29 marzo 2021

Essere turisti a casa propria: La punta del ramo di Como che volge a settentrione

Ciao!

Ho bisogno di viaggiare, per cui ecco l'ultima cosa bella che abbiamo fatto, in attesa della prossima.

L'incipit che tutti abbiamo studiato a scuola: 

"Quel ramo del Lago di Como, che volge a mezzogiorno tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e golfi.." 

da qualche anno si trova relativamente vicino a casa. 

Ma, oltre al ramo che volge a mezzogiorno, v'è anche una punta che volge a settentrione laddove l'Adda si immette e si vedono gli imbocchi della val Chiavenna e della Valtellina.

Abbiamo avuto la fortuna di trascorrere un fine settima ad ottobre in quelle zone che, pur essendo ad un tiro di schioppo, non conoscevo ed è stata una gran bella sorpresa. Può suonare come uno spot turistico ma, dietro ogni ansa c'è qualcosa da vedere, uno scorcio da ammirare. 

Noi abbiamo fatto queste tappe.

Abbazia Cistercense di Santa Maria di Piona

Ad un certo punto, tra Dervio e Colico, il lago di Como crea una profonda baia con un'imboccatura molto stretta. Sulla penisola di Olgiasca, che si trova tra il lago e la baia, sorge l'abbazia di Santa Maria di Piona che è un notevole esempio di architettura romanica lombarda con un bel chiostro. 

La posizione è incantevole e molto rasserenante: la frenesia del lungo lago, della pandemia, dei ritmi serrati qua sembrano sospesi. Sarà anche che, per non farci mancare nulla, abbiamo percorso il sentiero che segue la dorsale delle penisola, ma si può tranquillamente arrivare in macchina.

Gravedona, Santa Maria del Tiglio e la vicina San Vincenzo

Questo è uno dei posti inaspettati in cui ci si imbatte quando si va a zonzo senza avere una meta precisa. Siamo ormai sulla riva comasca e  ci fermiamo a Gravedona per un caffè, al che percorriamo il lungolago fino ad arrivare ad una chiesa, leggermente oltre il centro del paese e, cito da Wikipedia: "ci si imbatte in un complesso religioso di Santa Maria del Tiglio e San Vincenzo che sorgono su una probabile area religiosa già in epoca romana", infatti nella facciata di Santa Maria sono incastonate dei materiali di recupero di un edificio precedente.


Dongo

Dongo è stata la base del nostro vagabondare. Questo quieto paese balzò e rimase sui libri di storia perché nella notte del 27 aprile 1945 fu qui che venne arrestato Mussolini in fuga dall'Italia. 

L'edificio del comune ospita un interessantissimo Museo della fine della guerra che ripropone delle interviste fatte, alcuni anni fa, a chi quella notte c'era. Testimonianze preziose per tramandare la memoria; una cosa tangibile che risale a quei giorni concitati sono i segni delle pallottole sulla ringhiera del lungolago in seguito alla fucilazione di alcuni gerarchi. 

Da Dongo partono alcuni sentieri che permettono, tra le altre cose, di fare il giro delle pievi disseminate per il paese fino alla chiesa di Sant'Eufemia che si erge a picco sul lago, praticamente prospiciente all'abbazia di Piona. Il sentiero è una piacevole passeggiata in mezzo ai castagni e il panorama che si gode dalla piccola cappella ripaga ogni fatica. Noi abbiamo proseguito fino alla chiesa di San Bernardo unendo due itinerari, ma questa è un'altra storia.


Assolutamente consigliato è il pernottamento presso il B&B Villa Rosalinda per una romantica fuga sul lago in cui ogni ospite viene accolto e coccolato e la prima colazione è assolutamente fantastica. 

Alla prossima!


13 gennaio 2021

Sopra e sotto il comodino: i miei premi per le letture del 2020

 Ciao a tutti!

Inizio anno è tempo di bilanci e l'unico che mi sento di condividere è quello delle letture.

Goodreads dice che ho letto parecchio: 82 libri, per quasi 22.000 pagine. 

