26 aprile 2019

Gli animali di Kangaroo Island

Ciao a tutti!
Perché siamo andati a Kangaroo Island? 
Beh, con un nome simile non potevo lasciarmela scappare.
Saremo riusciti a vedere i canguri?
Innanzitutto koala! 
Tanti koala! 
I primi li abbiamo visti sull'eucalipto dall'altra parte della strada rispetto al nostro adorabile Ficifolia Lodge (assolutamente consigliato!) a Parndana
Erano solo una piccola anticipazione di quelli che avremmo visto il giorno successivo nel Flinders Chase National Park che copre la punta occidentale dell'isola. 
Appena parcheggiata l'auto, guardandosi un po' intorno, si possono vedere dei batuffoloni di pelo aggrappati agli alberi, tendenzialmente impegnati a mangiare oppure a dormire. 
Dopo il visitor centre iniziano alcune passeggiate, tra cui il facile Heritage Trail, e ci si imbatte presto in una colonia (si dirà così...boh!) di koala e si passa molto, molto, molto tempo con il naso in aria e la macchina foto pronta a scattare.











E' ancora più facile vederli all'Hanson Bay Wildlife Sanctuary dove, complice il vento furibondo e il caldo allucinante, i koala preferivano stare sui rami più bassi. 
Qua non c'è la benché minima difficoltà ad scorgere i pelosi animaletti. 
Sono veramente buffi! 
Non sono di certo gli animali più intelligenti del mondo, ma sarà l'andatura un po' impacciata, sarà il pelo "morbidoso", ma sono diventati il mio nuovo animale preferito innamorandomi perdutamente dei ciuffi sulle orecchie!

Non mancano le colonie di otarie 
(promemoria per la sottoscritta:i leoni marini fanno parte della specie delle otarie e, a differenza delle foche, hanno delle micro orecchie esterne)
A Kangaroo Island si possono vedere colonie di questi simpatici mammiferi marini al 
Seal Bay Conservation Park e all'Admirals Arch che sono posti di una bellezza naturalistica da lasciare senza fiato.

Gli animali si trovano appena al di là dei mancorrenti che delimitano i percorsi riservati ai turisti; a Seal Bay ci si può avvicinare ulteriormente partecipando a gruppi accompagnati dalle guide del parco. 
Il tempo sembra fermarsi mentre si sta in osservazione di questi mammiferi che passano quasi senza soluzione di continuità da esibizioni di possanza a periodi di apparente letargia, d'altronde si devono riprendere dalle fatiche legate ai lunghi periodi (fino a 3 giorni) trascorsi in mare.





Abbiamo visto il varano di Rosenberg e la anatre di Cape Barren,
abbiamo scoperto che l'ornitorinco durante l'estate va in una specie di letargo, che ci sono le aquile, che il miele viene prodotto dalle api liguri e che vicino all'imbarcadero c'è una colonia di pinguini a rischio di estinzione.






Già, ma i canguri? 
Ce lo stavamo chiedendo anche noi che di canguri ne avevamo visti pochi e di sfuggita.
Ritornando da Stokes Bay Beach ne abbiamo scoperto il motivo: i canguri, soprattutto, durante le giornate calde, escono a pascolare all'alba o verso l'imbrunire e trascorrono il resto della giornata all'ombra dei cespugli fuori dalla vista e abbiamo avuto la prova che Kangaroo Island è piena di canguri!





Su Kangaroo Island si possono fare diverse attività, noi abbiamo deciso di immergerci nella natura e abbiamo fatto benissimo!
Parndana non è sicuramente in cima alle destinazioni turistiche ma si è rivelata la miglior scelta per essere il più vicino possibile ai diversi siti che abbiamo visitato.


Alla prossima!
elipisto


31 marzo 2019

Sopra e sotto il comodino - Marzo 2019

Ciao a tutti!
Ecco il resoconto delle mie letture marzoline caratterizzate dal terminare libri che si stavano trascinando da tempo e dagli acquisti effettuati senza alcun ritegno al Book Pride di Milano che sono andati ad aumentare i libri sul comodino.

