettura: Il museo delle ombre segrete di Elly Griffiths

Altro recupero nei meandri dell'ereader, credo risalente al periodo degli acquisti del primo lockdown. 

Breve trama: Nel piccolo museo locale di Nolfolk manca un'ora all'apertura dell'antica bara risalente al XVI secolo sta per essere aperta e mostrare le resta mortali di xxxxx, ma qualcosa va storto e c'è un cadavere di troppo ed è quello del direttore del museo. Nelle indagini viene coinvolta un'archeologa forense: Ruth Galloway. Cosa centra il direttore del museo con le scuderie... lo si scoprirà nel corso della lettura

Impressioni di lettura: cosa dire per non fare spoiler...diciamo che alla scena in cui un druido (vero o presunto) ha iniziato a fare dei magheggi attorno ad un fuoco per salvare un'altra persona colpita di striscio e per errore da una maledizione lanciata da un potente sciamano aborigeno (che al mercato mio padre compro....), ecco la credibilità della storia è andata un po' a farsi friggere. Però mi ha strappato un paio di risate in giornate lente e noiose. Questo volume non è il primo della serie, ma ci sono parecchi riepiloghi delle puntate precedenti.

Terza lettura: La strada dei papaveri del duo belga  Veronique Biefnot e Francis Dannemark


Libro acquistato in occasione del Bookpride 2022 presso lo stand di scrittura pura che è rimasto poco a prendere la polvere nel (vano) tentativo di evitare di accumulare libri...

Breve trama: un viaggio on the road attraverso l'Europa di un gruppo di anziane in compagnia di Olena, una ragazza ucraina, che cerca di ricongiungere la famiglia. 

Impressioni di lettura: il tono della storia non è quello  ironico e scanzonato del filone nordico de "Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve" o de "La banda degli insoliti ottantenni", ma il gruppo dei protagonisti convive con i propri acciacchi e propri ricordi. E' uno di quei libri delicati e coccola che scaldano il cuore dove tutto finisce bene e l'amore e la comprensione trionfano ma, senza cadere nello sdolcinato.

Ultima lettura conclusa post covid: L'ultimo viaggio di Amundsen di Monica Kristensen

Ammalarsi nella settimana più calda dell'anno, se non del secolo (almeno fino ad ora) con la sola compagnia di un ventilatore è un'esperienza abbastanza impegnativa e sudaticcia (che pessima immagine...), per cui cosa fare di meglio se non immergersi - figurativamente - nei ghiacci della calotta polare? 

Breve trama: la storia è quella nota e conosciuta del dirigibile Italia schiantatosi nei ghiacci a Nord delle Svalbard e della poderosa opera di soccorso a cui partecipò, a titolo personale, Roald Amundsen la cui figura aveva già i contorni del mito che divennero quelli di leggenda dopo il suo mancato rientro dalla spedizione. 

Impressioni di lettura: il titolo lascia pensare che il protagonista sia Amundsen, in realtà si tratta di una ricostruzione dettagliata - forse un po' troppo - delle forze dispiegate nell'operazione di recupero di Nobile e dell'equipaggio del dirigibile Italia. Non mancano i dati tecnici degli aerei e delle navi impiegate (apertura alare, capacità di carico, consumi etc...); quello che personalmente è mancato è il racconto umano, l'approfondimento psicologico dei vari personaggi e la figura di Amundsen viene relegato a comprimario. In ogni caso, il governo fascista non ci fece una buona figura abbandonando parte dell'equipaggio del dirigibile al suo tragico destino, nonostante il supporto ricevuto dalle navi russe che già avevano tratto in salvo gli altri italiani dell'accampamento della tenda rossa di Nobile. Il primo libro del catalogo dell'Iperborea che ha ricevuto "solo" tre stelline da parte mia.

Io sono guarita per cui posso riprendere le letture de "Il secolo breve" di Eric J. Hobsbawm e di "Jonathan Strange e il signor Norrell" di Susanna Clarke che per tematiche, il primo, e per storia e stile di lettura, il secondo, procedono lentamente.

Buone letture!

13 gennaio 2021

Sopra e sotto il comodino: i miei premi per le letture del 2020

 Ciao a tutti!

