30 marzo 2013

XXVII tappa - I giardini giapponesi

Ciao a tutti!!!
si torna a parlare di viaggi. Visto che sono costretta ad essere rintanata in casa l'ispirazione latita, ma nei giorni scorsi questa bella 
fotogallery pubblicata su Repubblica.it  mi ha dato il la per questo post.

Mentre fuori dalle nostre finestre l'inverno con il suo freddo tarda a lasciare spazio all'atteso tepore primaverile,
in Giappone 
la primavera è arrivata con un inconsueto anticipo e il 16 marzo è stata dichiarata ufficialmente aperta la stagione della fioritura dei ciliegi.
L'evento è talmente sentito dalle popolazioni giapponesi, 
che si riversano nei giardini a fare picnic all'ombra degli alberi in fiori, 
che le istituzioni nipponiche predispongono delle apposite mappe per seguire le fioriture partendo dal sud al più freddo nord.
(Le fioriture del 2013)

L'amore per i fiori e, più in generale, per i giardini da parte dei giapponesi non si limita a questo breve e fugace periodo dell'anno,
 ma prosegue nei mesi successivi in cui le diverse fioriture si susseguono quasi senza soluzione di continuità.
Si può passare da un giardino ad un tempio inseguendo i colori e le diverse fioriture.
Effettivamente potrebbe essere l'idea alla base di un viaggio nel Sol Levante.

Io ho avuto la fortuna di andare nella terra del Sol Levante nel giugno del 2010, 
quando l'incubo nucleare di Fukushima era in là a venire.
Dovete sapere che i mesi di giugno/luglio non sono propriamente i mesi più favorevoli per programmare un viaggio in Giappone, tutt'altro: 
è la cosiddetta "stagione delle piogge" in cui persino i festival religiosi (matsuri) sono temporaneamente sospesi a causa del caldo e dell'elevato tasso di umidità. 
In compenso non ci sono (ancora) i temibili tifoni.

Come è facile immaginare la vita in Giappone è frenetica, 
un sacco di gente in movimento, 
sempre a qualsiasi ora del giorno, 
solo nelle ore più buie della notte la città rallenta il respiro per poi ricominciare frenetica all'alba del giorno successivo.
In questa realtà anche il turista/viaggiatore è sottoposto ad un bombardamento di stimoli notevole e riuscire a 
 tirare in fiato in un parco è una sosta rigenerante per il corpo e per lo spirito.


Western Garden - Tokjo

In Giappone la cura dei giardini fa parte della cultura e si passa dai parchi cittadini,
 di stampo più simile al gusto occidentale vissuti sia come punto di incontro che come sosta rigenerante in mezzo al caos di un città frenetica come Tokyo, ai giardini dei templi.

Imperial garden - Tokyo

Somewhere in Tokyo
Okayama Garden



I giardini dei templi esaltano la bellezza e la perfezione. 


Sono pensati e creati come un quadro da ammirare in cui tutti gli elementi: fiori, piante, potatura, acqua, sassi, tempi di fioritura o di cambio di colore del fogliame sono funzionali allo stupore dello spettatore. 
Tutto è studiato nei minimi dettagli  e pieno di significati che agli occhi di noi occidentali sfuggono; tuttavia,  pur pieni della nostra cultura materialistica, 
non possiamo fuggire
alla pace che si respira in questi luoghi, 
alla poesia di un fiore appena sbocciato, 
allo stupore di fronte alla perfezione.

Golden Pavillion - Kyoto


Daisen-in - Kyoto

In qualche tempio di Kyoto

La quiete, la pace, la perfezione


Non possono mancare i giardini zen o giardini rocciosi presenti presso i templi buddhisti in cui pietre appositamente scelte per la loro forma, circondate da ghiaia rastrellata, oserei dire pettinata, sono un luogo di meditazione; in alcuni casi, il giardino ha un proprio significato codificato, in altri viene lasciato ampio spazio per la libera immaginazione favorendo la meditazione.


Kyoto
Giardino zen del Daisen -in a Kyoto










A giugno che cosa si può trovare di fiorito?

Le ortensie sono al loro pieno e ho ammirato specie che non avevo mai avuto modo di vedere a casa mia.










Immancabili le ninfee che riempono e colorano i laghetti.
.




