31 gennaio 2015

Diario di una lettrice (quasi) per bene - Gennaio 2015

Ciao a tutti!
Eccoci al diario a sei mani sulle letture del mese insieme a Sara e Alice.
** eboos


Come è stato il mio mese?
Lungo! 
Solo a me sembra che i 31 giorni si siano moltiplicati?
Infatti arrivo al pelo a pubblicare questo diario 
in tempo.

Gennaio è iniziato con una lettura leggera adatta al periodo natalizio con un classico libro di Poirot: la sua ultima avventura ambientata a Natale.
E dove c'è Poirot c'è un delitto impossibile ed efferato commesso in una stanza chiusa. 
Ovviamente al nome dell'assassino non ci ero arrivata, anche se, ad onor del vero, Agatha Christie questa volta ha lasciato un piccolo indizio, si è permessa una piccola distrazione che avrebbe potuto farmi intuire l'assassino già a metà libro, ma non sono stata sufficientemente attenta e anche questa volta Ms. Christie me l'ha fatta sotto il naso! 



Quest'anno tra i lettori sta andando di moda la 2015 Reading Challenge 
(QUI tutte le sfide)
e una delle sfide da affrontare è quella di leggere
 "uno dei libri in fondo alla tua lista",
scorso i titoli sul Kindle - et voilà - è comparso questo "Mancarsi". 
Quasi in ultima posizione, poche pagine e nessuna reminiscenza del motivo della sua presenza sul mio ereader.
Inizialmente mi stava piacendo pure molto, poi è diventato dimenticabile, insomma non una è una lettura immancabile.




Musei (e mostre) a misura d'uomo (e tutti gli altri testi che girano per casa con la parola "museo" o "museale") è la causa delle mie letture frammentarie. 
Ho scelto Alberto Angela per rappresentare gli altri testi che ho letto/consultato/studiato in questo mese ma che sono degni di nota e significativi a me soltanto.
A me piace molto Alberto Angela per cui studiare su un suo testo ha scatenato il mio essere fangirl e ci è mancato poco che disegnassi cuoricini sulle pagine...


E' al cinema, in questo periodo, "The imitation game" (andatelo a vedere) incentrato sulla figura di Alan Turing quale decifratore del codice usato dai Tedeschi durante la seconda guerra mondiale grazie al prototipo di un elaboratore. 
Senza il suo genio non ci sarebbero computers. 
Riuscite immaginare e tornare indietro a vivere durante la prima metà del secolo scorso?
Io no.
Non sono un'esperta di graphic novel, ma mi è piacito e mi ha pure fatto ridere: 
immaginate la mia faccia quando giro la pagina e vedo Hitler rappresentato come la regina malefica di Biancaneve!

Infine, proprio l'altro giorno ho finito "In mongolfiera contro un albero" con un sottotitolo che mi ha fregata "Vera vita del giornalista della porta accanto" con la prefazione di Massimo Gramellini che scrive "Ma cosa fa, esattamente, un giornalista? Quante volte mi sono sentito rivolgere questa domanda dai lettori. D'ora in poi saprò cosa rispondere: andate a leggervi l'ultimo libro di Luigi Grassia". 
Vero che siede colleghi di redazione, 
ma io continuo a farmi la domanda.
Lettura gradevole, a tratti divertente, 
ma non mi ha lasciato molto. 

Le entrate di questo mese le ho già lette e descritte sopra
 per cui non vedo l'ora di andare a scoprire che cosa hanno letto 
Sara e Alice che ha brillantemente superato il blocco della lettrice.


Alla prossima!
elipisto

29 gennaio 2015

LVII tappa - Pindaya e la Shwe Oo Min Pagoda

Ciao a tutti!


In un paese dove la religiosità della popolazione è diffusa 
grotte e caverne sono considerati luoghi sacri.

Così accade a Pindaya con la 
Il ragno simbolo di Pindaya

Shwe Oo Pagoda.

La struttura che si vede accostata alla montagna
 quasi come se fosse sospesa e unicamente 
 trattenuta dalla ragnatela intessuta dal ragno che abitava la caverna e che rapì una principessa trattenuta tra le sue grinfie fino al provvido arrivo dal principe di turno che uccise l'enorme ragno con un arco e salvò la principessa, 
è l'ingresso della grotta e stazione di arrivo dell'ascensore.