Inizio anno è tempo di bilanci e l'unico che mi sento di condividere è quello delle letture.

Goodreads dice che ho letto parecchio: 82 libri, per quasi 22.000 pagine. 

Ho letto tanto, alcune letture memorabili, altre sono già finite nel dimenticatoio, anche se non ho letto libri pessimi da voler gettare il libro fuori dalla finestra ad ogni pagina.

Come mio solito il bilancio è un po' sui generis e si basa sulle mie personalissime sensazioni di lettura con dei "premi" fantasia.

Iniziamo con l'immancabile premio per il miglior libro letto va a...

rullo di tamburi

Furore di John Steinbeck 

che ha sbaragliato la concorrenza di Stoner, A sangue freddo, I racconti di Pietroburgo, Cecità (letto pochissimi autori italiani, quest'anno...), Acquadolce

E' uno dei classici della letteratura americana a ragione: racconta l'epopea della famiglia Joad che dalle terre ormai impoverite dell'Oklahoma migrano verso la California spinti dal desiderio di potersi guadagnare da vivere dignitosamente. 

Questo romanzo è un capolavoro per tematiche ancora attuali a quasi ad un secolo di distanza, per aver "osato" con il linguaggio e per quel senso polveroso che ti rimane addosso.

Dopo il miglior libro letto nel 2020 è giusto dare spazio alla peggiore lettura.

Quest'anno ho letto più di qualche libro che non mi ha entusiasmata, ma in ognuno di essi ho sempre trovato un aspetto positivo. Insomma, nessun libro da una stellina o meno!

Il premio per la lettura che è rimasta sul gozzo è:

La storia culturale del clima di Wolfgang Behringer 

Vero è che il clima ha un impatto fondamentale (e ne avrà sempre di più) sulle vite umane e che occorrerebbe inserire la variabile climatica nell'analisi storica, ma sostenere che sia l'origine principe di qualsiasi evento della Storia, mi sembra francamente un po' eccessivo. Inoltre, le teorie sono eurocentriche e non si parla praticamente mai di quello che è accaduto nell'impero cinese o nel continente africano. 

Concilia molto bene il sonno.

Davanti alla sinossi di un libro e alla sua copertina il lettore carica di aspettative l'oggetto che ha tra le mani e, quando queste aspettative sono disattese, ecco che arriva la delusione.

Il premio per "pensavo fosse amore invece era un calesse" 

va, a malincuore, a 

L'annusatrice di libri di Desy Icardi

E' un romanzo che parte da uno spunto interessante: Adelina, una ragazzina con difficoltà di inserirsi a scuola, che scopre di avere il raro dono di leggere l'intero contenuto di un libro annusandolo. Ovviamente è un dono che fa gola ai male intenzionati. Il mio problema principale è che le vicende di Adelina si intrecciano con quelle della zia Amalia che la ospita e il ruolo delle vicende umane e, soprattutto, sentimentali della zia diventano predominanti e, ai miei occhi, poco interessanti e non così utili ai fini della storia. 

Per ci sono anche i casi in cui pensavo fosse un calesse invece era amore nel senso che quando ho letto Il meteorologo di Olivier Rolin pensavo di trovare le vicende di uno studioso del cielo, invece mi sono trovata catapultata in Russia delle epurazioni staliniane.

Mentre stiamo esplorando il "lato oscuro" delle letture continuiamo con il premio per il peggior finale che va a:

Bull Mountain di Brian Panowich 

in cui l'ultima pagina mi ha fatto alzare un sopracciglio e rovinato parecchio la storia, della serie che non sta né in cielo né in terra e neanche nel baule dell'auto.

Torniamo a parlare di cose più piacevoli con 
il premio per la copertina più bella:


E' azzurra, ci sono le nuvole...non posso desiderare altro.

Ma la copertina, oltre ad attirare l'attenzione del lettore dovrebbe anche raccontare qualcosa del libro, per cui il premio per:

la copertina più azzeccata
 oltre a Cecità di Jose Saramago è quella di 



in cui, alla fine, si comprende cosa rappresenta quella figura di vecchio che sembra il San Girolamo di Caravaggio o un anziano Tolstoj.

Non ho nominato tante letture notevoli che il post è già lungo! Tutti gli aggiornamenti in tempo quasi reale sono su Goodreads.