Ho letto tanto, alcune letture memorabili, altre sono già finite nel dimenticatoio, anche se non ho letto libri pessimi da voler gettare il libro fuori dalla finestra ad ogni pagina.

Come mio solito il bilancio è un po' sui generis e si basa sulle mie personalissime sensazioni di lettura con dei "premi" fantasia.

Iniziamo con l'immancabile premio per il miglior libro letto va a...

rullo di tamburi

Furore di John Steinbeck 

che ha sbaragliato la concorrenza di Stoner, A sangue freddo, I racconti di Pietroburgo, Cecità (letto pochissimi autori italiani, quest'anno...), Acquadolce

E' uno dei classici della letteratura americana a ragione: racconta l'epopea della famiglia Joad che dalle terre ormai impoverite dell'Oklahoma migrano verso la California spinti dal desiderio di potersi guadagnare da vivere dignitosamente. 

Questo romanzo è un capolavoro per tematiche ancora attuali a quasi ad un secolo di distanza, per aver "osato" con il linguaggio e per quel senso polveroso che ti rimane addosso.

Dopo il miglior libro letto nel 2020 è giusto dare spazio alla peggiore lettura.

Quest'anno ho letto più di qualche libro che non mi ha entusiasmata, ma in ognuno di essi ho sempre trovato un aspetto positivo. Insomma, nessun libro da una stellina o meno!

Il premio per la lettura che è rimasta sul gozzo è:

La storia culturale del clima di Wolfgang Behringer 

Vero è che il clima ha un impatto fondamentale (e ne avrà sempre di più) sulle vite umane e che occorrerebbe inserire la variabile climatica nell'analisi storica, ma sostenere che sia l'origine principe di qualsiasi evento della Storia, mi sembra francamente un po' eccessivo. Inoltre, le teorie sono eurocentriche e non si parla praticamente mai di quello che è accaduto nell'impero cinese o nel continente africano. 

Concilia molto bene il sonno.

Davanti alla sinossi di un libro e alla sua copertina il lettore carica di aspettative l'oggetto che ha tra le mani e, quando queste aspettative sono disattese, ecco che arriva la delusione.

Il premio per "pensavo fosse amore invece era un calesse" 

va, a malincuore, a 

L'annusatrice di libri di Desy Icardi

E' un romanzo che parte da uno spunto interessante: Adelina, una ragazzina con difficoltà di inserirsi a scuola, che scopre di avere il raro dono di leggere l'intero contenuto di un libro annusandolo. Ovviamente è un dono che fa gola ai male intenzionati. Il mio problema principale è che le vicende di Adelina si intrecciano con quelle della zia Amalia che la ospita e il ruolo delle vicende umane e, soprattutto, sentimentali della zia diventano predominanti e, ai miei occhi, poco interessanti e non così utili ai fini della storia. 

Per ci sono anche i casi in cui pensavo fosse un calesse invece era amore nel senso che quando ho letto Il meteorologo di Olivier Rolin pensavo di trovare le vicende di uno studioso del cielo, invece mi sono trovata catapultata in Russia delle epurazioni staliniane.

Mentre stiamo esplorando il "lato oscuro" delle letture continuiamo con il premio per il peggior finale che va a:

Bull Mountain di Brian Panowich 

in cui l'ultima pagina mi ha fatto alzare un sopracciglio e rovinato parecchio la storia, della serie che non sta né in cielo né in terra e neanche nel baule dell'auto.

Torniamo a parlare di cose più piacevoli con 
il premio per la copertina più bella:


E' azzurra, ci sono le nuvole...non posso desiderare altro.

Ma la copertina, oltre ad attirare l'attenzione del lettore dovrebbe anche raccontare qualcosa del libro, per cui il premio per:

la copertina più azzeccata
 oltre a Cecità di Jose Saramago è quella di 



in cui, alla fine, si comprende cosa rappresenta quella figura di vecchio che sembra il San Girolamo di Caravaggio o un anziano Tolstoj.

