21 giugno 2019

Sopra e sotto il comodino - Naufraghi senza volto - Cristina Cattaneo


Ciao a tutti!

Oggi voglio raccontare di un libro che mi ha fatto commuovere, 
riflettere ed arrabbiare nello stesso tempo.


di Cristina Cattaneo pubblicato da Raffaele Cortina Editore.

Seppellire i propri morti e permettere a chi è rimasto l'elaborazione del lutto è qualcosa di intrinseco e specifico nella natura umana, tant'è che i primi riti funerari risalgono ad oltre 10.000 anni fa, ossia poco dopo la sedentarizzazione dell'uomo.



In questo libro Cristina Cattaneo racconta la propria battaglia ideologica per il diritto dei morti, di tutti i morti senza distinzioni di colore, provenienza, tipo di morte, ad avere la restituzione della propria identità. 

In seguito ai naufragi avvenuti al largo delle coste sicule il 3 ottobre 2013 e, quello ancora più drammatico del 18 aprile 2015, l'Ufficio del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse (UPCS) insieme al Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense (LABANOF), presieduto dalla dottoressa Cattaneo, ha allestito un campo mobile a Melilli per effettuare le autopsie e tutti gli esami necessari per ottenere il maggior numero di dati utili a restituire un'identità ai resti trovati in fondo al mare. 
A cui è seguita la ricerca di quei parenti che hanno avuto la possibilità di recarsi a Roma e a Milano per fornire altri elementi necessari al riconoscimento delle vittime.
La restituzione dell'identità, inoltre, ha una valenza pratica per consentire le pratiche di adozione, il ricongiungimento di minori, etc...

In copertina avrebbe potuto esserci la foto della pagella che il ragazzo provenientedal Mali portava cucita all'interno della tasca o una tessera bibliotecaria o un sacchetto appeso al collo contenente un pugno della terra di origine. 

Il libro è un pugno allo stomaco, non c'è pietismo, c'è il rigore scientifico accompagnato ad una spiccata sensibilità,
il tutto condito dalla convinzione di stare facendo la cosa giusta. 
Giusta per i morti e giusta per i vivi. 

Cito qualche passo del libro che più mi hanno colpito:
  "E' vero ed è spesso istintivo il fatto che più lontano avviene la tragedia, meno ci tocca, soprattutto se la distanza è culturale, ancor più che geografica. 
Ma è anche vero che, spesso, questa lontananza si accorcia quando si tocca con mano la disperazione dell'altro, che non ha bisogno di traduzioni." 

"[...]in un periodo storico in cui, nel parlare di supporto ai migranti, si viene spesso trattati con sufficienza o biasimo - non solo per recuperare un barcone pieno di vittime dalla pelle scura, ma anche per trattarli come tratteremmo mille europei "bianchi" morti in un ipotetico disastro aereo..[...] 
di solito queste vittime, soprattutto dall'Europa "che conta", non vengono considerate degne di pietas né di essere identificate, né i loro parenti degni di sapere se il proprio figlio è vivo o morto" 


"E pensai alla diversa sorte che tocca ai morti, al suo variare in base a chi sono, da dove vengono e come muoiono. Totò si sbagliava: 
la morte non è sempre una livella."

Che cosa hanno di diverso le vittime dei barconi dalle vittime di disastri aerei?
In cosa differiscono i parenti dei migranti dai parenti di ragazzi italiani che risultano dispersi?



E, a chi critica questo dispendio di risorse per dei morti, Cristina Cattaneo risponde: 
"E se fosse tua figlia?"

Alla prossima!
elipisto


12 giugno 2019

Cartoline dall'Australia


Ciao a tutti!

è da un bel po' che sono tornata, ma sarà che si prospetta un'estate lavorativa (ovviamente), sarà che si è trattato di un viaggio importante, 
ma la mente torna spesso all'Australia.

In fase di progettazione del viaggio, non potevo non inserire tre posti iconici che rappresentano il continente australiano in tutto il mondo: 
Uluru, i Dodici Apostoli e l'Opera House di Sydney.

Ci sono quei luoghi che sono ormai talmente conosciuti tramite riproduzioni, pubblicità, fotografie, Instagram che sembra di averli visti da sempre e si potrebbe pensare che dal vero non siano sufficientemente "belli" o emozionanti o, più semplicemente, nuovi. 
Invece no!

Andiamo con ordine.