Io ho trovato gli iris ormai in procinto di sfiorire




Infine, mi sono lasciata incantare dalla fioritura dei fiori di loto





Con questo finisce la mia incursione in terra nipponica.
Sperando che tutti questi fiori possano attirare la primavera, vi faccio gli auguri di buona, buonissima Pasqua!


Alla prossima!

elipisto

12 marzo 2013

Tag - Malattie letterarie

Ciao a tutti!
Oggi vi porto con me in mezzo alle mie letture. 
Ho trovato questo TAG su YouTube "Malattie letterarie" e, visto che sono momentaneamente in convalescenza, ho pensato che fosse appropriato.

1) Diabete - Un libro troppo, troppo dolce
Il profumo del pane alla
lavanda
 Sarah Addison Allen
Normalmente il genere "melenso" lo evito con cura accurata: non riesco a rispecchiarmi nell'eroina (che spesso si fa mettere i piedi in testa per amore), in poche parole non mi piace. 
Guarda e riguarda nella libreria e alla fine ho optato per un libro con un lieto fine in cui, tra i co-protagonisti compare un melo che lancia i suoi frutti. Le mele quando sono belle mature sono dolci, no?!

2) Varicella - Un libro che hai letto una volta e non rileggeresti mai più
L'oro perduto
J. Rollins
Dovevo riempire qualche ora di noioso nulla e questo libro era possibile scaricarlo gratis (l'ho è ancora se siete interessati). Il Publishers Weekly ne decanta le lodi scrivendo " Se a Cussler si dovesse assegnare la medaglia d'oro nella narrativa a Rollins bisognerebbe dare quella d'argento". (fonte Wikipedia) 
Fortunatamente è un racconto per cui il tormento non è durato a lungo.
Mai più, ma neanche altri sui libri. 
 Pretestuoso, con buchi vari di trama, inverosimile.
Si è capito che non mi è piaciuto?

3) Influenza - Un libro che si diffonde come un virus 
L'ombra del vento
C.R. Zafòn
 Un libro che si diffonde tramite contagio: io ho letto questo libro grazie al passaparola e a mia volta l'ho consigliato ad altri.
 Il passaparola è contagioso e il libro è arrivato in cima alle classifiche di mezzo mondo.

4) Malattia ricorrente - Un libro che rileggi spesso o ogni anno 
Se questo è un uomo
P. Levi
Ogni anno, tendenzialmente, in occasione del Giorno della Memoria (29 gennaio), rileggo qualche passo di questo libro, oppure leggo qualche libro sull'Olocausto perché non bisogna dimenticare quanto può essere immensa la stupidità umana e l'ignoranza è l'ambiente in cui la stupidità prolifera indisturbata. 

5) Insonnia - Un libro che ti ha tenuto sveglio
La strada
C. McCarthy
In realtà più che tenermi sveglia questo libro, con la sua atmosfera opprimente, quasi totalmente priva di speranza, claustrofobica, mi toglieva il sonno e non riuscivo a leggerlo prima di andare a dormire, pena incubi notturni. 
Però è un libro che vale la pena leggere.

6) Amnesia - Un libro che hai letto, ma di cui hai dimenticato tutto o quasi 
Addio alle armi
E. Hemingway
Ebbene sì, io ed Hemingway non andiamo molto d'accodo. 
Lessi questo libro un paio di anni fa e non mi entusiasmò, passarono dei mesi e, dopo aver terminato una lettura, vidi questo libro che mi occhieggiava dalla libreria. Iniziai a (ri)leggere il primo capitolo e dentro di me dicevo "io ho già letto qualcosa di simile, qualcuno si deve essere molto ispirato a questo libro...", dovetti arrivare al secondo capitolo prima che mi venisse un dubbio di averlo già letto tutto, andai alle ultime pagine e, vagamente, ricordavo di aver già letto qualcosa di simile....
Ah, non chiedetemi di farvi il riassunto della trama!

7) Asma - Un libro che ti ha tolto il fiato

Dieci piccoli indiani
A. Christie
Ho approcciato la lettura di questo capolavoro molto decisa a non farmi "fregare", ho preso appunti, cercato correlazioni, immaginando situazioni e soluzioni. Niente. Non ho capito nulla e più andavo avanti nella lettura meno avevo certezze.
 Il finale mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta.