Traendo qualche conclusione: ho letto alcuni capolavori, ho incontrato nuovi scrittori e vecchie conoscenze, mi sono avventurata a leggere più classici del solito, ma ho letto meno saggistica dello scorso anno. Ho letto libri pubblicati da poco e libri con qualche secolo sul groppone; ho letto e, stranamente apprezzato, letteratura americana con cui spesso non vado d'accordo, letteratura islandese, francese, svizzera, sudamericana, ho letto le mie prime due autrici nate in Africa. 

Al solito, ho comprato qualche libro di troppo ma solo 16 cartacei di cui ne ho letti ben 10. Ho rimpinguato la scorta di ebook, ma a mia discolpa posso dire che ho largamente approfittato delle risorse messe gratuitamente a disposizione da alcune case editrici durante il lockdown. 

Per il 2021 c'è il solito buon proposito di attingere alle mie scorte infinite senza fare (troppi acquisti). Buon proposito che si scioglierà come neve al sole non appena varcherò la soglia di una libreria.

Alla prossima e buone letture!

elipisto

29 novembre 2020

Sopra e sotto il comodino: End of the Year Book Tag

 Ciao!

il post sulla Carnia mi sta prendendo più di tempo del previsto e allora mi viene in soccorso Teresa di Bee_Book_a_Luna che, su YouTube, ha recentemente proposto un tag libresco dal titolo "End of the Year Book Tag". Si tratta di 6 veloci domande che permettono di parlare di libri. E' un tag che circola sul web da qualche anno, credo che il merito per aver messo in fila queste domande sia di Ariel Bissett.

Bando alle ciance e iniziamo!

1. Ci sono libri che hai iniziato quest'anno e vuoi finire?

Penso di riuscire a finire di leggere i libri che ho attualmente in lettura, per cui parlo dell'unico (credo) libro che ho iniziato a fine febbraio ed è ancora lì, fermo a pagina 278, si tratta de "Le Correzioni" di Jonathan Franzen recuperato da un punto di bookcrossing sulla strada del lavoro appena prima che ci rinchiudessero in casa e, probabilmente, lo associo inesorabilmente alla quarantena, in più prenderei a schiaffi tutti i protagonisti nessuno escluso (ed è questa la bravura di Franzen), per cui non so se lo finirò entro fine anno. Da un lato mi spiace tenerlo bloccato e vorrei, una volta finita la lettura, riportarlo al bookcrossing, ma non ho particolarmente voglia di leggere di personaggi complicati che già sono tempi complicati. Forse non ho risposta "correttamente" alla domanda, passiamo oltre.

2. Hai un libro particolare che consideri "autunnale" che ti accompagni nella transizione verso fine anno?


Posso rispondere con tre letture? Io dico di sì. Il primo scrittore è Kazuo Ishiguro che con le sue atmosfere melanconiche mi ricordano i primi freddi e le giornate nebbiose, se devo citare un libro direi "Il gigante sepolto" dove la nebbia cancella i ricordi. 

La seconda scrittrice è Fannie Flagg che va bene per tutte le stagioni ma suoi libri hanno  quell'atmosfera da buoni sentimenti che fa tanto divano e copertina, un titolo adatto alla stagione di transizione? "Pane cose e cappuccino dal fornaio di Elmwood Springs" dove la transizione porta ad una rinascita. Infine, non so bene come mai, l'autunno mi fa venire voglia di letture a tema Resistenza e ho finito da poco di leggere uno dei libri preferiti di quest'anno: "L'Agnese va a morire" di Renata Viganò.

3. C'è un nuovo rilascio che stai aspettando?

Non sono molto attenta alle nuove uscite, aspetto sempre che sedimentino un po' ed escano in edizione economica, però c'è un'uscita che aspetto da quando gli autori si sono presi un anno (o più) sabbatico e si tratta del prossimo volume di Saga che chissà quando uscirà.