Uluru 

Simbolo del Red Centre e della cultura aborigena sorge a quasi 4 ore di volo da Brisbane, nel bel mezzo del deserto rosso, quel rosso altro simbolo australiano. 
Per arrivare al piccolo aeroporto, ancora chiamato Ayers Rock, si sorvola quasi la metà del continente che, progressivamente, diventa sempre più rosso, solcato da lievi increspature, da segni lasciati dall'acqua; saranno le linee dei canti narrate da Chatwin e seguite dalle popolazioni aborigene per i loro nomadismi? 
Man mano che ci si avvicina e l'aereo perde progressivamente quota si aguzzano gli occhi per scorgere lui: il monolite simbolo. 
Non mi sto a ripetere dicendo che è tutto rosso, rossastro, molto rosso.

Uluru sorge isolato nel mezzo della pianura arida ed è un vero punto di riferimento. 
Si erge per 350 metri sulla linea dell'orizzonte, ma ha una profondità di 7 Km! 
Il suo essere "pezzo unico" non lo rende uniforme, ma l'arenaria di cui è composto accoglie e riflette i raggi del sole in un continuo cangiare di sfumature e di forme. 
Al sorgere del sole la roccia sembra gonfiarsi come una spugna quando viene immersa nell'acqua; 
parallelamente, al calare del sole Uluru sembra sgonfiarsi e rimpicciolirsi su se stesso pronto per espandersi al successivo raggio di sole.

I 12 Apostoli 



Passando dal clima arido a quello oceanico, dall'arenaria al calcare, si incontra un altro simbolo della possente natura australiana. 
I pinnacoli dei 12 Apostoli sono di fianco alla Great Ocean Road.
In realtà non sono 12, non sono mai stati 12! 
Probabilmente, si è ritenuto che il riferimento biblico fosse un nome più accattivante del vecchio "La scrofa e i maialini" (The Sow and the Piglets).
Al tramonto frotte di turisti si accalcano per immortalare le lunghe ombre del calare del giorno e vedere i pinguini rientrare nelle loro tane.

Noi abbiamo scelto, o meglio il luogo del pernottamento a Lavers Hills ha fatto sì che ci andassimo all'alba. 
E, sebbene il tempo non sia stato dalla nostra, abbiamo assaporato un momento di pace.
Nessuno a sgomitare per essere in prima fila, 
nessun schiamazzo a rompere la magia del momento. 
Si era tutti in silenzio ad assaporare il luogo e il momento, 
immersi nell'ascolto del frangersi delle onde e del vento,
 musica che non entra in nessuna fotografia.
Le immagini viste tante volte non rendono l'idea, sono un particolare rispetto al tutto e si rimane incatenati dal panorama. 


Tutto quel pezzo di costa è ricco di spuntoni, archi, scogli e vale la pena fermarsi ad ogni angolo a scattare centinaia di fotografie e leggere i cartelli informativi per conoscere leggende, storie tragiche di naufragi e sopravvissuti, di turisti sorpresi dal crollo di un arco..

Sydney Opera House


Infine, si vola in città: Sydney è una scelta abbastanza obbligata visto che da lì partiva il lungo volo di rientro.
Nei miei archivi c'è una quantità imbarazzante di foto della celeberrima Opera House che domina la baia: l'ho fotografata dal basso, dall'acqua, dal ponte, di fianco...cercando ogni volta di cattura l'anima di questa meraviglia architettonica senza riuscirci. 
Però sono riuscita a trattenermi dal fotografare le 1.056.006 ceramiche che formano la copertura dei tre edifici. 

Dalle immagine viste non pensavo che la presenza fosse così imponente, né che fosse così presente: spesso e volentieri si ritorna qua e la costruzione entra prepotentemente nel campo visivo.

Quando le aspettative sono elevate il rischio di rimanere delusi è dietro l'angolo, 
ma questi luoghi lasciano a bocca aperta. 
Le foto difficilmente riescono ad inserire la meraviglia naturalistica o architettonica nella   vastità del paesaggio e si perdono i collegamenti con l'ambiente circostante. 
Le immagini famose, nella loro "serialità", non riescono a trasmettere l'essenza del luogo fatta di colori, rumori, suoni, odori. 
In pratica bisogna fare come San Tommaso e andare a vedere di persona! 
E se non si riesce si continua a sognare guardando le foto delle riviste, di Instagram...


Alla prossima!
elipisto

Sopra e sotto il comodino - Letture primaverili...ma non troppo

Marzo è arrivato e la primavera bussa alle porte con le gemme che spuntano sui rami, i fiori che ingentiliscono i prati e gli alberi, le ...