LVI tappa - Bagan
Ciao a tutti!
i miei buoni propositi di inaugurare l'anno con unbel post su Bagan si sono dissolti all'alba del 2 gennaio!
Però siamo ancora a gennaio e finalmente provo a raccontare le emozioni di due mesi fa
ma, come sempre, le parole risultano sempre essere inadeguate.
Bagan è stato il motivo che mi ha spinto ad andare fino in Myanmar ed uscire dai comodi confini europei.
Appena arrivati siamo saliti su una delle tante costruzioni piramidali che punteggiano la piana per guardarci attorno.
Una meraviglia ed un'emozione indescrivibili.
Guglie rosse in ogni direzione ad interrompere la monotonia della piana,
a nascondere chissà quali segreti
a custodire leggende a volte romantiche,
più spesso truculente.
Gli edifici sparpagliati come lanciati da una mano di un seminatore
sono in realtà ciò che rimane degli oltre 4000 templi costruiti tra il XI e il XIII sec. d.C
che impressionarono la vista e la fantasia di un viaggiatore esperto quale Marco Polo.
La visita si può svolgere utilizzando motorini o biciclette elettriche (chiamate e-bike), oppure, se si è in un viaggio organizzato ci si sposta con il proprio pulmino.
Non c'è purtroppo un servizio navetta che colleghi i diversi siti.
Noi avevamo il pulmino che ci ha scarrozzato a destra e a manca
con l'ultima corsa serale per arrivare alle piramidi più alte da scalare per contemplare il tramonto.
Pur essendo simili,
certe volte molto simili,
ogni pagoda nasconde una leggenda,
una storia,
una statua,
che la rende unica e diversa dalle altre.
Per me ricordarsi i nomi è impossibile e, dopo poco,
i ricordi si confondono e
le immagini si sovrappongono,
ma l'atmosfera che si respira,
la consapevolezza di aver realizzato un sogno
bhé quelle sono sensazioni uniche!
Ma non di soli templi è fatta la visita a Bagan,
c'è un grosso e ricco mercato e ci sono diverse attività artigianali
tra cui la lavorazione della lacca.
Ma si tratta di una pausa tra un tempio, una pagoda o un monastero.
Le giornate si svolgono in attesa del momento immortalato in migliaia di scatti:
il tramonto.
Si assiste ad una vera corsa ad accaparrarsi il posto in prima fila;
mentre ai piedi delle piramidi birmane si assiste al ritorno dai campi dei contadini estranei alla frenesia dei turisti,
sulle terrazze superiori è un susseguirsi di click e di scatti.
Io non potevo e non volevo esimermi.
Sulla pagina Facebook c'è una selezione maggiore delle foto scattate al calar del sole (QUI)
i miei buoni propositi di inaugurare l'anno con un
Però siamo ancora a gennaio e finalmente provo a raccontare le emozioni di due mesi fa
ma, come sempre, le parole risultano sempre essere inadeguate.
Bagan è stato il motivo che mi ha spinto ad andare fino in Myanmar ed uscire dai comodi confini europei.
Appena arrivati siamo saliti su una delle tante costruzioni piramidali che punteggiano la piana per guardarci attorno.
Una meraviglia ed un'emozione indescrivibili.
Guglie rosse in ogni direzione ad interrompere la monotonia della piana,
a nascondere chissà quali segreti
a custodire leggende a volte romantiche,
più spesso truculente.
Gli edifici sparpagliati come lanciati da una mano di un seminatore
sono in realtà ciò che rimane degli oltre 4000 templi costruiti tra il XI e il XIII sec. d.C
che impressionarono la vista e la fantasia di un viaggiatore esperto quale Marco Polo.
Tayoke Pyay temple |
La visita si può svolgere utilizzando motorini o biciclette elettriche (chiamate e-bike), oppure, se si è in un viaggio organizzato ci si sposta con il proprio pulmino.
Non c'è purtroppo un servizio navetta che colleghi i diversi siti.
Noi avevamo il pulmino che ci ha scarrozzato a destra e a manca
con l'ultima corsa serale per arrivare alle piramidi più alte da scalare per contemplare il tramonto.
Pur essendo simili,
certe volte molto simili,
ogni pagoda nasconde una leggenda,
una storia,
una statua,
che la rende unica e diversa dalle altre.
Per me ricordarsi i nomi è impossibile e, dopo poco,
i ricordi si confondono e
le immagini si sovrappongono,
ma l'atmosfera che si respira,
la consapevolezza di aver realizzato un sogno
bhé quelle sono sensazioni uniche!
Ma non di soli templi è fatta la visita a Bagan,
c'è un grosso e ricco mercato e ci sono diverse attività artigianali
tra cui la lavorazione della lacca.
Ma si tratta di una pausa tra un tempio, una pagoda o un monastero.
Le giornate si svolgono in attesa del momento immortalato in migliaia di scatti:
il tramonto.
Si assiste ad una vera corsa ad accaparrarsi il posto in prima fila;
mentre ai piedi delle piramidi birmane si assiste al ritorno dai campi dei contadini estranei alla frenesia dei turisti,
sulle terrazze superiori è un susseguirsi di click e di scatti.
Io non potevo e non volevo esimermi.
Sulla pagina Facebook c'è una selezione maggiore delle foto scattate al calar del sole (QUI)
Alla prossima!
elipisto
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