4. Quali sono tre libri che vuoi leggere entro la fine dall'anno


Per chi non fa liste di lettura e sceglie il prossimo libro da leggere in base all'istinto del momento potrebbe essere una domanda a cui è molto difficile rispondere oppure rispondere con qualcosa che chissà quando si avverrà. In questo momento posso rispondere la "Storia di re Artù e dei suoi cavalieri" di Thomas Malory che, dopo "il mago di M. di René Barjavel e "Un americano alla corte di Re Artù" di Mark Twain, mi sembra doveroso leggere il libro da cui tutto si è originato. 

Poi mi piacerebbe leggere "Il tempo e l'acqua" di Andri S. Magnason, però ho "Il cacciatore dei corsari" di Vindice Lecis che continua a farmi l'occhiolino dalla libreria. Vorrei anche leggere l'ultimo entrato che è "Bambole di pietra - La leggenda delle Dolomiti" di Paolo Martini per rimanere con la mente ancora in vacanza.

5. C'è un libro che pensi ancora possa sorprenderti e diventare il tuo preferito?

Non saprei, ma per superare Stoner, Furore e L'Agnese va a morire deve trattarsi di un gran libro, ma sono pronta a lasciarmi sorprendere.

6. Hai già cominciato a fare piani di lettura per il 2021?

Chi io? quella che non sa quale sarà la prossima lettura, che legge contemporaneamente tre libri e che decide sull'impulso del momento. No, direi di no, i piani di lettura non fanno per me, mi sembra di imbrigliare il piacere della lettura con paletti un po' inutili, mi piace essere anarchica. In ogni caso ho un sacco di libri da cui scegliere


Parte della scorta dei libri da leggere, senza contare l'ereader...

Quali sono i tre libri che vorreste leggere entro la fine dell'anno?

Alla prossima!

elipisto

21 gennaio 2020

Sopra e sotto il comodino - Un anno di letture

Ciao a tutti!

E niente, siamo a gennaio e sono già in affanno con il blog. Ottimo inizio!
Il tempo di uno starnuto e si è già a febbraio e a breve ci saranno violette e primule a farci compagnia.
Tempo di bilanci, che non amo fare, e di buoni propositi di cui amo ancora meno l'ipocrisia. Allora perché faccio il bilancio delle letture? Perché i libri sono il "mio tesssoro" e mi piace guardarli e riguardarli.
Mi faccio molto liberamente ispirare da una serie di domande proposto da molti dei booktuber che seguo che si chiama "The End of the Year Book Tag", togliendo e aggiungendo domande a mio piacimento.
Presto che è tardi! 


Con quale libro hai iniziato il 2019?
A Gennaio ho letto poco perché ero impegnata in un fantastico viaggio in Australia in cui non avevo tempo per leggere, per cui ho portato a termine un solo libro: 
"Vi racconto l'astronomia" di Margherita Hack 
che avevo iniziato nell'anno precedente. Un saggio divulgativo su come funziona l'universo che ha illuminato la mia più buia ignoranza sull'argomento.

Il primo libro interamente letto nel 2019 è il divertente 
"Il più grande uomo scimmia del Pleistocene" di Roy Lewis
in cui viene raccontata la parabola dell'umanità in modo ironico e sagace, lettura assolutamente consigliata.

Con quale libro hai terminato il 2019?
Con una lettura assolutamente inaspettata e che non avrei pensato di fare:
Moby Dick di Herman Melville
Ad un certo punto ho sentito il richiamo della balena bianca o di Ismaele e ho affrontato questa lettura complicata, ma che sono stata contenta di aver fatto.

Qual è il libro più corto, e quale il più lungo che hai letto quest'anno?
Per rispondere a questa domanda mi viene in aiuto Goodreads che mi dice che il libro più corto è 
"Memorie sui costumi della Cambogia" di Zhou Daguan 
di 55 pagine comprato al Book Pride di Milano dopo una chiacchierata sul Sud Est asiatico presso lo stand della O barra O Edizioni; si tratta di un breve reportage di un "ambasciatore/funzionario" cinese che racconta usi e consumi della corte khmer sottolineando le differenze con la più evoluta, almeno secondo il parere dell'autore, corte cinese.
Per quanto riguarda il libro più lungo Goodreads mi indica la raccolta completa dei fumetti di Corto Maltese, per un totale stratosferico di 1413 pagine, ma si tratta di un cofanetto di 7 volumi. Il singolo volume con più pagine è "Shogun" di James Clavell con oltre 1000 pagine, ma ha vinto un'altra classifica per cui vado al terzo gradino del podio e trovo il prezioso volume de 
"La storia del mondo in 100 oggetti" di Neil MacGregor
in cui l'autore, uno dei curatori del British Museum, sceglie 100 reperti custoditi tra le mura del museo per raccontare l'evoluzione della civiltà con un approccio globale. 