La prima lettura terminata è stata "Uno scià alla corte d'Europa" di Kader Abdolah. Di questo autore avevo amato Scrittura Cuneiforme e il suo narrare a tratti epico ed evocativo del narrare orientale.
In questo libro, dalla bellissima copertina, viene riportato il presunto diario scritto dallo Scià di Persia in visita presso le corti europee in cui emerge la differenza di culture presente tra l'Oriente più legato al passato e l'Occidente già proiettato nel futuro e con la testa verso i conflitti mondiali. Attraverso le parole di un professore di lingue orientali che ha trovato il diario, l'autore ci fa fare un salto in avanti fino alla contemporaneità in cui la cultura europea si chiude di fronte ai flussi migratori provenienti dalla Siria (e non solo). Come sempre ci sono più livelli di narrazione, ma in questo libro ho trovato la scrittura più frammentata e meno coesa.



Ho proseguito il mese con "The murder of Roger Ackroyd" della signora del giallo Agatha Christie. In questo libro Hercule Poirot, formalmente in pensione, si trova alle prese con un classico omicidio in stanza chiusa in cui tutti sono sospettati e tutti hanno un valido motivo per commettere l'omicidio. Per una volta tanto ho scoperto l'assassino due righe prima della rivelazione finale. 


In questo libro Alberto Angela ci accompagna passo dopo passo a rivivere "I tre giorni di Pompei" prima della fatidica esplosione del 49 a.C che distrusse Pompei ed Ercolano causando la morte di migliaia di vite umane. 
Sembra di ascoltare una puntata di una delle trasmissioni di Alberto Angela e, attraverso le sue parole, è un po' come assistere ad una rievocazione di quei drammatici giorni. La narrazione si basa sempre sui dati scientifici, ma è ben romanzata, al punto da sognare di dover scappare dal temibile vulcano che minacciava casa mia (ovviamente non c'è nessun rischio di questo tipo nelle zone dove abito).



"Adesso scappa" di Patrizia Rinaldi e Marta Baroni (chi è l'illustratrice) è un breve graphic novel che fa il focus sul bullismo e sul sentirsi "sfigati" e sul potere di usare la propria testa per far valere i propri diritti senza trascendere nella violenza. Le immagini sono più efficaci di tante parole e andrebbe letto in tutte le scuole. 
Lettura piacevole ed istruttiva. Da segnalare che il font utilizzato è ad alta leggibilità.



Da tempo vedo in libreria i libri di Elizabeth Von Arnim dalle copertine accattivanti e di cui non sapevo assolutamente nulla. Sono riuscita a recuperare "Un incantevole aprile" in cui sono narrate le vicende di quattro donne, le più disparate tra loro, che trascorrono un mese - aprile, per l'appunto - in un castello che si affaccia sul Mar Ligure circondato da un bellissimo giardino che, con l'arrivo della primavera, esplode in un tripudio di profumi e colori. Qua, grazie alla magia del posto, le compagne di soggiorno rinascono e ritrovano la loro vera essenza. I personaggi sono abbastanza stereotipati e la scrittura abbastanza pomposa, ma è figlia del tempo in cui è stato scritto (1922) e della vita dell'autrice, ma si tratta di un bel "romanzo della nonna" da poter leggere sotto l'ombrellone.

Le letture successive sono frutto dei libri che sono venuti a casa con me dopo una mattinata trascorsa al Book Pride. Conto di leggerli nel corso dei prossimi due mesi, ma chissà quali libri mi chiameranno prossimamente.

Il primo volume terminato è "Nostalgistan. Dal Caspio alla Cina, un viaggio in Asia Centrale" di Tino Mantarro edito dalla Ediciclo Editore.
Sono affascinata dallo sconosciuto e faccio confusione tra tutti gli "Stan" che ci sono, per cui mi sono portata a casa questo volume. Un viaggio verso Est attraverso gli stati (ri)emersi dallo disfacimento dell'URSS che tentano di proiettarsi verso il futuro con esiti alterni, ma che spesso fanno venire in mente il gattopardiano "Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi". Nonostante le parole dell'autore non siano generose con questi paesi, a me la voglia di mettere il naso da quelle parti del mondo non è passata.