8) Malnutrizione - Un libro povero di contenuti
L'ebbrezza del camminare
E. Fisset
Il sottotitolo di questo libricino è "Piccolo manifesto in favore del viaggio a piedi", speravo di trovare descritte sensazioni, motivazioni che mi spingono a camminare ma che non riesco ad esprimere. Nulla di tutto ciò, bensì pagine autocelebrative della capacità dell'autore di aver capito l'unica via per affrontare la vita e, contemporaneamente, commiserazione per coloro (tutti) che non erano lui. 
In pratica un libro che non ha portato da nessuna parte.

9) Mal di mare - un libro che ti ha portato in un altro mondo 
Il signore degli anelli
J.R.R Tolkien
Il Signore degli anelli è stata la prima risposta per l'asma, l'insonnia, la malattia ricorrente ed è anche un bel virus resistente che continua a contagiare legioni di lettori. Cosa dire di questo libro? Nulla, se non leggetelo e lasciatevi trasportare dalla penna di Tolkien.

Queste sono state le mie scelte. Quali sono le vostre?

Alla prossima tappa!
elipisto

p.s il tag è stato lanciato da MaharetOtonashi

02 marzo 2013

XXVI tappa - Barcellona

Ciao a tutti!!!
ho approfittato di una settimana di ferie obbligate per andare alla scoperta di Barcellona.
L'idea di questa meta sono stati i vaghi e confusi ricordi della gita di V superiore del Barri Gòtic.

Ascoltando le voci del duetto di Freddie Mercury e Monserrat Caballé (Qui il link alla canzone) mi sono appuntata alcune scene che si sono affacciate alla mia mente in assoluto e rigoroso ordine sparso.

Sentirsi Pepe Carvalho 
(commissario nato dalla penna di Montalbàn a cui Camilleri deve molto)
a mangiare moscardini e totani fritti con il contorno di patatine e peperoni fritti in un ristorantino (dalle mie parti si chiamerebbe piola) di Barceloneta, frequentato più da locali che da turisti, in cui il tempo è sospeso e probabilmente il menù è il medesimo da un paio di generazioni. 

Fare colazione in un bar anni '70 in cui un gruppetto di amiche si ritrova ogni mattina per parlare di pene d'amore, questioni famigliari e portenti miracolosi per risvegliare l'apatia sessuale dei pigri mariti. Peccato non capire bene la lingua altrimenti chissà quali segreti avrei potuto carpire alle madame.
Non so se siano le medesime amiche, ma alle 9 di sera non è inusuale vedere rispettabili signore sedute in un bar davanti ad una fresca cerveza...assolutamente impensabile da noi!

Scoprirsi a cercare una linea retta, che non c'è manco a pagarla, in quell'apoteosi di onde di Casa Battlò e de La Pedrera e chiedersi che cosa passava nelle menti geniali e visionari di gente come Gaudì, Picasso, Mirò...che l'aria di Barcellona abbia qualcosa di speciale?

Essere incappate, per caso, nei festeggiamenti di Sant'Eulalia (affettuosamente chiamata La Laia) ed essersi fatte trascinare dalla gente rumorosamente festante per i carrer attorno alla Cattedrale.

Cercare, tra le stradine del Barri Gòtic, l'atmosfera dei libri letti ambientati in una Barcellona lontana: il già citato Montalban, Zafon e Falcones.


La pulizia delle linee gotiche di Santa Maria del Mar
Casa Batllo

Parc Guell

Parc Guell

Parc Guell

Sul tetto de La Pedrera

Casa Battlò

Il cortile interno de La Pedrera, ovviamente, pieno di curve!

Interni di casa Batllò

Interni di casa Batllò


Vista attraverso i vetri sui vetri di Casa Batllò

Sul tetto di Casa Battlò

Due chiacchiere lungo la Rambla!

La Boqueria

La Boqueria



























Luci alla festa di Sant'Eulalia

Ho pensato di inserire al termine dei "racconti di viaggio" una specie di box con qualche informazione utile: link, suggerimenti. Se siete interessati proseguite con la lettura, altrimenti ci vediamo alla prossima tappa!

Sopra e sotto il comodino - Letture primaverili...ma non troppo

Marzo è arrivato e la primavera bussa alle porte con le gemme che spuntano sui rami, i fiori che ingentiliscono i prati e gli alberi, le ...