14 febbraio 2013

XXV tappa - Padova


Ciao a tutti!!
dopo Venezia si va alla scoperta di una cittadina meno famosa della più blasonata Venezia, ma ugualmente molto piacevole da visitare: Padova
La cittadina patavina è conosciuta anche come la città:

dal Santo senza nome
dal Caffè senza porte
e dal prato senza erba.

Proviamo a vedere se è ancora così.

Qui è sepolto Sant'Antonio da Padova e la chiesa, costruita attorno alla sua tomba per accogliere il flusso dei fedeli, è chiamata semplicemente la "Basilica del Santo", se non ancora più semplicemente "il Santo". 
Pure il sito ufficiale è www.basilicadelsanto.org. e nel nome non v'è traccia.


Il caffè Pedrocchi nacque nel lontano 1831 ed era aperto 24 ore al giorno per fornire un attimo di ristoro al semplice viandante, all'universitario squattrinato o al la crème della nobiltà. Dal 1916 (fonte Wikipedia) per poter prendere un caffè bisogna attendere che i battenti vengano aperti, pertanto, al caffè hanno messo le porte.



Arrivando dalla stazione, all'improvviso, si esce dalle vie centrali per sfociare in questa grande piazza che ha una sottile striscia d'erba, non prevista nel progetto originario e che non si può di certo definire prato, che costeggia il canale che circonda l'isola ovoidale creata nel 1775 per bonificare l'ampia zona. 
Il Prato della Valle ha mantenuto nel corso dei secoli la sua vocazione commerciale e pubblica, sede di fiere e di mercati e di avvenimenti di varia natura ed è proprio grande! 


Queste sono solo alcune delle bellezze che Padova può offrire: l'orto botanico universitario più antico al mondo, il gioiello artistico della Cappella degli Scrovegni, il salone del Palazzo della Ragione...

 Alla prossima tappa!

elipisto

09 febbraio 2013

XXIV tappa - Venezia

Ciao a tutti!

si ritorna  in Italia e vorrei portarvi con me a Venezia in una fredda e piovosa giornata invernale.

L'atmosfera veneziana è unica in qualsiasi giorno dell'anno, ma grazie alla giornata infrasettimanale e alla (relativa) scarsità dei turisti il tutto è molto più suggestivo.

Una delle prime cose che balza agli occhi, o meglio, che salta all'orecchio è l'assenza del rumore di fondo al quale siamo quotidianamente abituati: rombo delle auto, clacson strombazzanti, stridore di freni che impediscono alle nostre orecchie di ascoltare il rumore del silenzio: i passi rimbombanti nei vicoletti, il ticchettio della pioggia sugli ombrelli aperti, lo sciabordio dell'acqua nei canali lungo le case.

 Le mete della giornata erano due: 
Venezia ci accoglie con uno sciopero dei battelli, pertanto, cartina alla mano e ombrello aperto ci dirigiamo verso l'Accademia girando tra le calli.
Il tragitto è piacevole e non troppo affollato.


All'Accademia sono stata colpita, tra i tanti capolavori, da due quadri in particolare:
Martirio di San Lorenzo di Tiziano
Fonte - Wikipedia

Il martirio di San Lorenzo. 

L'avevo visto ad inizio inverno ad Alba (CN) in quanto la Banca d'Alba ne ha sovvenzionato il restauro (QUI un documento sull'opera e sul suo recupero), ma l'esposizione all'Accademia rende onore e merito al lavoro effettuato. 

Posta su un piano rialzato, illuminata correttamente,
 la bellezza dell'opera appena restaurata viene amplificata ed esaltata.
Onestamente, ad Alba, non mi ero accorta di quanto fosse grande e di come il fuoco sotto la graticola e la torcia fossero vividi e catturassero lo sguardo. 
'Incontro dei pellegrini con papa Ciriaco di Vittore Carpaccio
Fonte - Wikipedia
Narra la leggenda familiare che questo quadro, 
raffigurante uno degli episodi della vita di Sant'Orsola, 
popolò i miei incubi bambineschi: in tutta quella selva di personaggi io vidi tanti malefici diavoli e a nulla valsero le parole rassicuranti della mamma.
La curiosità mi ha accompagnata per tutti questi anni e non potevo non andarlo a vedere.
 Effettivamente, il quadro spicca rispetto agli altri della sala per le sue spiccate linee verticali e per la sua accentuata bicromia bianca e rossa, ma da qui a vedere dei diavoli ne passa di acqua! 