Non ho nominato tante letture notevoli che il post è già lungo! Tutti gli aggiornamenti in tempo quasi reale sono su Goodreads.

Traendo qualche conclusione: ho letto alcuni capolavori, ho incontrato nuovi scrittori e vecchie conoscenze, mi sono avventurata a leggere più classici del solito, ma ho letto meno saggistica dello scorso anno. Ho letto libri pubblicati da poco e libri con qualche secolo sul groppone; ho letto e, stranamente apprezzato, letteratura americana con cui spesso non vado d'accordo, letteratura islandese, francese, svizzera, sudamericana, ho letto le mie prime due autrici nate in Africa. 

Al solito, ho comprato qualche libro di troppo ma solo 16 cartacei di cui ne ho letti ben 10. Ho rimpinguato la scorta di ebook, ma a mia discolpa posso dire che ho largamente approfittato delle risorse messe gratuitamente a disposizione da alcune case editrici durante il lockdown. 

Per il 2021 c'è il solito buon proposito di attingere alle mie scorte infinite senza fare (troppi acquisti). Buon proposito che si scioglierà come neve al sole non appena varcherò la soglia di una libreria.

Alla prossima e buone letture!

elipisto

28 dicembre 2020

Wanderlust Travel Tag

 Ciao!

avevo già fatto anni fa un tag simile. Nel frattempo, per fortuna, non mi sono fermata e, speriamo che questo tag sia di buon augurio per il prossimo anno.

Ho visto questo tag sul canale YouTube di Lise legge Lise viaggia e lo ripropongo a mia volta.  So già che in alcuni casi non avrò una risposta univoca. Iniziamo!

1) Qual è stato il tuo primo viaggio?

La voglia di viaggiare me l'hanno trasmessa i miei genitori che non si facevamo mancare 2 o 3 settimane nomadi in giro per l'Italia con tenda al seguito. Il mio primo volo aereo è stato in terza superiore con direzione Londra per un soggiorno studio. Il mio primo viaggio intercontinentale è stato nel lontano 1998 a zonzo per fare trekking tra i parchi californiani e dintorni.


2) Quale destinazione vorresti visitare di nuovo?

Vorrei tornare di nuovo in Giappone che avevo visitato in solitudine (con un appoggio logistico di una mia amica nei pressi di Tokyo) e vorrei visitarlo con una maggiore consapevolezza e magari andare in Hokkaido. 


E vedere una Grande Marée a Saint Malo è uno dei motivi per i quali ritornerei in quella città piratesca.

3) Se potessi partire domani dove andresti?

Se potessi partire domani senza vincoli di soldi, tempo e pandemia ho un lungo elenco di luoghi che vorrei visitare! Vorrei recuperare il viaggio tra le montagne rocciose canadesi che è saltato in questo 2020 disgraziato; vorrei percorrere la Transiberiana, andare in Corea del Sud, vedere con i miei occhi la magia dei salares cileni e boliviani, visitare le Repubbliche Baltiche, vedere la parte nordoccidentale dell'Islanda, tornare in Australia, andare a Machu Picchu, vedere il deserto dei Gobi e fare un salto in Madagascar...

4) Quale posto vorresti visitare solo per il cibo?

Il cibo non è il motivo principale che mi spinge a visitare in un posto, ma è qualcosa che arricchisce il viaggio. Da quando ho letto "Donna Flor e i suoi due mariti" mi incuriosisce la cucina brasiliana e creola

5) Ristorante o street food/hotel od ostello?

Tendenzialmente cucina locale che siano ristorantini o street food poco cambia, diciamo che, soprattutto in luoghi dove le condizioni igieniche hanno degli standard bassi mi assicuro che sia tutto ben cotto! 

Non ho più l'età per l'ostello o meglio per le camerate che voglio poter lasciare le ciabatte sparse senza dare fastidio a nessuno. La cosa importante è che sia pulito.

Mercato di Hoi An

6) Qual è il tuo mezzo di trasporto preferito per viaggiare?

