29 aprile 2018

Hoi An - Il mercato centrale

Ciao a tutti!
eccoci alla seconda parte dedicata ad Hoi An (la prima la trovate QUA) e al suo mercato coperto. 

Hoi An, oltre ad essere un piccolo gioiellino architettonico visitato da frotte di turisti provenienti da tutto il mondo, è un paese dove i vietnamiti ci vivono quotidianamente.

Buona parte dei commerci e degli incontri si svolge nel vivace mercato che si estende per un paio di isolati, dalla rive del fiume fino alla struttura che accoglie banchetti di frutta e verdura e non solo. 

A me piace andare a curiosare nei mercati locali perché sono luoghi interessanti in cui immergersi per assaporare i profumi, i colori, le merci che non sempre incontrano il gusto del nostro "naso raffinato", ma che sono espressione della vitalità e vivacità di un posto e della sua cultura. 
Il mercato centrale di Hoi An non si è trasformato ad uso e consumo dei ben più ricchi turisti occidentali con i dollari in tasca come è successo al mercato Ben Thanh di Ho Chi Minh, ma è riuscito a mantenere la sua essenza di mercato locale: si trovano le lanterne per cui Hoi An è famosa e che andranno a riempire qualche valigia, ma è capitato di incontrare una signora che si stava recando al mercato con la sua sporta vuota per ritrovarla sulla via del ritorno con ciuffi di insalata e carote che facevano capolino dalla busta come tutte le brave massaie.



I frutti sono accuratamente accatastati in modo che non rotolino in mezzo alla strada, le bancarelle sono ricolme di verdure e la carne è esposta a bella vista con buona pace delle normative igieniche a cui siamo abituati, chi non ha il banchetto si accontenta di simil-bacinelle e come, in ogni buon mercato, ci sono i clienti affezionati che non devono neanche chiedere cosa vogliono che l'esercente ha già riempito il sacchetto.


Ma la cosa più bella sono i banchi che vendono piatti pronti o preparati al momento con materie prime a KM 0 permettendo un'immersione totale nella ricca e buona cucina vietnamita che meriterebbe un post a parte se solo ne fossi capace. Al pensiero mi viene ancora l'acquolina in bocca!








Hoi An è stata una scoperta da tutti i punti di vista e spero che il mercato continui a mantenere la propria vivacità e autenticità a lungo.

Alla prossima!

elipisto


09 aprile 2018

Hoi An: giorno e notte


Lampade colorate ondeggianti nella brezza serale ad illuminare debolmente le strade ricche di botteghe straripanti di mercanzia, frementi riflessi sulle placide acque del fiume Thu Bon.
Potrebbe essere la descrizione di un villaggio cinese dell'inizio del secolo scorso, in realtà, è la caratteristica di Hoi An, piccolo gioiellino vietnamita che attira frotte di turisti proprio per la sua atmosfera; la fortuna attuale deriva dalla sfortuna di essere caduta, sul finire del XIX secolo, nell'oblio a causa dell'insabbiamento del fiume su cui si affacciava il frequentato porto frequentato da navi cinesi e, in parte, nipponiche.
I commercianti  giungevano nella (allora) cittadina portuale sospinti dai venti monsonici per ritornare nelle terre natie grazie ai venti contrari. Durante i 4 mesi di permanenza venivano affittati edifici sul lungofiume utilizzati come case private e magazzini per le merci.


Gallo "ruspante"...
Alle botteghe si alternano gli ingressi alle diverse congregazioni o case riunioni dei cittadini cinesi - costruite a partire dal XVII secolo - ricche di draghi e sontuosi bonsai in cui aleggia il profumo dell'incenso per far salire al cielo le richieste di fortuna e denaro; alcuni di questi edifici sono ancora frequentati dai vietnamiti di origine cinese.

E' bello passeggiare al di fuori delle due/tre vie centrali - piene di negozi di souvenir e di botteghe in cui farsi cucire un abito su misura - dove il ritmo rallenta e la folla diminuisce e i galli razzolano sui marciapiedi, ah no quello succede indipendentemente dalla presenza dei turisti! 


Con il calare del sole l'atmosfera si fa più romantica e suggestiva: l'illuminazione pubblica è quasi interamente fornita dalla luce soffusa e filtrata delle migliaia di lanterne appese tra gli edifici, ma bisogna non attardarsi troppo che vengono spente con la chiusura dei locali; nella Hoi An "moderna" sorta dall'altra parte del fiume i locali hanno più orari e gusti "occidentali".