Il peggior libro dell'anno

Chi sono io per stabilire se un libro è bello oppure brutto? Non avendo competenze specifiche l'unico mio criterio è l'intrattenimento che la lettura mi dà, per cui modificherei la domanda in:

Il libro più noioso dell'anno
oltre ad essere salito sul podio del libro più lungo, la medaglia d'oro del libro più noioso va a 
Shogun" di James Clavell
la copertina è bellissima, la trama intrigante, l'ambientazione esotica. Sulla carta un libro da cui è difficile staccarsi, in realtà una noia lunga 1104 pagine in cui la storia arranca, si ripete, si contorce, non va avanti e i dialoghi  sono imbarazzanti.
 Il libro che ti ha deluso di più
Il giudizio se una lettura sia più o meno soddisfacente dipende anche dalle aspettative che si hanno nei confronti di quel libro. 
La mia è, probabilmente, un'opinione impopolare, ma, personalmente,
"Il mio anno di riposo e oblio" di Ottessa Moshfegh
non l'ho trovato per nulla divertente e, il presunto cinismo della protagonista, per me è solo incapacità di prendersi le proprie responsabilità. Questa lettura è stata un caso eclatante di aspettative disattese: mi aspettavo una narrazione divertente, frizzante, ironica, una presa in giro di un certo tipo di persone ma,quando l'ho avuto tra le mani, lo avrei lanciato dalla finestra. Veramente si può uscire da una depressione con una dose massiccia di pasticche dormendo per 6 mesi? Senza ulteriori danni alla salute? Senza quel lungo lavorio interiore? Che fa, una si sveglia ed è improvvisamente in pace con il mondo e, soprattutto con se stessa e il proprio senso di inadeguatezza e fallimento? Mah! 

Un libro letto quest'anno che ti è piaciuto e vorresti consigliare

Solo uno? Facciamo quattro. Seguendo l'ordine di lettura, ho iniziato l'anno libresco alla grande con: 
"Dune" di Frank Herbert
un capolavoro della fantascienza in cui l'autore non ha bisogno di grandi spiegoni per catapultare il lettore in una galassia lontana lontana...ah no! quello è l'inizio di Guerre Stellari ma, la citazione non è casuale visto che i film devono molto alla saga di Dune e alle vicende ambientate nel pianeta Arrakis e alla riscossa dei Fremen guidati da Paul Atreides.

Dopo un'incursione nel mondo della fantascienza, c'è stata un'altrettanto felice incursione nella narrativa italiana con 
"Lacci" di Domenico Starnone
in cui, con una prosa brillante e arguta, si indagano i legami e i lacci che tengono insieme delle persone per amore o per il quieto vivere.

La lettura dell'estate è stata il vincitore del premio Pulitzer del 2019 ossia:
"Il sussurro del mondo" di Richard Powers
Ne avevo parlato in modo un po' più approfondito qui; brevemente, si tratta di un atto di amore nei confronti degli alberi e nei confronti di coloro che hanno degli ideali. 

Infine, seguendo il filone delle letture del 2019, in tema di clima e ambiente e sugli impatti dell'uomo sul nostro pianeta,  la lettura che mi ha toccato di più è:
La sesta estinzione di Elizabeth Kolbert
altro premio Pulitzer per la saggistica del 2015, che descrive l'impatto che l'homo sapiens ha sul mondo che lo circonda in un modo discorsivo, ma accurato dal punto di vista scientifico. 

Qual è il libro con la copertina più bella

Non prendiamoci in giro da brava lettrice mi faccio intort...imbambolar....incantare volentieri dalle copertine.
Probabilmente la copertina più bella è di un libro di Iperborea, ma va?
 "Uno scià alla corte d'Europa" di Kader Abdolah
un pavone con la coda che ricorda un sontuoso broccato che, insieme alla consistenza della copertina del libro, creano un mix incredibile che portano alla memoria atmosfere da mille e una notte.