Tappa successiva: Palazzo Ducale. 

Penso che la bocca letteralmente aperta delle orientale, a malapena celata dalle mani che salivano al viso, 
sia l'immagine migliore per descrivere lo sfarzo, la magnificenza, la pomposità, la grandezza delle sale che dovevano riflettere la potenza della Serenissima. 
Devo dire che c'è veramente di che rimanere a bocca aperta di fronte agli alti soffitti decorati con dipinti e stucchi dorati e le pareti non sono da meno! Interamente ricoperte di dipinti...impressionante, non avevo mai visto qualcosa di simile!

Alla prossima tappa!!!
elipisto


31 gennaio 2013

XXIII tappa - Islanda: Whales & puffins watching

Ciao a tutti!!
ormai che la pentola è stata scoperchiata i "racconti islandesi" si susseguono nella mia mente.
Fra le attrattive che l'Islanda può offrire c'è l'osservazione delle balene e delle pulcinelle di mare. 
Si poteva perdere quest'occasione? Certo che no! ...son venuta fin quassù quasi apposta!


Le crociere della durata di circa 2-3 ore per andare alla ricerca dei cetacei partono anche da Reykjavìk, ma il principale centro di osservazione è Husavìk
pittoresco paese (cittadina per gli standard islandesi) situato nel Nord del paese.
Husavìk - Il porticciolo

Armati di macchine fotografiche e di calde tute termiche imbottite fornite dalla compagnia che organizza la crociera iniziamo a prendere il mare incitati dalla guida a scrutare l'orizzonte alla ricerca di sbruffi di vapore acqueo, assembramenti sospetti di gabbiani che indicano la presenza di una balena, da qualche parte lì attorno, magari a decine di metri di profondità.
Inizialmente, mi sembra si tratti della solita "fregatura" da turisti (esperienza già parzialmente vissuta in Alaska e New Zealand), ma la giornata è bella, il mare è calmo, il fiordo suggestivo per cui mi appresto mentalmente a godermi la crociera senza aspettarmi nulla, d'altronde le balene mica stanno ad aspettare i turisti!

Poi, improvvisamente, a pochi metri dalla barca vediamo comparire il dorso grigio-azzurro di una balenottera (blue whale); 
la guida ci spiega che non si tratta di un'avvistamento comune.

Le balenottere sono fra i più grandi, se non i più grandi mammiferi marini e, tanto per rendere l'idea delle proporzioni, la zona del dorso malamente fotografata equivale alla spalla di un essere umano!!!
Da quel momento, come se la balenottera avesse rotto gli indugi, le altre balene presenti - dovrebbe trattarsi di megattere (humpback in inglese) - hanno iniziato a spingere i loro sfiatatoi verso l'alto e a palesarsi. 


La caccia, assolutamente incruenta, ha avuto inizio, ma le balene essendo più furbe di noi piccoli esseri umani ed emergevano sempre da lato dalla barca dove le nostre macchine fotografiche non erano puntate. 
Anche se riusciamo a scorgere solo una pinna dorsale che si sta immergendo l'emozione e l'adrenalina sono alle stelle e quando, ahimè, la crociera volge al termine salutiamo con un po' di rammarico queste regine degli abissi. 
E no, non si è trattata di una trappola per turisti!





Durante la crociera, oltre agli immancabili gabbiani, si vedono dei volatili neri con il becco giallo che, affannosamente, cercano di alzarsi dal mare per andare verso i loro nidi posti sulle scogliere vicine. Si tratta delle pulcinelle di mare, altrimenti detti "puffins", nome che ha un suono molto più appropriato rispetto alla goffaggine di questi uccelli marini che non sembrano adatti al volo con quelle alette che sbattono velocissimamente per sostenere il corpo tozzo e permettere loro di staccarsi dal pelo dell'acqua.

L'Islanda ha fatto della loro indubbia simpatia un vero e proprio business.


I puffins sono uccelli migratori e rimangono in Islanda fin verso metà agosto e poi se ne vanno verso altri lidi.
Fra le residenze estive dei puffins, hanno un posto d'onore le scogliere di Vìk in cui è possibile vedere al mattino e del tardo pomeriggio il decollo o il ritorno delle pulcinelle ai loro nidi. Noi abbiamo mancato gli appuntamenti.