Hoi An venne riscoperta all'inizio del secolo scorso e, dal 1999, è entrata a far parte del patrimonio dell'umanità dell'Unesco con più di 800 edifici considerati storici e pertanto protetti e preservati. L'ingresso e la visita ai diversi siti è sottoposta ad un ticket di ingresso del costo di 120.000 Dong (meno di 5 Euro!!!!) che permette la visita di 5 posti tra i 21 selezionati. Circa l'85% del biglietto viene utilizzato per il restauro e la conservazione del patrimonio architettonico e artistico della città vecchia (maggiori informazioni in inglese QUI)

Fortunatamente, le frotte dei turisti non sono ancora riusciti a piegare l'autentica anima vietnamita che  la si può ritrovare nel vivace mercato, ma questa è un'altra storia che racconterò prossimamente.

Le mie foto non sono in grado di esprimere la pienezza dell'atmosfera, soprattutto quella mattutina o serale quando ci sono meno turisti in giro, per cui ecco una selezione del centinaio di foto che ho scattato.
La quiete del mattino


 
Spirali di incenso














Alla prossima!
elipisto

02 aprile 2018

Sopra e sotto il comodino - Marzo 2018 - Parte 2

Ciao a tutti!
Eccoci con la seconda parte del riepilogo delle mie letture di Marzo.



Avevo bisogno di una lettura facile che scorresse via veloce e allora ho pensato di rivolgermi al giallo.

Ho scoperto solo successivamente che Le notti di Reykjavìk di Arnaldur Indridason è il prequel di quelle che sono le avventure del poliziotto Erlendur che, in questo volume, si interessa a quello che, solo in apparenza, è il suicidio del senzatetto Hannibal. 
Speravo di ritrovare un po' della magia dell'Islanda, invece ho trovato una capitale con i suoi lati meno patinati e le lunghe (o brevi, dipende dai punti di vista) notti estive sono un timido accenno che rimangono sullo sfondo della storia.



Andando alla ricerca dell'atmosfera islandese che è fatta di natura potente ho deciso di leggere Il pastore d'Islanda di Gunnar Gunnarsson trovando quanto stavo cercando. Il caso ha voluto che ho terminato la lettura mentre, in questo marzo pazzerello, fuori dal treno sembrava di essere in Siberia invece che nella placida Pianura Padana.
Un uomo di indole buona e altruista ogni anno si mette alla ricerca delle pecore che sono sfuggite ai raduni autunnali andandole a cercare sui monti insieme ai suoi amici Leo e Roccia che sono più umani degli umani in carne ed ossa. 
Seppur breve è un libro potente ed evocativo in ogni sua parola, in ogni sua immagine.

Breve biografia di Adriano Olivetti di Carlo Mazzei che traccia a grandi linee l'evoluzione imprenditoriale, sociale e politica del manager eporediese che riconobbe e valorizzò l'apporto degli operai alla vita della fabbrica.
Sicuramente visionario, forse figlio del suo tempo, chissà come si comporterebbe Olivetti ai giorni nostri.




Le letture di Marzo si concludono con un libro bello bello: Il museo del mondo di Melania G. Mazzucco.
In questo volume l'autrice ripercorre i quadri che l'hanno colpita e che hanno contribuito ad alimentare la sua passione per la pittura e l'arte. Si spazia da Artemisia Gentileschi a Paul Klee, da Van Gogh a Tintoretto senza limiti di epoche o stili. Per ognuna delle 51 opere viene tratteggiata una breve storia dell'autore e del quadro stesso raccontandone i significati.
E' un libro che desta curiosità, nel senso che, per ogni artista ti spinge a saperne di più, inoltre, è scritto benissimo e il mio vocabolario si è arricchito di un paio di termini nuovi che non conoscevo. 

Queste sono le mie variegate letture del mese appena passato: un giallo islandese e un giallo con un po' di fantasy vittoriano (mi sa che mi sono inventata un genere...), due graphic novel, un diario di viaggio, una biografia, un romanzo breve che cela un'epopea e un saggio, direi che non mi posso lamentare.
Voi cosa avete letto?

Alla prossima!
elipisto


01 aprile 2018

Sopra e sotto il comodino - Marzo 2018 - parte 1

Ciao a tutti!

Il mese di Marzo è stato caratterizzato da tanto lavoro e tanti mezzi pubblici, il che si è tradotto in nessun post e in tanti libri letti. In alcuni casi sono riuscita a terminare libri che languivano sul comodino da tempo, in altri casi si è trattato di letture rapide adatte agli spostamenti in treno.
Bando alle ciance e iniziamo.