Premesso che l'aereo permette di raggiungere destinazioni lontane in relativamente poco tempo, sono due i mezzi di trasporto che mi piace usare e talvolta alternare all'interno dello stesso viaggio: l'auto per la libertà che consente e i treni per quel fascino un po' retro che si accompagna al viaggio in carrozza e per quella libertà di leggere, dormire, guardare dal finestrino, osservare l'umanità.

Stazione di Atocha a Madrid in attesa di prendere il treno per Siviglia

Nel mezzo del Connemara

7) Di cosa non puoi fare a meno quando viaggi?

Credo che questa risposta non sia cambiata nel tempo: un telo di cotone che diventa asciugamano, sciarpa, cappello, tovaglia... l'ereader, anche se in viaggio leggo pochissimo, la guida e la macchina fotografica. Ah, e guai se dimentico i tappi per le orecchie che ho bisogno di dormire!

8) Da quale viaggio non saresti più voluta tornare?

Normalmente quando si avvicina il momento di ritornare verso casa penso sempre che riuscirei a stare in giro ancora per qualche settimana senza problemi. Però ricordo sempre la sensazione di "essere a casa" che ho avuto a Quebec City.

9) A quale timbro sul passaporto sei più affezionato?

Sono due: quello giapponese che, oltre ad essere allineato alla perfezione, mi ricorda un viaggio fatto in solitaria che è sempre una bella sfida personale.

10) Qual è il viaggio che ti ha segnato di più?

Non saprei dire. Difficilmente i viaggi mi lasciano indifferente. I viaggi verso paesi con culture diverse arricchiscono, smontano stereotipi, permettono di scalfire la narrazione presente sui giornali. I viaggi in cui è la natura ad essere protagonista mi porta a riflettere sull'impatto delle attività umane e sui modi per preservare tanta bellezza.

Mingun - Myanmar



11) Sei un repeter (torni nei stessi posti) o visiti posti diversi?

Tendenzialmente visito posti diversi che la lista dei viaggi è lunga e non so se mi basterà una vita per fare tutto! Ma, non mi dispiace tornare in posti in cui sono già stata che ogni volta c'è qualcosa di diverso o nuovo da vedere. 

12) Ti informi bene prima o parti alla cieca?

Tendenzialmente mi informo abbastanza bene, soprattutto per definire l'itinerario di massima e le tappe. Una delle mie preoccupazioni è avere un tetto sotto cui dormire. Poi lascio un margine per l'imprevisto e mi affido volentieri al mio compagno (ciao! lo so che stai leggendo) che ha più pazienza di me nel leggere le guide.

13) Quale viaggio consiglieresti assolutamente ad un amico?

E' come rispondere alla domanda che libro consiglieresti ad un amico....impossibile! 

14) Ti è mai capitato di avere una brutta avventura?

Baia Drake al tramonto
Nulla di particolarmente grave, se non quella volta in cui abbiamo rischiato la vita alla Baia Drake in Costa Rica. Non ho ben capito se per conformazione dei fondali, a causa delle correnti o per scelta ambientale non ci sono moli per cui le barche si accostano a riva con la poppa (credo che si chiami così la parte posteriore) e si sale e scende di lì. Di ritorno da un'escursione al parco nazionale del Corcovado, la barca non fa bene la manovra e perde l'allineamento perpendicolare con la spiaggia ed inizia ad essere sballottata dalle onde con il rischio di essere capovolta, fortunatamente si è appoggiata sul fianco e aspettando il momento giusto siamo scesi tutti sani e salvi, tranne un marinaio che è stato colpito dall'elica procurandosi una ferita molto brutta. 

15) Finestrino, corridoio o sedile centrale?

Direi finestrino per i viaggi più brevi e corridoio per i viaggi più lunghi....immancabilmente finisco nel sedile centrale. In treno assolutamente finestrino!

16) Come passi il tempo in aereo?

Cerco disperatamente di dormire senza riuscirci arrivando a destinazione stanchissima. Leggo, osservo gli altri passeggeri, mi annoio e guardo sui monitor il percorso fatto e quello da fare, la temperatura, l'altitudine, la velocità del vento etc..