Lì vicino esistono le scogliere di Dyrhòlaey.
Il posto è magnifico soprattutto con le giornate di sole (che in Islanda non è ma così scontato.)
Qui c'è la possibilità di passeggiare di fianco alle scogliere ed osservare da vicino questi buffi animaletti nel loro ambiente naturale, per nulla spaventati dalla presenza umana, al limite infastiditi dal rumore che solo noi esseri umani riusciamo a fare.
Scogliere di Dyrholaey
...scusate la pessima qualità ma la mia macchinetta non
ha lo zoom sufficientemente potente


Foto scattata presso l'Alaka SeaLife Center di Seward.
Ditemi se non è adorabile!!
Alla prossima tappa!
elipisto

22 gennaio 2013

XXII tappa - Islanda: i posti del cuore.

Ciao a tutti!
ora che ho rotto il ghiaccio proseguiamo (io insieme a me stessa medesima) con i post dedicati all'Islanda.
 Essendo una terra che ha smosso emozioni profonde potrei parlare per delle ore annoiando chiunque abbia la pazienza di ascoltarmi.

Ci sono due posti che sono riusciti a riservarsi un angolo nel mio cuore, 
due luoghi in cui ho detto ai miei compagni di viaggio: 
"Voi andate pure, io rimango qui" 
incantata di fronte alla magnificenza selvaggia della natura.

Il primo è l'Askja.


Un' immensa caldera ubicata nel mezzo nel nulla più assoluto circondata da un nero deserto lavico che, 
come tutti i deserti, 
cambia in continuazione sempre uguale ma sempre diverso dove lo sguardo spazia, si perde, si incanta e i pensieri ribollendo vengono a galla e si fondono con l'ambiente circostante.
Le neri pareti di roccia vulcanica chiazzate di neve circondano in un abbraccio due laghi quasi contigui, ma di natura completamente diversa.



Il lago più grande, dal nome (quasi) impronunciabile di Oskjavatn,  
è di un blu che riflette e si riflette nel cielo.





Di fianco, 
in una profonda infossatura del terreno,
 si trova il più piccolo lago Viti il cui colore e la temperatura gradevole ne rivelano l'origine vulcanica.




L'altro luogo che ho amato la prima volta nel 1999 e di cui mi sono ri-innamorata la scorsa estate è:  
Landmannalaugar.



Da qui partii una vita fa per un trek di 6 giorni, la scorsa estate mi sono dovuta accontentare di un troppo breve giro sulle alture circostanti.

Le montagne sono un'esplosione di colori che sfumano dal giallo, al rosso, al marroncino, all'ocra
che neanche la tavolozza di un pittore impressionista!  


La riolite, 
responsabile delle diverse sfumature di colore, rende il paesaggio incantato. 
Ci si ferma a bocca aperta di fronte a tanta bellezza;
 ad ogni passo, ad ogni sfumatura di colore, ad ogni nuova  forma rimango incredula e stupefatta. 


Non penso di essere riuscita a trasmettere l'infinità di emozioni che mi hanno investito, in maniera particolare qua dove la natura è ancora più dura, più inospitale, più indomita e indomabile che mai.
 Di fronte a tale immensità i miei problemi si ridimensionano e un senso di pace si diffonde nel mio animo.

Alla prossima...probabilmente ancora Islanda.

elipisto

19 gennaio 2013

XXI tappa - Sono stata in Islanda

Ciao a tutti!

Sullo sfondo il Lago Myvatn - Iceland

questo è un post che ho avuto intenzione di fare sin da quando ho aperto questo blog; ho pensato tanto a come raccontare questo viaggio, la mia mente è volata tantissime volte in quella terra emozionante, ma le mie parole non riescono ad essere all'altezza di quanto vissuto durante due settimane di luglio.


Leirhnjukur - Iceland

Per mettere nero su bianco quello che ho provato prendo a prestito le belle ed efficaci parole che Valeria Viganò ha scritto nel suo libro - diario 
"Siamo state a Kirkjubæjarklaustur



...ebbene sì ci sono stata pure io ed è questo pezzo di "sentiero" fatto da blocchi di basalto. Onestamente l'Islanda sa offrire molto di più...