In teoria non devo comprare libri che devo smaltire la scorta degna di una biblioteca, ma Le balene lo sanno di Pino Cacucci è venuto a casa con me appena l'ho visto; a mia discolpa posso dire che non ha avuto il tempo di stazionare sullo scaffale a prendere polvere.
Nel febbraio del 2015 ho fatto un bellissimo viaggio nella penisola della Baja California andando alla ricerca delle balene grigie trovandone in abbondanza, immergersi in queste pagine mi ha fatto venire prepotente la nostalgia di quelle terre desertiche.
Consigliato a chiunque sia stato in quelle zone e a chi ama la letteratura di viaggio, probabilmente la lettura non risulta così coinvolgente per chi non ha un minimo di interesse nell'argomento.


Quando si dice il potere della copertina! Purtroppo, il contenuto de L'orologiaio di Filigree Street di Natasha Pulley è stato al di sotto delle aspettative, almeno per me. Nella Londra vittoriana dilaniata dalle bombe degli irredentisti irlandesi si cela un misterioso orologiaio giapponese che costruisce meccanismi perfetti e sembra conoscere troppe cose; lo spunto è interessante ma, la storia si dilunga, viene caricata di troppe cose e si perde un po' per strada con qualche buco di trama qua e là. Ottima lettura da ombrellone, da treno, l'importante è non avere aspettative troppo alte



Più che un fumetto o graphic novel unastoria di Gipi è un'opera d'arte. 
Una storia che sono due, storia d'amore e di pazzia, di coraggio e di paura che si accompagnano a tavole dai colori caldi e dai colori freddi, acquerelli che sono dei quadri, immagini che raccontano anche senza la necessità di dialoghi.
Un unico consiglio: lasciarsi trasportare dalle immagini che riempiono i vuoti lasciati dalle parole.
Bellissimo!


E' da poco uscito anche sul mercato italiano l'ottavo volume di Saga di Brian K.Vaughan e Fiona Staples, un'uscita molto attesa dopo il finale mozzafiato del settimo volume.
Finalmente, un momento di relativa calma apparente in cui si tirano le fila dei vari protagonisti, ma all'orizzonte si profila l'ennesimo nemico interessato ad Alana e Marko. 
Adesso chissà quanto bisognerà aspettare per poter leggere il proseguo delle vicende.



Fine prima parte che non voglio annoiare nessuno.
A domani con la seconda parte del riepilogo delle mie letture

elipisto

27 febbraio 2018

Sopra e sotto il comodino - Gennaio e Febbraio 2018

Ciao a tutti!
Con il blog ritorna anche il diario di una lettrice (quasi) per bene sotto una nuova forma.
Sono sommersa dai libri e non so dove metterli, ovviamente vorrei leggerli tutti, possibilmente in tempi rapidi, per cui li metto sul comodino e anche sotto per evitare crolli improvvisi nel cuore della notte, da qui il nuovo nome della "rubrica sui libri" (quasi come se si trattasse di un blog serio....)

Piccola doverosa premessa valida per tutti i post in cui parlo di libri: io provo a raccontare le impressioni che mi ha lasciato la lettura senza alcuna pretesa di fare una recensione che non ho le competenze necessarie per farlo.

Il primo libro terminato è "Mirtilli a colazione" di Meg Mitchell Moore, non una grande lettura, ma non mi aspettavo molto anche perché la copertina (sì, lo so che non si giudica un libro dalla copertina, ma tant'è) non mi faceva certo propendere per una lettura densa e pregna di significati filosofici metafisici. Il punto di partenza è interessante: una reunion familiare dei tre figli dei Genny e William che, per diversi motivi, si ritrovano sotto il tetto della casa natale portati là a causa di diversi accadimenti in cui si ritrovano, in età adulta, ad avere bisogno della mamma e del papà, purtroppo lo svolgimento appiattisce il tutto: troppi stereotipi, personaggi un po' piatti e finale affrettato e prevedibile, inoltre, il momento alla "Uccelli di Rovo" (intuibile dal primo momento in cui è comparso il prelato giovane e affascinante) me lo sarei evitato. 

Il filo conduttore delle letture di quest'anno sarà: "smaltiamo la scorta di libri non letti".

