XLI tappa - Venezia in libertà

Ciao a tutti!
Complici le ferie da terminare entro la fine anno, 
dopo tanto pensare e programmare ho diretto i miei passi verso Venezia.
Ho camminato per le calli, 

sostato nei campi, 
entrata in musei, 
ammirato opere d'arte, 
solcato la laguna per quattro giorni in compagnia di pochi turisti, sole e vento gelido.

Ecco un'accozzaglia di "appunti mentali" molto poco seri di cosa mi può succedere in vacanza. 
Se dopo un'introduzione così invogliante non avete ancora chiuso il blog questo è quello che mi capita a viaggiare con me stessa!

Giorno 1
L'acqua alta è stata questa notte e non sono previste maree eccezionali per i prossimi giorni: 
gli stivali che, da viaggiatrice previdente, mi ero portata da casa servono solo ad occupare spazio;
inizio benissimo la giornata prendendo il vaporetto nella direzione sbagliata e impiego tre fermate prima di rendermene conto, 
quando si dice viaggiatrice intrepida;
a Venezia il problema dei servizi igienici è un vero cruccio per i turisti e, a quanto pare, pure per i veneziani che devono fronteggiare i bisogni di centinaia di visitatori;
Questa foto è stata fatta dal battello per Burano
 e la facciata è prospiciente al canale.
Dopo No Tav No W.C?

Ho voluto seguire la freccia.
Sempre dritto:
direzione laguna o campanile di S. Marco?


Seguire le frecce e non osare ad entrare nei negozi a chiedere
Il dramma!!!


io pensavo di fregare i WC a pagamento veneziani sfruttando quelli del museo del merletto di Burano, invece il museo ha fregato me perché era chiuso (anche le guide più affidabili e collaudate sbagliano), ma mi sono rifatta con i servizi igienici del Museo del Vetro di Murano;








ho assistito ad un bellissimo ed emozionante tramonto sulla laguna.







Angolo del turista stanco
A metà pomeriggio il turista non ne può più di camminare, di visitare, di cercare di immagazzinare nella propria mente quante più immagini possibili e vuole solo fermarsi, sedersi e se potesse si toglierebbe pure le scarpe mettendo i piedi appiattiti dai troppi passi su una sedia. 
Io non sono immune all'ora del turista stanco e certe volte la sosta è fortunata quando si tracanna un buon bicchiere di vin brulé sui gradini di una chiesa ad unire il sacro al profano;
altre volte va meno bene: dopo tanto vagare sogno un bar per una corroborante cioccolata calda, non lo trovo e cammino, cammino, cammino per calli deserte

 coi piedi sempre più piatti e mi catapulto nel primo bar con un unico pensiero in testa senza fermarmi a guardarmi attorno neanche per un attimo..il pesante odore di fritto che aleggia nell'aria e pervade qualsiasi cosa denota una gestione cinese; nulla contro i cinesi, il caffè sarà anche stato buono, ma la cioccolato o meglio la brodaglia che mi è stata servita era solo calda. 
Ovviamente, due svolte ed un ponte dopo mi sono ritrovata su una delle direttrici per piazza S. Marco piena di bar.



Giorno 2
Ho stravolto tutti i miei piani di visite: da una tranquilla giornata a zonzo tra le zone di Dorsoduro e Santa Croce, vicini alla guest house, 
 mi sono trovata dall'altra parte di Venezia alla chiesa di San Pietro di Castello passando per la Giudecca e San Giorgio senza farmi mancare chiese varie. 
Panorama dal campanile della Basilica di San Giorgio

Il campanile di S. Marco, Palazzo Ducale, la laguna e le Alpi

Basilica di San Giorgio Maggiore
Ho imparato una grande lezione: nel caso qualcuno avesse la bontà di regalarmelo,
 non riconoscerei mai un Tiziano da un Tintoretto e anche il Tiepolo mi confonde abbastanza.
Una delle usanze tipiche di venezia sono i cicchetti, ma entrare in un bar da sola e prendere un bicchiere di vino/spritz non mi fa sentire a mio agio: 
passo da una sensazione di sfigata senza via d'uscita a vecchia carampana che vuole farsi abbordare o vuole abbordare.
Per cena opto per una pizza con sottofondo musicale il primo LP di, udite udite: Gianni Morandi..andavo a 100 all'ora a trovare la fidanzata che scendeva a prendere il latte.

Giorno 3
Uno dei tanti scorci veneziani
Oggi ho sfruttato la Venice Pass per andare dentro e fuori dai musei, Ca' e chi più ne ha più ne metta.
Oggi è stata la giornata delle rivelazioni e degli insegnamenti:
- non tutto quello che è stato dipinto prima del '700 deve per forza essere considerata opera d'arte: se è finita nel dimenticatoio magari c'è un motivo...
- le cartine sono assai una grande invenzione: servono a farti giungere a destinazione senza perderti in infiniti girotondi, per carità bello girare per calli e campielli, sono venuta a Venezia per quello, ma se ogni tanto  riesco ad andare da A a B senza passare da C D M R Z, forse mi stanco di meno



Angolo del "come ti frego il turista" 
sottotitolo: "lo so che mi stai fregando, ma sono in vacanza e va bene lo stesso, ma col cavolo che ritorno da te!"

Potevo esimermi dal fare il classico acquisto da turista polla di puro, purissimo e autentico merletto di Burano fatto a mano? No. Tranquilla siora che mi stai marcando stretta (per quello non sono riuscita ad evitare l'acquisto..) ci credo tantissimo...cos'è la cosa che ha che costa di meno? che, cara siora, mi hai visto bene? Ti sembro la cliente che ha per casa pizzi e merletti tutti frou frou? 
Non penso proprio.

Il caffé al banco a Ca' Rezzonico costa la modica cifra di 1,40 euro e mi 
stava andando di traverso, ho incassato il colpo senza colpo ferire però ho rifilato al barista contrariato un euro di monetaglia varia.
Ho comprato un paio di orecchini di vetro soffiato - di sicurissima provenienza muranese che si romperanno in 10...9...8..7... però sono tanto carini.



Giorno 4
Prima di prendere il treno per tornare a casa c'è ancora stato tempo per:
- visitare il Ghetto e le sinagoghe e sentirmi fare i complimenti per come capisco l'italiano: il fatto che la "R" non venga detta non vuol dire che io sia inglese, tedesca, austriaca o di una qualsiasi nazione europea;
- non riuscire ad entrare alla Ca' d'Oro perché trovare 45 euro di resto era un'impresa troppo difficile ed ardimentosa per la cassiera;
- bersi un buon caffé su una qualche fondamenta e scoprire che al sole e riparati dall'aria si sta pure bene, l'importante è essere ben intabarrati...d'altro canto "tabarro" è la tipica mantella delle maschere veneziane: pensa un po' te quante cose si possono imparare in un negozio di souvenir
- finire di leggere due libri sul treno.

Prochaine destination
Paris!!!!

A Venezia ero già stata a febbraio di quest'anno per una giornata:  
qui il link al mio precedente post
e
qua un po' di foto 
fatte con il naso all'insù durante questi giorni.

Alla prossima tappa!
elipisto

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