Varcata la soglia lo sguardo viene attratto dalla profusione di oro e di statue che ricoprono le pareti della caverna fin su in cima quasi al culmine della volta della sala.

Dietro alla grossa statua posta all'ingresso si diparte una dedalo di passaggi 
su e giù, 
a destra e a sinistra 
serpeggiando tra statue di ogni dimensione che sono accatastate in un caos a suo modo ordinato.


Ogni statua ha una sua dedicazione da parte di fedeli birmani o asiatici o europei o americani che ordinano agli artigiani/artisti del posto una statua che andrà a riempire un ulteriore spazio della caverna. 





Le statue sono ovunque a riempire ogni minimo anfratto. 

La situazione potrebbe risultare un po' pacchiana,

eccessiva ma,
 la spiritualità e la sacralità del luogo
che si percepiscono stemperano la profusione di oro.


La visita è stata una piacevole sorpresa: io pensavo di trovarmi ad un misto tra americanata/trappola per turisti/buffonata
 e non avrei pensato di emozionarmi in tal modo.

Pindaya vale sicuramente la deviazione,
inoltre, la strada la è fiancheggiata da piacevoli paesaggi che rendono meno monotone le lunghe ore percorse in pulmino.


QUI la fotogallery completa.

Alla prossima!
elipisto

15 gennaio 2015

LVI tappa - Bagan

Ciao a tutti!
i miei buoni propositi di inaugurare l'anno con un bel post su Bagan si sono dissolti all'alba del 2 gennaio!
Però siamo ancora a gennaio e finalmente provo a raccontare le emozioni di due mesi fa
ma, come sempre, le parole risultano sempre essere inadeguate.




 Bagan è stato il motivo che mi ha spinto ad andare fino in Myanmar ed uscire dai comodi confini europei.


Appena arrivati siamo saliti su una delle tante costruzioni piramidali che punteggiano la piana per guardarci attorno.

Una meraviglia ed un'emozione indescrivibili.

Guglie rosse in ogni direzione ad interrompere la monotonia della piana,
a nascondere chissà quali segreti
a custodire leggende a volte romantiche, 
più spesso truculente.


Gli edifici sparpagliati come lanciati da una mano di un seminatore
sono in realtà ciò che rimane degli oltre 4000 templi costruiti tra il XI e il XIII sec. d.C
che impressionarono la vista e la fantasia di un viaggiatore esperto quale Marco Polo.
Tayoke Pyay temple

La visita si può svolgere utilizzando motorini o biciclette elettriche (chiamate e-bike), oppure, se si è in un viaggio organizzato ci si sposta con il proprio pulmino.
Non c'è purtroppo un servizio navetta che colleghi i diversi siti.

Noi avevamo il pulmino che ci ha scarrozzato a destra e a manca 
con l'ultima corsa serale per arrivare alle piramidi più alte da scalare per contemplare il tramonto.

Pur essendo simili,
certe volte molto simili,
ogni pagoda nasconde una leggenda,
una storia,
una statua,
che la rende unica e diversa dalle altre.






Per me ricordarsi i nomi è impossibile e, dopo poco,
 i ricordi si confondono e 
le immagini si sovrappongono, 
ma l'atmosfera che si respira, 
la consapevolezza di aver realizzato un sogno 
bhé quelle sono sensazioni uniche!




Ma non di soli templi è fatta la visita a Bagan,
c'è un grosso e ricco mercato e ci sono diverse attività artigianali
tra cui la lavorazione della lacca. 
Ma si tratta di una pausa tra un tempio, una pagoda o un monastero.

Le giornate si svolgono in attesa del momento immortalato in migliaia di scatti:
il tramonto.
Si assiste ad una vera corsa ad accaparrarsi il posto in prima fila;
mentre ai piedi delle piramidi birmane si assiste al ritorno dai campi dei contadini estranei alla frenesia dei turisti,
sulle terrazze superiori è un susseguirsi di click e di scatti.
Io non potevo e non volevo esimermi.






Sulla pagina Facebook c'è una selezione maggiore delle foto scattate al calar del sole (QUI


Alla prossima!
elipisto

Sopra e sotto il comodino - Letture primaverili...ma non troppo

Marzo è arrivato e la primavera bussa alle porte con le gemme che spuntano sui rami, i fiori che ingentiliscono i prati e gli alberi, le ...