"Il piccolo dizionario delle malattie letterarie" di Marco Rossari edito da Italo Svevo è un breve divertissement letterario che parte dal presupposto che la letteratura è "una malattia che si contrae nell'infanzia quando il corpo è più gracile" che si declina in tante malattie tra cui quella del "Comodino: nevrosi dell'accumulo".
Divertente, colto (a volte persino troppo, almeno per me), di rapida lettura.
Stavo dimenticando la peculiarità che le pagine non sono tagliate, ma bisogna armarsi di un taglierino per poter proseguire nella lettura, il tutto ha un che di terapeutico.


Quali sono state le vostre letture?

Alla prossima!
elipisto







17 marzo 2019

Alla scoperta delle Blue Mountains

Ciao a tutti!

A 2 ore di treno da Sydney, ancor di meno in auto, si è catapultati in mezzo al verde in un bellissimo sito Unesco: 
le Blue Mountains.

Immaginate di arrivare in un posto nuovo, di cui avete solo qualche vaga notizia, e fino all'ultimo la bellezza del luogo non si svela davanti ai vostri occhi. 
Con le Blue Mountains succede così.

Katoomba - il principale paese del parco - si trova in posizione elevata a circa un paio di kilometri rispetto alla tappa obbligatoria del "Three Sisters Lookout",
man mano che ci si avvicina il sipario lentamente si apre sul panorama che si espande tutto attorno, fin quasi sotto ai piedi.
Ebbene sì, il punto panoramico si trova sul ciglio della scarpata che è una delle caratteristiche delle Blue Moutains: una catena montuosa formata da una parte di rocce erose che si erge al di sopra di vallate ricche di eucalipti e alberi di felci.


Le mie parole non sono assolutamente in grado di esprimere il senso di meraviglia che si ha di fronte a tale spettacolo e, probabilmente, neanche le foto riescono a cogliere l'ampiezza del panorama. 
Ci si sente piccoli e spersi, ma fortunati a poter essere qui.


Le Blue Mountains, per fortuna, non sono unicamente le Three Sisters. 

Ci sono diversi modi per esplorare questa bellissima zona ricca di cascate, foreste, grotte.
Noi abbiamo optato per una bella e facile escursione percorrendo parzialmente il sentiero denominato 
Prince Henry Cliff Walk 
che parte dal visitor centre. 
Il meteo non è stato certo dei migliori e per tutto il tempo siamo rimasti avvolti dalle nuvole in cui, a malapena, si vedevano le cime degli alberi sopra le nostre teste. 
Sarà stata la tranquillità o l'atmosfera surreale di camminare senza riferimenti, 
ma mi sono goduta ogni singolo istante.


















Il giorno successivo il sole è tornato a splendere e la visibilità è passata da un livello "cippa lippa" ad un livello "wow".
Non c'era neanche una nuvola ad offuscare il sole e abbiamo goduto appieno dei panorami offerti dal sistema di funivie e del trenino dello Scenic World.

Si tratta di un modo intelligente di riutilizzare "le infrastrutture" utilizzate dai minatori per spostare il carbone estratto. 
A bordo di moderni "vagoncini" si percorre una ripida galleria scavata nella nuda roccia (pendenza di circa 52%) arrivando nel bel mezzo della foresta temperata ricca di eucalipti, felci, alberi altissimi che si può scoprire seguendo un facile percorso ad anello su diverse passerelle create per non rovinare il fragile  ecosistema, ricordiamoci che siamo all'interno di un sito Unesco.

Si risale con una funivia uscendo dalla foresta fino araggiungere nuovamente il punto di partenza. Da qui si è pronti per salire sullo Scenic Skyway: un'altra funivia che attraversa una rientranza della parete rocciosa letteralmente appesi nel vuoto! 
Inoltre, per rendere l'esperienza ancora più adrenalinica (il tutto in assoluta sicurezza) parte del fondo della cabina è trasparente e lo sguardo spazia in ogni direzione.


Lo Scenic Word è la classica attrazione turistica, ma il biglietto vale per tutta la giornata e per un numero illimitato di corse per cui si può scorazzare tranquillamente.
Il mio consiglio è di giocare d'anticipo e scendere nella foresta con il primo trenino per poter godere dell'ambiente e dei suoni anticipando l'arrivo delle orde dei turisti.


