LVII tappa - Pindaya e la Shwe Oo Min Pagoda
Ciao a tutti!
In un paese dove la religiosità della popolazione è diffusa
grotte e caverne sono considerati luoghi sacri.
Così accade a Pindaya con la
Il ragno simbolo di Pindaya |
Shwe Oo Pagoda.
La struttura che si vede accostata alla montagna
quasi come se fosse sospesa e unicamente
trattenuta dalla ragnatela intessuta dal ragno che abitava la caverna e che rapì una principessa trattenuta tra le sue grinfie fino al provvido arrivo dal principe di turno che uccise l'enorme ragno con un arco e salvò la principessa,
è l'ingresso della grotta e stazione di arrivo dell'ascensore.
Varcata la soglia lo sguardo viene attratto dalla profusione di oro e di statue che ricoprono le pareti della caverna fin su in cima quasi al culmine della volta della sala.
Dietro alla grossa statua posta all'ingresso si diparte una dedalo di passaggi
su e giù,
a destra e a sinistra
serpeggiando tra statue di ogni dimensione che sono accatastate in un caos a suo modo ordinato.
Ogni statua ha una sua dedicazione da parte di fedeli birmani o asiatici o europei o americani che ordinano agli artigiani/artisti del posto una statua che andrà a riempire un ulteriore spazio della caverna.
Le statue sono ovunque a riempire ogni minimo anfratto.
La situazione potrebbe risultare un po' pacchiana,
eccessiva ma,
la spiritualità e la sacralità del luogo
che si percepiscono stemperano la profusione di oro.
La visita è stata una piacevole sorpresa: io pensavo di trovarmi ad un misto tra americanata/trappola per turisti/buffonata
e non avrei pensato di emozionarmi in tal modo.
Pindaya vale sicuramente la deviazione,
inoltre, la strada la è fiancheggiata da piacevoli paesaggi che rendono meno monotone le lunghe ore percorse in pulmino.
elipisto
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