XLVIII tappa - Kenwood House: un salto nel passato
Ciao a tutti!
Ho avuto la possibilità di trascorrere qualche giorno nella mia città preferita: Londra
Chi non ha mai sognato di fare un viaggio nel tempo e di piombare in un'epoca più o meno lontana.
Vista sullo skyline londinese da Parliament Hill - Hampstead Heath |
Chi non ha mai sognato di fare un viaggio nel tempo e di piombare in un'epoca più o meno lontana.
Andando alla Kenwood House nel meraviglioso parco di Hampstead Heath
mi sono sentita trasportata all'epoca di Jane Austen.
Non che mi identifichi con le eroine austeniane
la cui massima aspirazione era quella di avere fiori freschi in casa e di sposare il miglior partito possibile ammaliando il povero pollo futuro marito a suon di dolci suonate al pianoforte,
con la perfetta grazia dell'inchino "per riverirLa signore",
senza dimenticare la dote e gli immancabili svenimenti.
Qui lo dico e qui lo nego:
ho letto, neanche troppo tempo fa, Orgoglio e Pregiudizio, ma se devo raccontare la trama
la mia espressione assume la forma di un grosso punto interrogativo,
però se mi chiedete le gesta di Sandokan me le ricordo tutte.
Fine momento confessione.
Sono arrivata alla villa in una giornata fredda e tempestosa che rendeva drammatica l'atmosfera.
Insieme ai levrieri
(non ne ho mai visti tanti in vita mia),
mi sono immaginata gentiluomini a cavallo impegnati in una caccia alla volpe con l'aria riecheggiante di suoni di corni,
contadini con gli stivali per contrastare il fango che portavano le provviste alle cucine pronte ad essere trasformate in succulenti pranzi dalle capaci mani della cuoca,
un tea in compagnia di pizzi e merletti in un'atmosfera raffinata accompagnati da biscotti ricchi di burro,
una lettura davanti al caminetto scoppiettante,
profonde riflessioni sulla disposizione degli ospiti a cena davanti alle vetrate prospicienti il dolce declivio che porta al laghetto ricco di anatre,
accese discussioni in merito ai fiori da piantare nel magnifico giardino per renderlo ancora più bello,
confessioni fatte negli angoli delle stanze e
durante calme passeggiate protette da bianchi ombrellini.
Leggo troppi libri e guardo troppi film e ho una visione distorta delle eroine ottocentesche?
Probabilmente sì.
Quello che invece è assolutamente reale è la magnifica collezione di quadri
- qualche nome a caso: Rembrandt , Vermeer, Van Dyck, Turner....;
la deliziosa libreria molto "confettosa".
Magnifico e, in questa stagione, lussureggiante è il giardino.
Qualche curiosità:
la casa venne acquistata da Lord Iveagh, membro della famiglia Guiness
(sì proprio quella della birra),
che la donò allo Stato alla sua morte: doppiamente grazie;
se vi sembra di averla già vista da qualche parte potrebbe essere che abbiate visto Notting Hill.
E' ora di ritornare alla realtà.
mi sono sentita trasportata all'epoca di Jane Austen.
Non che mi identifichi con le eroine austeniane
la cui massima aspirazione era quella di avere fiori freschi in casa e di sposare il miglior partito possibile ammaliando il
con la perfetta grazia dell'inchino "per riverirLa signore",
senza dimenticare la dote e gli immancabili svenimenti.
Qui lo dico e qui lo nego:
ho letto, neanche troppo tempo fa, Orgoglio e Pregiudizio, ma se devo raccontare la trama
la mia espressione assume la forma di un grosso punto interrogativo,
però se mi chiedete le gesta di Sandokan me le ricordo tutte.
Fine momento confessione.
Il riferimento a Jane Austen non è poi così campato in aria,
se non altro per assonanza,
in quanto la casa fu proprietà dei conti di Mansfield dal 1754 al 1925.
Sono arrivata alla villa in una giornata fredda e tempestosa che rendeva drammatica l'atmosfera.
Insieme ai levrieri
(non ne ho mai visti tanti in vita mia),
mi sono immaginata gentiluomini a cavallo impegnati in una caccia alla volpe con l'aria riecheggiante di suoni di corni,
contadini con gli stivali per contrastare il fango che portavano le provviste alle cucine pronte ad essere trasformate in succulenti pranzi dalle capaci mani della cuoca,
un tea in compagnia di pizzi e merletti in un'atmosfera raffinata accompagnati da biscotti ricchi di burro,
una lettura davanti al caminetto scoppiettante,
profonde riflessioni sulla disposizione degli ospiti a cena davanti alle vetrate prospicienti il dolce declivio che porta al laghetto ricco di anatre,
accese discussioni in merito ai fiori da piantare nel magnifico giardino per renderlo ancora più bello,
confessioni fatte negli angoli delle stanze e
durante calme passeggiate protette da bianchi ombrellini.
Leggo troppi libri e guardo troppi film e ho una visione distorta delle eroine ottocentesche?
Probabilmente sì.
Quello che invece è assolutamente reale è la magnifica collezione di quadri
- qualche nome a caso: Rembrandt , Vermeer, Van Dyck, Turner....;
la deliziosa libreria molto "confettosa".
Un modo originale per impedire di sedersi e io che pensavo ci fosse un significato nascosto. |
Magnifico e, in questa stagione, lussureggiante è il giardino.
Qualche curiosità:
la casa venne acquistata da Lord Iveagh, membro della famiglia Guiness
(sì proprio quella della birra),
che la donò allo Stato alla sua morte: doppiamente grazie;
se vi sembra di averla già vista da qualche parte potrebbe essere che abbiate visto Notting Hill.
E' ora di ritornare alla realtà.
Alla prossima!
elipisto
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