Hai già dei piani di lettura per il 2020?

No. Risposta un po' troppo secca? Decisamente, però assolutamente veritiera: non riesco a seguire liste di lettura preordinate e non so che cosa vorrò leggere tra una settimana, figuriamoci in un anno intero. Il criterio è: guardare i titoli e lasciarsi ispirare dal momento, un po' come è successo per Moby Dick, scelto sull'onda dell'istinto di quel momento.
Sarebbe retorico ed ipocrita da parte mia continuare a ripetere di comprare meno libri che non ci crede nessuno, ma vorrei attingere allo scaffale dei libri da leggere ed usare di più la biblioteca, soprattutto per i quei libri che non sono sicura mi possano piacere. 

Vediamo che cosa mi riserverà l'anno in corso a livello di letture.

Alla prossima!
elipisto

03 settembre 2019

Sopra e sotto il comodino: Il sussurro del mondo

Ciao a tutti!
per il mio compleanno ho ricevuto una montagna di libri tra cui uno dei titoli del momento: 
Il sussurro del mondo di Richard Powers, 
edito da La Nave di Teseo,
vincitore del premio Pulitzer per la narrativa del 2019.

Io, normalmente, mi tengo alla larga dai libri più chiacchierati e pure da quelli premiati che, spesso, non incontrano il mio gusto.

Però c'è qualcosa in questo volume che ha attirato fin da subito, indipendentemente dalla sua fama;
sarà che è il titolo giusto al momento giusto, 
sarà che è un periodo che sto leggendo di clima e ambiente. 

Fortunatamente, le aspettative non sono state deluse e, al termine della lettura, avevo voglia di uscire ed abbracciare tutti gli alberi che incontravo sul mio passaggio per ringraziarli per quello che fanno e scusarmi per la stupidità umana.

Il romanzo non ha una struttura classica bensì riprende la suddivisione degli alberi in radici - tronco - chioma - semi.

Le radici sono i racconti che ci fanno conoscere i nove coprotagonisti le cui storie si intrecciano, si incontrano e crescono nelle altre parti del romanzo, tutte accomunate dalla fascinazione che gli alberi - a diverso titolo - esercitano su di loro. 
Ma c'è un decimo protagonista che sovrasta tutti: l'albero, o meglio gli alberi che hanno una propria "coscienza" e che sopravviveranno a qualsiasi porcata che il genere umano sta facendo per usare ed uccidere l'ambiente.

E' un libro che consiglio a tutti? 
Pur essendo molto bello, secondo me, ha bisogno di un lettore abituato a leggere di storie non lineari che si perdono per poi ritrovarsi. Poi, basta affidarsi alla penna di Powers che è in grado di condurre per mano il lettore dalle radici fino all'ultima tremolante fogliolina.

E' un libro che scuote le coscienze, che commuove e che fa profondamente arrabbiare.
Se al termine della lettura non vi viene voglia di proteggere e tutelare il verde che ci circonda siete delle brutte persone, lasciatemelo dire. 

Come ho scritto in un post precedente ci sono delle letture che evocano dei luoghi e viceversa. In questo caso La lettura mi ha fatto venire in mente la foresta nebulosa di Monteverde in Costarica che ho avuto la fortuna di visitare un paio di anni fa. 

Il microclima che si genera dall'incontro delle correnti atlantiche e quelle pacifiche crea una condizione unica molto umida che permette la sopravvivenza di specie endemiche e di una biodiversità difficilmente ritrovabile altrove. 
Una parte della riserva è dedicata al turismo con la possibilità di percorrere delle passerelle aeree che attraversano la canopia oppure di attaccarsi con un imbrago ad un cavo di acciaio e "sfrecciare" nella foresta. 
Che il turismo, se gestito in modo intelligente, potesse essere una difesa dell'ambiente non mi era ancora venuto in mente, anche se si tratta sempre di utilizzare la Natura per fini economici.










Alla prossima!
elipisto

Sopra e sotto il comodino - Letture primaverili...ma non troppo

Marzo è arrivato e la primavera bussa alle porte con le gemme che spuntano sui rami, i fiori che ingentiliscono i prati e gli alberi, le ...