Riordinando la libreria per trovare dei libri da regalare alla biblioteca mi sono imbattuta nel libro di Walter Bonatti "In terre lontane" che colpevolmente stazionava tra i libri letti invece che nello scaffale strapieno di quelli da leggere. 
Il grande alpinista, uomo sicuramente fisicamente e psicologicamente forte, conclusa l'avventura alpinistica si dedica all'esplorazione dei mondi ancora poco frequentati dai turisti. In questo libro sono raccontate le sue avventure con un misto di ammirazione dell'uomo primitivo che vive in simbiosi con l'ambiente che lo circonda e lo spingersi oltre fino a testare i propri limiti; il dubbio che mi è sorto è: si tratta solo di andare oltre i propri limiti oppure di irragionevole sfoggio del proprio valore? In ogni caso si tratta di una lettura scorrevole senza impegno. 


"Pelle di leopardo" è stato il fedele compagno di viaggio di due settimane in Vietnam. L'acuta penna di Tiziano Terziani racconta il periodo in cui il Vietnam era diviso in due e lacerato da una guerra civile in cui le città erano in mano ai sudvietnamiti e i cosiddetti vietcong erano sparsi a macchia di leopardo tra le campagne.
La seconda parte racconta la liberazione di Saigon e di come gli ideali della rivoluzione fossero appetibili e condivisibili. Purtroppo, le rivoluzioni si scontrano con la realtà e la necessità di consenso e gli ideali perdono il loro fascino astratto. 
Man mano che scoprivo il paese asiatico anche i nomi citati acquisivano una connotazione più reale e forte è il contrasto tra il Vietnam di 40 anni fa e quello attuale.

In concomitanza con la Giornata della Memoria mi piace sempre leggere un libro sulla II Guerra Mondiale dato che, personalmente, do un'interpretazione estensiva del concetto di memoria.
Ho scelto, sempre attingendo alla scorta dei libri dimenticati, "I nostri occhi sporchi di terra" di Dario Buzzolan perché prometteva di raccontare la parte "sporca" della Resistenza in cui la faida personale si nasconde dietro gli ideali di democrazia e libertà.
In realtà si tratta di una storia raccontata ai giorni nostri con qualche flashback agli Anni '40 il cui fulcro è il rapporto tra un padre che ha vissuto la guerra e la figlia e l'amante. 
Aspettative assolutamente disattese.


Infrangendo i buoni propositi di non comprare nessun libro, sono entrata in libreria e questa nuova uscita è venuta a casa con me curiosa di conoscere quelle che Eco definisce le: 
"caratteristiche tipiche di quello che vorrei chiamare l’‘Ur-Fascismo’, o il ‘fascismo eterno’. L’Ur-Fascismo è ancora intorno a noi, talvolta in abiti civili".  
A leggere attentamente e a guardarsi intorno c'è da avere paura perché le caratteristiche sono presenti nella società contemporanea e vengono ampiamente sottovalutate.


Ho letto il primo volume della saga dei Cazalet, tanto apprezzata da molti, sul finire dello scorso anno e, nonostante non ne fossi particolarmente convinta, mi sono decisa di continuare nella lettura (complice l'ebook in offerta), però mi sono annoiata molto, ancora più che nel primo volume: la storia è diluita, dilatata senza che succeda nulla di eclatante nonostante il mondo attorno venga stravolto dai primi anni del secondo conflitto mondiale; sembra che l'evoluzione dei personaggi sia avvenuta nell'intervallo non raccontato tra i due volume. Per me è stato "tempo dell'attesa" che arrivasse l'ultima pagina.

Quali sono state le vostre letture? Avete letto qualcuno di questi libri?

Alla prossima!

elipisto





11 febbraio 2018

Impressioni d'Oriente

Mercato galleggiante di Can Tho

Botteghe aperte sulla strada
Milioni di motorini che segnalano la propria presenza con un caos organizzato di clacson
Mezzi di trasporto colmi di merci e persone
Un fiume che non scorre sullo sfondo della città, ma ne è parte integrante
Cibo speziato
Cucina di strada
Frutta esotica e profumata
Sorrisi sfuggenti e gentili
Mercati ricchi di merci
Galli sul marciapiede nel pieno centro urbano di una metropoli
Risaie e alberi di caucciuù
Picchi calcarei incombenti
Lanterne colorate
Capelli a cono

Questi i ricordi a caldo di un bellissimo viaggio in Vietnam.