Riporto qualche frase che mi ha colpito maggiormente durante la rilettura del libro.


"L'Islanda è ciò che abbiamo saputo incredibilmente e stupidamente dimenticare: l'assoluto e la sua anima."
"In Islanda la Natura pensa." 
Askja - Iceland

"...e lo sguardo si perde lontano, [..] perché qui il metro di misura è l'infinito. 
La vista si perde perché non può abbracciare tutta la vastità a cui andiamo incontro" 
Lungo la pista F910 verso l'Askja.
 Noi siamo arrivati da laggiù e siamo solo  a metà strada
 "...stupefacente. E' l'aggettivo più adatto a questo Paese. Sembra sempre di essere sotto l'effetto di una droga che contemporaneamente calma e rende euforici, lucidi e tranquilli. [...] Posso parlare ancora e ancora dello stupore perché è solo lo stupore che ci fa uscire da ciò che si sa."

Geysir in azione
Geysir  si prepara









 "...chi viene in questi posti, intimorito, tace. Non si spendono frasi inutili, si tiene la bellezza dentro, in fondo allo stomaco, nella cavità dei polmoni, nel sangue che scorre."

Origine.
Per me l'Islanda è un viaggio alle origini della nostro pianeta che,
 in quella terra dura e selvaggia, è ancora in fase di crescita, talvolta attraverso la distruzione.
E' un viaggio che ci porta alle origini della nostra essenza più pura
 a patto che si abbia l'umiltà e il coraggio di lasciare che questa forza primordiale agisca su noi stessi.
Landmannalaugar - Iceland

 Alla prossima tappa!
elipisto

06 gennaio 2013

XX tappa - Dall'alto

Ciao a tutti!
questa volta vorrei portarmi con me in alto.

In questi giorni di festa ho cercato di archiviare le tante (troppo) foto che scatto quando sono a zonzo e ho notato che alcune di queste sono unite da un sottile filo conduttore: 

la vista dall'alto.

Sarà che il "L'attimo fuggente" è stato un film che ha segnato la mia adolescenza e una delle scene fondamenti avviene salendo sui banchi di scuole "per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose con un'angolazione diversa ...è proprio quando credete di conosce qualcosa che dovete guardarla da un'altra prospettiva" (cit.).

Sarà che l'idea di salire mi attrae sempre
ma

e' sufficiente un piccolo poggio, 
una lieve altura,
un campanile più o meno diroccato 
e lo sguardo spazia 
verso l'orizzonte che si allontana e si allarga.

Le strade e le piazze disegnano arabeschi inaspettati,
la vista percorre strade già percorse e scova nuovi angoli da visitare,
i tetti disegnano geometrie e volumi inaspettati,

Laggiù le persone sembrano formiche indaffarate a correre a destra a manca mentre quassù l'aria è più pura.

Talvolta, soprattutto in luoghi ricchi di Storia e di storie, 
penso a cosa avranno visto di vedetta le sentinelle di qualche secolo fa....
lo so leggo troppi libri!

Ecco alcune delle  mie viste dall'alto.


Ljubljana - Slovenia

Angra do Heroismo - Isola Terceira  Azzorre

Amsterdam - Paesi Bassi

Reykjavik - Islanda

Inconfondibile Roma da Castel S'Angelo





Kyoto - Giappone

Auckland - Nuova Zelanda

Granada - Andalusia

Qualche inverno fa volgendo lo sguardo
verso la pianura torinese.
                     


 E poi c'è la vista dai monti che spazia verso la pianura oppure verso un infinito rincorrersi di cime, dorsali.
La fatica fatta rende ancora più bella la visione di ciò che ci circonda e mancano le parole per descriverne la bellezza.

Dal Pizzo Recastello - Orobie
Sono ancora in tempo per augurare buon 2013?

Alla prossima 

elipisto


24 dicembre 2012

Auguri!


Tanti auguri di buone feste a tutti voi!


il mio augurio è che queste feste possano portare un po' di
 serenità 
a tutti voi
non importa quanti pacchetti possano esserci sotto l'albero.

elipisto

Sopra e sotto il comodino - Letture primaverili...ma non troppo

Marzo è arrivato e la primavera bussa alle porte con le gemme che spuntano sui rami, i fiori che ingentiliscono i prati e gli alberi, le ...