17) Vacanza tranquilla o viaggio avventuroso?

Immagino che per vacanza tranquilla si intenda la vacanza a fare la cotoletta in spiaggia, per cui viaggio avventuroso anche se avventuroso non vuol dire rischioso. 

18) Preferisci viaggiare da solo o in compagnia?

Ho viaggiato da sola, in gruppo, con degli sconosciuti, con amici e la mia dimensione di viaggio ideale è quella di coppia sia che si tratti del mio compagno o di mie amiche perché è più facile mediare tra due teste che non con un numero maggiore.

19) Qual è la tua città preferita?

Domande più semplici? Per nostalgia di casa dico Torino. Visto il numero di volte in cui sono tornata e ci tornerei potrei rispondere Londra anche se la mia infatuazione ha subito un duro colpo con la Brexit.

20) Dove vorresti andare a vivere?

Edinburgh

Portogallo: cucina ottima, prezzi ragionevoli e non ci sono le zanzare. 
Ma sono anche innamorata della Scozia. Mi sa che nel dubbio rimango in Italia.

E con questa risposta concludo questo tag che mi ha riportato alla memoria tanti bei ricordi.

Alla prossima!

elipisto


13 dicembre 2020

Sopra e sotto il comodino: Tsundoku e le biblioteche

 Ciao!

Libri, libri, libri, tanti libri, i beneamati libri perché chi ha tanti libri vive come un pascià e a piedi caldi se ne sta! 

il tutto cantato sulle note di soldi, soldi, soldi di Betty Curtis.

commons wikipedia
I giapponesi usano un solo termine - tsundoku - che identifica con precisione un mio grave (?) vizio: ossia quello di accumulare libri senza leggerli perché ci sono sempre nuove entrare che si sovrappongono sulle letture precedenti. Sapete com'è...bisogna far passare il tempo, nelle vicinanze c'è una libreria, entri giusto per scaldarti ed esci con (almeno) un libro. Poi è ben difficile resistere alle sirene degli sconti giornalieri sugli ebook e le letture si accumulano.

Ho fatto un conto e, tra digitale e cartaceo, ci sono circa 200 titoli (?!?) che si contengono la mia attenzione. Ok, la maggior parte si tratta di ebook che non occupano spazio, ma sono tanti! Confesso di vergognarmi solo un po', non troppo che la cultura non può essere peccato ma, forse, ho trovato un modo per arginare la mia smania di titoli nuovi: la biblioteca!

Uno degli scaffali con i libri da leggere

Negli ultimi anni ho sempre fatto più ricorso alle biblioteche, quel magico mondo strabordante di scaffali tra cui perdersi, con i suggerimenti di percorsi di lettura che ti accolgono appena varcata la soglia. 

Come se non bastasse, le biblioteche si sono attrezzate per con il prestito digitale di cui ho abusato in questi mesi in cui l'accesso ai locali era forzatamente chiuso.


I benefici della biblioteca sono molteplici: posso leggere fumetti e graphic novel che, normalmente, sono restia a comprare, mi salva da quelle letture un po' "fregatura" ossia di quei titoli tanto pubblicizzati, ma che non mi convincono del tutto, mi permettono di scoprire nuovi autori e, soprattutto, di creare delle liste infinite di libri da leggere. Liste che contengono i titoli più variegati: classici, saggi, belle copertine, libri che mi incuriosiscono o di cui ne ho sentito parlare.

Qualche titolo sulla mia lista
Queste liste sono, al momento, il mio argine all'accumularsi di titoli su titoli: il fatto di sapere che il libro è virtualmente a disposizione placa quella tendenza dei volumi di rimanere attaccati alle mani. Inoltre, con il fatto che debbano essere restituiti prendo un libro e lo leggo immediatamente senza che si fermi sul comodino a prendere polvere ma, così facendo, non intacco la mia scorta....non mi libererò mai dal mio "tsundokismo"!