Hoi An


Quello che mi ha colpito maggiormente, più che i paesaggi, è stata la brulicante umanità.
La baia di Halong non ha deluso le alte aspettative che nutrivo,
Cam Toc è stata una piacevole sorpresa e 
Hoi An è un piccolo gioiellino asiatico,
ma quello che si sedimenta nei ricordi è la gente che vive la strada e la città in maniera diversa a quella a cui siamo abituati: 
si mangia in strada seduti su piccoli sgabelli, le merci esposte invadono il marciapiede e contendono lo spazio ai motorini parcheggiati, la bottega è un tutt'uno con l'abitazione.


Pausa pranzo
Sulla strada verso il mercato

Carretto 

Motorini in doppia fila





Alla prossima!
elipisto

11 gennaio 2018

Irlanda on the road

Ciao a tutti!

Paesaggi mozzafiato e pecore in mezzo alla strada, buona birra e macchine contromano: 
questa è l'estrema sintesi di un viaggio on the road in Irlanda.

Esplorando il Connemara

Quasi 3.000 Kilometri percorsi in 13 giorni a bordo della Mini che ci ha portato a zonzo per le strade, stradine, viottoli alla scoperta delle vestigia della storia millenaria e travagliata di questa terra ma, soprattutto, immergendoci nei morbidi paesaggi irlandesi che possono essere tanto rilassanti quanto inquietanti al cambiare le condizioni atmosferiche, il che succede molto molto spesso!

Verso Fanore Beach 

Spesso il nostro percorso si è sovrapposto a quello della Wild Atlantic Way che parte da Kinsale per risalire fino a Malin Head per cambiare nome in Causeway Coastal Route nel territorio nord irlandese.

Sempre più a Nord

Le ondine che simboleggiano la Wild Atlantic Way ci hanno accompagnato alla scoperta di angoli più o meno frequentati in cui si sono susseguiti panorami mozzafiato fatti di spiagge sabbiose celate in fondo a baie protette, di ripide ed improvvise scogliere, senza dimenticare le corroboranti soste negli immancabili pub che punteggiano il paesaggio quasi quanto le pecore e gli accoglienti cafè dove gustare saporite torte.

Il percorso della Wild Atlantic Way segue il più fedelmente possibile la frastagliata linea costiera dell'isola di smeraldo percorrendo, il più delle volte, le strette "local" (identificabili dalla lettere L); 
i punti di interesse sono arricchiti da apposita cartellonistica che fornisce nozioni storiche, culturali o particolarità geologiche. 
Va da sé che dopo qualche giorno di viaggio è scattata la corsa ha immortalare tutte le paline possibili in una specie di gara fotografica.

Andando a Sheep's Head sperando di non
incontrare macchine in senso contrario


Seguendo la Wild Atlantic Way il viaggiare si fa più lento, i tempi si dilatano, le occasioni per scattare fotografie si sprecano, ma i bei paesaggi non mancano lungo le altre strade irlandesi. 




Noi, cartina alla mano, spesso abbiamo deciso di allungare il percorso imboccando le "local" che ci hanno portato fuori dalle strade più battute e ci hanno permesso di attraversare le Wiclow Mountains in cui, in poco tempo e in pochi kilometri, siamo passati dal paesaggio urbano di Dublino al paesaggio delle brughiere, oppure di inoltrarci nel sassoso e unico Burren o nell'affascinante Connemara o per raggiungere le Slieve League Cliffs. 

Alla fine del viaggio il motto è stato:
"Non puoi dire di aver viaggiato in Irlanda se non ti sei perso su una L!" 


Somewhere

E' impossibile visitare e conoscere un'isola e due nazioni in quindici giorni, ci si può fare un'idea, si può andare alla scoperta dei luoghi "famosi" o di deviare dalla strada principale seguendo una fulminea intuizione, ma quello che rimane è un'impressione di persone orgogliose del loro essere irlandesi ancora in grado di creare un legame con l'ambiente rurale. 



Se volete farvi un'idea dei paesaggi irlandesi attraverso immagini migliori delle mie consiglio di sbrirciare il profilo Instagram del Tourism Ireland e della ...indovinate un po'....Wild Atlantic Way.
Gli stessi siti insieme ad Irlandando.it sono i siti on line da cui sono partita per abbozzare il viaggio, senza sottovalutare le guide della Lonely Planet e del National Geographic.


Alla prossima!

elipisto


Sopra e sotto il comodino - Letture primaverili...ma non troppo

Marzo è arrivato e la primavera bussa alle porte con le gemme che spuntano sui rami, i fiori che ingentiliscono i prati e gli alberi, le ...