Ci sono altre cose da vedere alle Blue Mountains e non ci si stufa di sprofondare nell'orizzonte ma, ahimé, il tempo a nostra disposizione è terminato e dobbiamo prendere il treno per tornare a Sydney.





Alla prossima!
elipisto

01 marzo 2019

Sopra e sotto il comodino - Gennaio e Febbraio

Ciao a tutti!

Proviamo a dare continuità anche alla "rubrica" dedicata alle mie letture. 

A Gennaio, complice il viaggione in Australia, ho unicamente letto 
"Vi racconto l'astronomia" di Margherita Hack
in cui la grande scienziata propone un excursus delle scoperte che ci stanno permettendo di esplorare i confini dell'universo.
Io ho tutt'altro che una mente matematica e i numeri mi mandano in confusione, con questa doverosa premessa il libro è una lettura sicuramente interessante e permette a noi, poveri mortali di alzare gli occhi al cielo e sentirsi un po' meno soli. Ovviamente dove venivano illustrate formule matematiche mi perdevo un po', ma è un limite mio.

Passando a Febbraio ho fatto una serie di letture molto piacevoli e una da dimenticare.
Iniziamo.

Con "Il più grande uomo scimmia del Pleistocene" di Roy Lewis sfociamo nel racconto surreale dell'evoluzione dell'uomo da quando è sceso dagli alberi fino a quando è iniziata la Storia.
Il capofamiglia illuminato spinge sull'acceleratore dell'evoluzione culturale e scientifica del suo clan che si accompagna ai primi semi dell'invidia e della cupidigia.
Una lettura assolutamente divertente per l'assurdità delle situazioni, ma che, soprattutto sul finale, fa riflettere. 


Dopo aver letto Mattatoio n° 5 non potevo non leggere 
"Ghiaccio Nove" di Kurt Vonnegut

Di per sé la storia è apparentemente semplice: uno scrittore vuole narrare le vicende dello scienziato che ha ideato la bomba nucleare e, seguendo le "testimonianze, si ritrova invischiato nella più grande catastrofe mondiale.
Difficile descrivere l'esperienza di lettura. Occorre lasciarsi andare e fidarsi della penna di Vonnegut che abilmente ci accompagna a conoscere una pletora di personaggi assurdi in una situazione sempre più surreale, il tutto condito dalla tipica ironia dell'autore. 


Rimanendo sempre nell'ambito della fantascienza, a sottolineare quanto le classificazione di generi comprendano libri diversissimi tra loro, ho letto:
"Dune" di Frank P. Herbert.
Mi sono approcciata a questa lettura grazie al Salotto di Lettura ideato e gestito da Jessica del canale YouTube di Pennylane.
Il mondo creato da Herbert è magnifico e ti catapulta direttamente nel cuore della storia a vivere i turbamenti di Paul, gli intrighi imperiali, la ribellione nascosta per la libertà dei Fremen, il potere del Bene Gesserit, i vermi del deserto e la spezia, la stessa che, anche tu lettore prendi e diventi parte del mondo del deserto. Mi sa proprio che continuerò la saga.

Infine, è arrivato il libro che, mi auguro, rimanga la peggior lettura di quest'anno.
Ero alla ricerca di un libro di avventura che mi accompagnasse durante il viaggio. La trama di "Shogun" di James Clavell prometteva tutto questo: avventurieri, intrighi di corte, guerre, il tutto sullo sfondo del Giappone del 1600. 
No. 
Il libro è troppo lungo e, soprattutto, è lento: le vicende si susseguono senza avere l'impressione che stia succedendo qualcosa, i colpi di scena sono abbastanza telefonati oppure ti fanno dire: "sul serio? ma veramente?", i dialoghi fanno venire il latte alle ginocchia - capisco la necessità di rispettare il formalismo nipponico e il giapponese stentato del protagonista, ma si sarebbe potuto ovviare in altra maniera. 
Ho apprezzato il contesto storico e la descrizione degli usi e costumi giapponesi rapportandoli a come si viveva in Europa all'epoca. 
Per fortuna l'ho acquistato in ebook in offerta.

Come sempre si tratta delle mie incompetenti impressioni.

Quali sono state le vostre letture?