Alla prossima!

elipisto

06 dicembre 2020

In viaggio: Tre giorni a Forni di Sotto

Ciao!

Quest'estate abbiamo trascorso tre piacevolissimi giorni in Carnia facendo base a Forni di Sotto nell'alta valle del Tagliamento, ossia nella parte nordoccidentale del Friuli. 
Perché abbiamo deciso di venire da queste parti? Per due motivi: il primo è legato all'assaggio di Friuli che avevamo avuto un paio di anni fa e il secondo è la curiosità che mica sapevo bene dove fosse situata geograficamente la Carnia.

Che cosa si può fare partendo da Forni di Sotto?


Si può prendere la macchina a andare al lago di Sauris, incastonato tra rigogliose foreste di abeti, per poi salire nell'alta valle del Lumiei fino a raggiungere l'abitato di Sauris che, oltre ad essere il comune più alto del Friuli, è una piccola enclave di lingua tedesca di cui rimangono tracce anche nell'architettura, infatti sembra di essere in un angolo della Val Pusteria. 
Il posto è magnifico: il verde più chiaro delle radure punteggia il verde scuro delle foreste e la vista si apre sulla bassa valle e sul Lago di Sauris. 


Da qui è facilmente raggiungibile la maestosa e verdeggiante Val Pesarina puntellata da piccoli borghi e, in alcuni casi, le case hanno ancora i tetti ricoperti dalle tradizionali scandole di abete. Durante questo giro abbiamo capito che oltre alla bellezza dell'acqua (qui per sapere di cosa sto parlando), anche i boschi sono notevoli e bellissimi: un tesoro da proteggere!

L'alta valle del Tagliamento è nel cuore Alpi Carniche, ma è anche una delle porte di accesso al Parco Naturale delle Dolomiti Friulane per cui si possono calzare gli scarponi e percorrere uno dei tanti sentieri della zona. 

Noi, per non fare torti a nessuno, abbiamo attraversato il Tagliamento per salire all Rifugio Flaiban Pacherin appollaiato nell'alta Val di Suola e circondato da pareti di dolomia e, il giorno dopo, abbiamo preso la funivia per salire alla malga Varmost quasi dirimpettaia all'escursione del giorno precedente, per fare il giro delle casere, ossia degli alpeggi di montagna. 

Rif. Flaiban Pacherin

Malga Valmost

Casera Tartoi




Sia che si cammini circondati dal tipico coloro grigio chiaro della dolomia illuminata dal sole, sia che lo sguardo sia circondato da pareti di aspetto più "alpino", i sentieri da queste parti non fanno sconti e vanno su ripidi, ma i panorami, la solitudine, la natura meno addomesticata, compensano la fatica. E, se ce l'ho fatta io che sono lenta come una tartaruga sovrappeso, ce la possono fare quasi tutti con un minimo di allenamento.
Dolomiti Friulane
Noi ci siamo dedicati all'escursionismo, ma ci sono altre cose da fare: osservare l'architettura dei paesi con un occhio di riguardo alle fontane e alle chiese, visitare il Museo dell'Orologeria di Pesariis, scoprire gli animali del centro faunistico di Forni di Sopra, ma soprattutto approfittare della splendida ospitalità dei friulani.

In questi tre giorni a Forni di Sotto ci siamo sentiti accolti e trattati quasi come degli ospiti d'onore e mi sento di fare una cosa che non faccio mai, ossia quella di consigliare di pernottare presso l'Albergo Ristorante "Al Pino" che si è rivelata una scelta vincente per la genuina ospitalità e per il calore.

Si è capito che il Friuli ha conquistato un posto d'onore tra i miei viaggi?

Alla prossima!

29 novembre 2020

Sopra e sotto il comodino: End of the Year Book Tag

 Ciao!

il post sulla Carnia mi sta prendendo più di tempo del previsto e allora mi viene in soccorso Teresa di Bee_Book_a_Luna che, su YouTube, ha recentemente proposto un tag libresco dal titolo "End of the Year Book Tag". Si tratta di 6 veloci domande che permettono di parlare di libri. E' un tag che circola sul web da qualche anno, credo che il merito per aver messo in fila queste domande sia di Ariel Bissett.

Bando alle ciance e iniziamo!

1. Ci sono libri che hai iniziato quest'anno e vuoi finire?

Penso di riuscire a finire di leggere i libri che ho attualmente in lettura, per cui parlo dell'unico (credo) libro che ho iniziato a fine febbraio ed è ancora lì, fermo a pagina 278, si tratta de "Le Correzioni" di Jonathan Franzen recuperato da un punto di bookcrossing sulla strada del lavoro appena prima che ci rinchiudessero in casa e, probabilmente, lo associo inesorabilmente alla quarantena, in più prenderei a schiaffi tutti i protagonisti nessuno escluso (ed è questa la bravura di Franzen), per cui non so se lo finirò entro fine anno. Da un lato mi spiace tenerlo bloccato e vorrei, una volta finita la lettura, riportarlo al bookcrossing, ma non ho particolarmente voglia di leggere di personaggi complicati che già sono tempi complicati. Forse non ho risposta "correttamente" alla domanda, passiamo oltre.

2. Hai un libro particolare che consideri "autunnale" che ti accompagni nella transizione verso fine anno?


Posso rispondere con tre letture? Io dico di sì. Il primo scrittore è Kazuo Ishiguro che con le sue atmosfere melanconiche mi ricordano i primi freddi e le giornate nebbiose, se devo citare un libro direi "Il gigante sepolto" dove la nebbia cancella i ricordi. 

La seconda scrittrice è Fannie Flagg che va bene per tutte le stagioni ma suoi libri hanno  quell'atmosfera da buoni sentimenti che fa tanto divano e copertina, un titolo adatto alla stagione di transizione? "Pane cose e cappuccino dal fornaio di Elmwood Springs" dove la transizione porta ad una rinascita. Infine, non so bene come mai, l'autunno mi fa venire voglia di letture a tema Resistenza e ho finito da poco di leggere uno dei libri preferiti di quest'anno: "L'Agnese va a morire" di Renata Viganò.

3. C'è un nuovo rilascio che stai aspettando?

Non sono molto attenta alle nuove uscite, aspetto sempre che sedimentino un po' ed escano in edizione economica, però c'è un'uscita che aspetto da quando gli autori si sono presi un anno (o più) sabbatico e si tratta del prossimo volume di Saga che chissà quando uscirà.

4. Quali sono tre libri che vuoi leggere entro la fine dall'anno


Per chi non fa liste di lettura e sceglie il prossimo libro da leggere in base all'istinto del momento potrebbe essere una domanda a cui è molto difficile rispondere oppure rispondere con qualcosa che chissà quando si avverrà. In questo momento posso rispondere la "Storia di re Artù e dei suoi cavalieri" di Thomas Malory che, dopo "il mago di M. di René Barjavel e "Un americano alla corte di Re Artù" di Mark Twain, mi sembra doveroso leggere il libro da cui tutto si è originato. 

Poi mi piacerebbe leggere "Il tempo e l'acqua" di Andri S. Magnason, però ho "Il cacciatore dei corsari" di Vindice Lecis che continua a farmi l'occhiolino dalla libreria. Vorrei anche leggere l'ultimo entrato che è "Bambole di pietra - La leggenda delle Dolomiti" di Paolo Martini per rimanere con la mente ancora in vacanza.

5. C'è un libro che pensi ancora possa sorprenderti e diventare il tuo preferito?

Non saprei, ma per superare Stoner, Furore e L'Agnese va a morire deve trattarsi di un gran libro, ma sono pronta a lasciarmi sorprendere.

6. Hai già cominciato a fare piani di lettura per il 2021?

Chi io? quella che non sa quale sarà la prossima lettura, che legge contemporaneamente tre libri e che decide sull'impulso del momento. No, direi di no, i piani di lettura non fanno per me, mi sembra di imbrigliare il piacere della lettura con paletti un po' inutili, mi piace essere anarchica. In ogni caso ho un sacco di libri da cui scegliere


Parte della scorta dei libri da leggere, senza contare l'ereader...