Alla prossima!

elipisto

17 febbraio 2019

Un viaggio Down Under

Ciao a tutti!
sono tornata da un viaggio e che viaggio! 
Più di tre settimane Down Under!
Con la scusa di andare al matrimonio di una cara amica, cui non potevo dire di no: ero la testimone di nozze, ho anticipato a Gennaio le vacanze, nientepopodimeno che dall'altra parte del mondo in Australia.

Ma come organizzare un viaggio in un paese che è più grande dell'l'Europa? 
Beh, bisogna mettersi in testa che per quanto si corra non si potrà mai visitare tutto. 
Dopo questa doverosa premessa si tratta "solo" di fissare le tappe o segmenti del viaggio. 
Facile, no? 
Insomma...

La prima tappa è obbligata: Brisbane dove si è tenuto il matrimonio, ma poi? 
Visitare il Queensland oppure andare di qua e di là.
Leggendo sulla guida, l'estate non sembrerebbe essere la stagione ideale per visitare il Queensland con il suo clima sub tropicale che cozza con la mia predilezione per il fresco, meglio andare andare a sud a trovare un clima migliore (non è andata proprio così, ma il clima è impazzito).







Prima di dirigersi a meridione c'è un'altra tappa obbligata nonostante non sia decisamente la stagione adatta dato che si trova nel bel mezzo dell'Australia:
e tutte le aspettative sono state ampiamente superate.

Dopo la puntata nel Red Centre percorriamo la Great Ocean Road
una delle strade panoramiche più famose al mondo che ha il suo culmine nella vista sui celebri 12 Apostoli! 
Et voilà il terzo segmento della nostra avventura.


Altri simboli australiani per eccellenza sono i canguri e i koala, complice il nome e qualche immagine su Instagram, la quarta destinazione è Kangaroo Island dove ci siamo immersi nella natura e abbiamo visto tanti animali.




Purtroppo, è ora di riconsegnare la macchina e prendere un volo aereo per Sydney per rientrare nella vecchia Europa, ma la vacanza non è ancora finita e c'è ancora tempo per raggiungere in treno le vicine Blue Mountains e lasciarci meravigliare dal paesaggio che ci ha letteralmente lasciato a bocca aperta.



Le tappe fondamentali sono fissate, si tratta solo di unire i puntini e l'itinerario è fatto!




Mentre mi industriavo a inserire i punti sulla mappa mi sembrava di aver fatto un sacco di cose, poi ho rimpiccolito la mappa e i kilometri percorsi (quasi 2.200 in una settimana) e i voli presi sono un nonnulla.

E' stato un viaggio intenso, con alcune levatacce per ammirare l'alba o prendere dei voli aerei, ma con spazi di riposo, utili per sfuggire alle punte di caldo estremo in cui ci siamo imbattuti: 
i 43-45° di Parndana (il doppio delle temperature usuali per la zona) non li dimenticherò facilmente!

Abbiamo visto un sacco di animali, ma nessuno di quelli pericolosi per cui l'Australia è famosa, tranne un serpente a Yulara a cui, però, non ho chiesto se fosse velenoso o meno. 

I paesaggi lasciano a bocca aperta,
un paio di volte ho fatto fatica ad allontanarmi, vuoi per la bellezza intrinseca del luogo, vuoi per il momento in cui l'ho vissuto.

Mi è difficile dire quale sia stato il posto più bello visitato: 
"l'alba non alba" (troppo nuvoloso) ai 12 Apostoli in cui saremmo stati una quindicina e i vicini Gibson Steps in cui eravamo soli; 
l'aprirsi delle cortine sulle Blue Mountains dal lookout, 
senza dimenticare il Motel di Meningie con vista sul lago Albert.
Ma ce ne sono molti altri!


Sono tornata fisicamente da due settimane, ma mentalmente ci impiegherò un po' a rientrare, la mente divaga spesso e i ricordi spuntano all'improvviso a sottolineare l'intensità di un viaggio simile.

Se per caso esiste l'equivalente della "saudade" per l'Australia, io ce l'ho!

Alla prossima!
elipisto

Sopra e sotto il comodino - Letture primaverili...ma non troppo

Marzo è arrivato e la primavera bussa alle porte con le gemme che spuntano sui rami, i fiori che ingentiliscono i prati e gli alberi, le ...