Quali sono i tre libri che vorreste leggere entro la fine dell'anno?

Alla prossima!

elipisto

19 novembre 2020

In viaggio: Friuli Venezia Giulia e le chiare fresche dolci acque

Ciao!

Eccomi qua al primo post "vero". Siamo chiusi in casa e si viaggia con i libri, con la fantasia o con i ricordi, come in questo caso. 

Quest'estate, oltre che nelle Dolomiti, siamo stati in Friuli Venezia Giulia e vorrei scrivere un post all'altezza dei posti che abbiamo visitato, molti di questi accompagnati al ricordo dell'acqua nelle vicinanze. 

Cosa avrà di particolare l'acqua friulana? E' acqua, una semplice formula chimica. Beh, se quando la vedi la prima cosa che viene in mente sono i famosi versi petrarcheschi "chiare, fresche et dolci acque" o la più prosaica pubblicità "Altissima, purissima, Levissima", qualcosa di speciale avrà.


I paesaggi friulani ricchi di acque gorgoglianti hanno dato un nuovo significato alla definizione di "acqua cristallina" valida per ogni corso d'acqua che abbiamo incontrato che fosse fiume, torrente o lago.

Acqua cristallina non vuol dire acqua trasparente che, in questa regione, i corsi d'acqua assumono colorazioni che vanno dal blu all'azzurro, allo smeraldo all'acqua marina e a tutte le sfumatura che ci sono nel mezzo. 

Difficile, praticamente impossibile, riuscire a tradurre in parole la magia dell'acqua. 

Uno dei posti che meglio racchiude quello che sto tentando di dire è l'Orrido dello Slizza. A pochi kilometri dal centro di Tarvisio e dalla trafficata strada che collega l'Italia all'Austria e alla Slovenia si nasconde questo canyon attrezzato con un facile sentiero (un po' ripida discesa iniziale) che percorre in tutta sicurezza la sponda del torrente. Neanche le immagini riescono a rendere pienamente l'idea ma si avvicinano parecchio.


C'è poi la bellezza dei laghi di Fusine, sempre nelle vicinanze di Tarvisio, che mi hanno tolto il respiro: la magia è stata arrivare prima delle frotte dei turisti, quando il sole si stava lentamente alzando al di sopra delle ripide pareti illuminando con le sue lame di luce il panorama, il cielo, la montagna, la fila di alberi, il tutto specchiato nei due laghetti. 



Durante il nostro viaggio abbiamo più volte incontrato e attraversato il
Tagliamento e il suo caratteristico alveo percorso dai tipici canali intrecciati. 
Il Tagliamento è considerato uno tra i pochi fiumi ancora selvaggi in Europa per la sua mancanza di argini artificiali e per la minima incidenza umana che non ha modificato il corso del fiume. 

Il Tagliamento a Forni di Sotto

Vista dal Castello di Ragogna

Vista dal Castello di Ragogna

Altri due importanti corsi d'acqua scorrono in parte in Friuli: il Piave e l'Isonzo, se il primo non l'ho (ancora) mai visto, il secondo l'ho incrociato in un paio di occasioni. Un paio di anni fa, rientrando in Italia dalla Slovenia con direzione Cividale del Friuli, siamo stati colpiti dalle acque azzurroturchesiverdi (detto tutto di seguito) di questo corrente d'acqua. Provate voi a definire il colore. Quest'anno siamo invece giunti all'estuario e, con un po' di delusione, il fiume perde parte della sua magia e ha un normale color blu. 

Tipico colore azzurroturcheseverde

Vista dell'Isonzo da Caporetto
 
Estuario dell'Isonzo


Buona acqua pura a tutti

Alla prossima!

elipisto




Sopra e sotto il comodino - Letture primaverili...ma non troppo

Marzo è arrivato e la primavera bussa alle porte con le gemme che spuntano sui rami, i fiori che ingentiliscono i prati e gli alberi, le ...